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La marea del silenzio

Capitolo 10

Il sole era basso sull'orizzonte quando Elisa parcheggiò vicino alla spiaggia. Il vento trasportava l'odore del mare e la salsedine si incollava alla pelle.

«Se Vernazza ha scoperto qualcosa di grosso,» disse Matteo scendendo dall'auto, «è qui che hanno deciso di metterlo a tacere.»

Era passato poco tempo dal ritrovamento del giornalista, ma la scena del crimine era ormai stata ripulita. Tuttavia, Elisa non poteva scrollarsi di dosso la sensazione che qualcosa fosse sfuggito alle indagini iniziali.

Al chiosco sul lungomare, un uomo di mezza età stava servendo l'ultimo caffè della giornata. Quando Elisa gli mostrò il tesserino, lui la guardò con sospetto.

«Già detto tutto alla polizia,» borbottò, asciugandosi le mani su un grembiule macchiato.

«Lo sappiamo», rispose Matteo, «ma potrebbe esserci sfuggito qualcosa.»

L'uomo sospirò e si appoggiò al bancone. «Ero qui la sera che l'hanno trovato. Strano che nessuno abbia chiesto del ragazzo.»

Elisa aguzzò l'udito. «Quale ragazzo?»

«Quello che vagava sulla spiaggia. Magro, vestiti larghi. Parlava da solo.»

Matteo si scambiò un'occhiata con Elisa. «Quando l'ha visto?»

«Poco prima che trovassero il corpo. Andava avanti e indietro sulla riva. Non sembrava ubriaco, più... spaesato.»

«Si è avvicinato al cadavere?» chiese Elisa.

L'uomo scrollò le spalle. «Non lo so. Quando ho visto i lampeggianti, lui era già sparito.»

Tornati in centrale, Elisa si sedette davanti al computer e avviò la ricerca. Un ragazzo magro che vagava sulla spiaggia… Se fosse stato un testimone, poteva avere informazioni preziose.

Dopo qualche minuto, il sistema trovò una corrispondenza: Davide Salvi, 19 anni, segnalato più volte per vagabondaggio e piccoli furti.

«Abita in una casa occupata fuori Monteriva,» disse Matteo, leggendo il fascicolo. «Se era lì quella notte, potrebbe aver visto chi ha ucciso Vernazza.»

Elisa chiuse il fascicolo. «Andiamo a trovarlo.»

La casa occupata si trovava alla periferia di Monteriva, un vecchio edificio industriale abbandonato, coperto di scritte sbiadite e con le finestre sbarrate da assi di legno. Elisa e Matteo si avvicinarono con cautela, scrutando il cortile ingombro di rifiuti e biciclette arrugginite.

«Se Salvi è qui, speriamo che voglia parlare», mormorò Matteo.

Elisa bussò forte alla porta metallica. Nessuna risposta.

Un ragazzo allampanato, con i capelli spettinati e una felpa troppo grande, apparve da dietro l'angolo dell'edificio. Li osservò con occhi guardinghi e poi fece per svignarsela.

«Davide Salvi?» chiamò Elisa.

Lui scattò in avanti, cercando di scavalcare una vecchia recinzione, ma Matteo fu più veloce. Lo afferrò per il polso e lo bloccò contro il muro.

«Non ho fatto niente!» protestò il ragazzo, cercando di divincolarsi.

«Non siamo qui per arrestarti», lo rassicurò Elisa. «Vogliamo solo parlare di quella notte sulla spiaggia.»

Il ragazzo smise di lottare, ma il suo sguardo era ancora diffidente.

«Io non ho visto niente.»

«Ti hanno visto lì», insiste Elisa. «Camminavi sulla riva, poco prima che trovassero il corpo di Edoardo Vernazza.»

Davide deglutì, lo sguardo guizzò ai lati come se cercasse una via di fuga. Poi, con voce più bassa, disse:

«Io... ho sentito delle voci.»

«Quali voci?»

Davide si morse il labbro, esitante.

«C'erano due uomini. Uno parlava al telefono. Diceva che 'dovevano finire il lavoro' e che 'quel dannato giornalista aveva scoperto troppo'.»

Elisa e Matteo si scambiarono un'occhiata tesa.

«Li hai visti?» incalzò Matteo.

«Uno era grosso, pelato. L'altro aveva una giacca scura e fumava. Sembravano sapere cosa stessero facendo.»

«Li hai riconosciuti?»

Davide esitò. «Forse.»

Elisa prese una foto dalla tasca, un'immagine che la scientifica aveva recuperato dai documenti sequestrati a Maltoni.

«Questo uomo era con loro?»

Davide la guarda e sbiancò.

«Sì.»

«Sei sicuro?»

Lui annuì freneticamente.

Elisa guardò Matteo. Era il volto di un uomo che conoscevano bene.

Un uomo che faceva parte delle istituzioni.

Un uomo che avrebbe dovuto combattere il crimine, non esserne parte.

Il nome sotto la foto era inequivocabile: Ispettore Greco.

Elisa fissò la foto tra le mani. Il volto dell'ispettore Greco la osservava con la stessa espressione neutra che aveva sempre mostrato in centrale. Fino a quel momento, fino al ritrovamento della sua foto tra i documenti di Maltoni, non si era mai distinta come una figura sospetta.

Matteo incrociò le braccia. «Se Greco è coinvolto, significa che tutto questo è più radicato di quanto pensassimo.»

Davide Salvi sembrava impaziente di andarsene. Continuava a lanciare sguardi verso i lati del cortile, come se temesse di essere visto.

Elisa si avvicinò a lui. «Davide, possiamo proteggerti. Ma devi dirci tutto quello che sai.»

Il ragazzo scosse la testa. «Io non so niente di più! Ho solo sentito quei due parlare. Dopo ho sentito un tonfo e sono scappato.»

«Un tonfo?» ripeté Matteo. «Potrebbe essere stato il momento in cui hanno ucciso Vernazza?»

Davide si strinse nelle spalle. «Non lo so. Ma so che non voglio avere niente a che fare con questa storia.»

Elisa gli mise una mano sulla spalla. «Sei in pericolo, lo capisci? Se loro scoprono che ci hai parlato…»

«Non mi troveranno,» tagliò corto il ragazzo, poi si voltò e si allontanò a passo svelto tra i ruderi della periferia.

Tornati in centrale, Elisa e Matteo si chiudono nell'ufficio per discutere.

«Greco non è un pesce piccolo», disse Matteo. «Se è coinvolto, significa che questo giro è coperto dall'alto.»

«Dobbiamo trovare delle prove», ribatté Elisa. «Le accuse non bastano, e lui è abbastanza furbo da coprire le sue tracce.»

In quel momento, il cellulare di Elisa vibrò. Un numero anonimo.

Si scambiarono un'occhiata. Poi Elisa rispose.

«Pronto?»

Un respiro pesante dall'altra parte. Poi, una voce distorta.

«Smettila.»

Elisa sentì la pelle accapponarsi. «Chi sei?»

«Non è importante. State scavando troppo a fondo. Lasciate perdere, o finirà male.»

Poi la chiamata terminò.

Matteo si avvicinò. «Chi era?»

Elisa lo guardò negli occhi. «Qualcuno che sa che ci stiamo avvicinando alla verità.»

Il silenzio calò tra loro.

Non potevano più fidarsi di nessuno.

Elisa fissava lo schermo del telefono, le dita ancora strette attorno al dispositivo. Il numero anonimo, la voce distorta… Qualcuno li stava osservando, qualcuno sapeva che si erano avvicinati troppo.

Matteo ruppe il silenzio. «Dobbiamo risalire alla chiamata. Forse possiamo rintracciarla.»

Elisa scosse la testa. «Chiunque sia, sa quello che fa. Se ha usato un sistema per mascherare il numero, significa che è abituato a muoversi nell'ombra.»

Un pensiero le attraversò la mente. Si alzò di scatto e prese la borsa.

«Dove vai?» chiese Matteo.

«Dal procuratore Ricci. Se la corruzione arriva dentro la polizia, dobbiamo capire fino a che punto si estende.»

L'ufficio del procuratore Ricci era immerso in una luce fioca quando Elisa entrò. Lui sollevò lo sguardo dai fascicoli con aria stanca.

«Ferretti, cosa c'è stavolta?»

Elisa posò la foto di Greco sulla scrivania. «È coinvolto. Un testimone l'ha visto la notte in cui Vernazza è stato ucciso.»

Ricci si irrigidì. «Ne siete sicuri?»

«Abbiamo una descrizione chiara. E c'è dell'altro: qualcuno ci ha minacciati poco fa.»

Ricci si passò una mano sul viso, pensieroso. «Se Greco è dentro questa storia, allora è peggio di quanto immaginassi.»

«Non possiamo lasciarlo libero di muoversi», insistette Elisa. «Se fa parte del sistema, potrebbe cancellare prove, intimidire testimonianze… o farle sparire.»

Ricci annuì lentamente. «Lasciatemi lavorare su questo. Ma voi fate attenzione.»

Elisa uscì dall'ufficio con una strana sensazione addosso. Ricci sembrava sincero, ma… fino a che punto poteva fidarsi?

Più tardi, lei e Matteo si ritrovarono davanti alla vecchia chiesa di Monteriva. Il luogo che sembrava essere il cuore di tutta la vicenda.

La facciata era ancora più deteriorata di quanto ricordassero, con crepe profonde che segnavano la pietra annerita.

Elisa si voltò verso Matteo. «Se c'è qualcosa di importante anche qui dentro che ci è sfuggito, dobbiamo trovarlo stanotte.»

Matteo annuì. «Andiamo.»