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Oltre la pioggia
La pioggia scende, battente e furiosa,
come un tamburo di guerra, incessante e pesante,
le strade si fanno fiumi, straripano gli argini,
e le case si inchinano, tremano, cedono.
Ogni goccia è un colpo, un tonfo sordo,
sul tetto, sul cuore, su vite sospese,
un cielo che si apre e riversa il suo peso,
e noi, minuscoli, chini sotto il suo pianto.
La paura ha il suono dell'acqua che sale,
della terra che frana, del vento che urla,
e ci abbraccia stretti, gelida e silente,
mentre contiamo i danni, pezzo dopo pezzo.
Ma quando il cielo si calma e la tempesta si spegne,
restiamo lì, a raccogliere il poco rimasto,
a rimettere insieme i frammenti spezzati,
con mani stanche, ma testarde e forti.
Perché è nella quiete dopo la furia che ci rialziamo,
tra il fango e i detriti, con le ginocchia sbucciate,
e impariamo a ricostruire, più saldi e più saggi,
come alberi piegati, che tornano dritti.
Simona P.
18 Ottobre 2024