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Mia a spasso per il mondo
Capitolo 3
Mia rimase immobile, il cuore che batteva veloce. Gli occhi scuri che la fissavano dall'alto sembravano due pezzi di notte incastonati tra le foglie. Il pettirosso Robin si spostò nervoso sul ramo, gonfiando il petto.
— Non muoverti, Mia… — sussurrò.
Un battito d'ali pesante fece tremare i rami, e una figura scura si spostò più in alto, rimanendo parzialmente nascosta tra il fogliame. Poi una voce roca ruppe il silenzio.
— Non è un posto per gattini curiosi… — gracchiò l'ombra.
Mia deglutì. Sapeva benissimo chi fosse.
— Sei tu il Corvo Nero? — chiese, cercando di mantenere ferma la voce.
Un altro fruscio tra le foglie, poi un suono che somigliava a una risata secca.
— Così mi chiamano… — rispose il corvo. — E tu sei la nuova piccola intrusa.—
Robin fece un passo avanti, le piume arruffate per la tensione.
— Lei non sta facendo nulla di male, Corvo! Stiamo esplorando da soli il giardino!—
— Il giardino… — il corvo fece un verso basso, quasi un borbottio. — Questo non è solo un giardino. È un territorio. E ci sono regole.—
Mia abbassò le orecchie.
— Quali regole?—
Il corvo si spostò ancora tra i rami, finché la sua sagoma imponente divenne più visibile. Le sue piume nere brillavano leggermente alla luce del sole filtrata tra le foglie.
— Qui non tutti sono benvenuti. E non tutti sanno cosa si nasconde oltre il Confine Verde… — disse con tono enigmatico.
Robin si gonfiò ancora di più.
— Mia non ha paura delle tue storie!—
Il corvo inclinò la testa da un lato, fissando la gattina con uno sguardo acuto.
— Vedremo.—
Poi, con un battito d'ali, si sollevò in volo, lasciando dietro di sé un vortice di foglie secche. Mia lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava oltre il sentiero segreto, nel fitto del bosco.
Il silenzio tornò.
— Che voleva dire? — chiese Mia sottovoce.
Robin scosse le piume, visibilmente scosso.
— Non lo so… ma una cosa è certa. Qualcosa si nasconde davvero oltre il Confine Verde. E il Corvo lo sa.—
Mia abbassò lo sguardo verso il sentiero ancora avvolto dall'ombra degli alberi.
Il mistero si faceva sempre più fitto.
Per il resto della giornata, Mia non riuscì a togliersi dalla testa le parole del Corvo Nero. "Non è solo un giardino. È un territorio. E ci sono regole."
Cosa voleva dire? Perché sembrava volerla tenere lontana dal Confine Verde?
Seduta sull'erba accanto a Robin, osservava il sole che tramontava dietro gli alberi. Il boschetto, poco oltre la fine del giardino, era ormai avvolto da un velo dorato, le ombre lunghe e silenziose.
— Cosa c'è di là, Robin? — chiese Mia sottovoce.
Il pettirosso esitò, poi sospirò.
— Nessuno lo sa con certezza... io non ci sono mai andato. Ma alcuni animali raccontano storie strane. Si dice che ci sia un luogo nascosto, dove gli umani non arrivano mai, e che chi entra nel bosco non sempre ritorna.
Mia si leccò il naso, pensierosa. La curiosità le bruciava dentro.
— Non vuoi scoprirlo?—
Robin aprì e chiuse le ali nervosamente.
—Io sono piccolo, Mia. Per me il bosco può essere pericoloso. Ma tu... tu sei una gatta. Sei veloce, silenziosa… forse potresti arrivare più lontano di chiunque altro.—
Mia fissò l'ombra scura degli alberi, il confine tra il giardino sicuro e l'ignoto. Poi si alzò in piedi.
— Io voglio vedere cosa c'è.—
Robin sgranò gli occhi. — Sei sicura?—
La gattina annuì.
— Se il Corvo Nero vuole tenerci lontani, vuol dire che nasconde qualcosa. E io voglio scoprirlo.—
Il pettirosso la osservò per un attimo, poi si gonfiò il petto con decisione.
— Allora vengo con te!—
Insieme, con il cuore che batteva forte per l'eccitazione, si incamminarono lungo il sentiero segreto, le zampe leggere sulla terra morbida.
Quando superarono l'ultimo cespuglio e misero piede oltre il Confine Verde, l'aria sembrò cambiare. L'odore del giardino lasciò il posto a quello del muschio, della corteccia e delle foglie bagnate. Il bosco era fitto, silenzioso, come se aspettasse il loro arrivo.
Mia ha fece un passo avanti.
Qualunque cosa ci fosse lì dentro, lo avrebbe scoperto.