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Le vie del cuore

Capitolo 6

Erano passati diversi giorni da quando il padre di Isabella aveva inviato la lettera al suo amico tornato da poco dall'India. Tra speranza e apprensione, la ragazza trascorreva le giornate in un'agitazione costante.

Durante il giorno, si immergeva nelle sue attività quotidiane cercando di distogliere la mente dall'attesa, ma il pensiero della lettera continuava a tormentarla. Trovava rifugio nei suoi passatempi preferiti, come la lettura, le passeggiate nei giardini della sua villa o la pratica del pianoforte, ma anche durante queste attività non riusciva a ignorare completamente i suoi pensieri.

Di notte, la sua mente vagava su cosa avrebbe potuto contenere la risposta alla loro lettera e questo non le consentiva un sonno tranquillo, lasciandola immersa in un turbinio di speranze e paure. Si domandava incessantemente se finalmente avrebbe avuto delle risposte concrete che avrebbero potuto cambiare il destino di Lorenzo e la sua percezione di lui.

Era desiderosa di conoscere la verità, ma anche timorosa di ciò che avrebbe potuto scoprire. 

Una mattina, mentre il sole mattutino filtrava attraverso le tende della sala, il padre di Isabella, seduto al tavolo con una tazza di tè fumante, scorreva distrattamente le pagine del giornale. Un leggero fruscio attirò la sua attenzione mentre il postino consegnava alcune buste attraverso lo sportello della porta d'ingresso.

"Signore, ecco la sua posta," disse il maggiordomo, consegnando diverse buste al padre di Isabella.

"Ah, grazie," rispose l'uomo con un sorriso, mentre prendeva le lettere. 

Isabella, seduta accanto alla finestra con un libro tra le mani, alzò lo sguardo, notando l'agitazione del padre. "C'è qualcosa di interessante, padre?"

"Potrebbe essere..." rispose il padre di Isabella con aria nervosa, rompendo l'involucro di una delle lettere con un movimento deciso.

Isabella, con ancora il libro fra le mani, si avvicinò lentamente al padre in preda ad un'agitazione incontrollata. "Speriamo che sia la risposta che aspettiamo", disse con un sospiro.

L'uomo aprì la lettera e iniziò a leggerne il contenuto. Il silenzio si diffondeva nella stanza, rotto solo dal leggero fruscio della carta mentre il padre di Isabella leggeva le parole scritte con attenzione.

"È... è la risposta del mio amico" annunciò il padre di Isabella, alzando lo sguardo per incontrare quello di sua figlia.

"Davvero? Cosa dice esattamente?" incalzò Isabella.

"Dice che abbiamo ragione, Isabella. Sembra che la storia di Lorenzo sia molto diversa da come l'abbiamo sentita. Lorenzo è innocente." continuò sollevato il padre.

Nella lettera ricevuta, l'amico del signor Bianchi raccontava che Lorenzo, durante il suo soggiorno in India, si era trovato coinvolto in un incidente con la figlia di un ricco proprietario terriero indiano. Il racconto conferma che Lorenzo non era stato l'autore dell'inganno e dell'abbandono della ragazza, bensì era stato coinvolto nel tentativo di salvarla quando questa aveva tentato il suicidio. Tuttavia, la confusione e l'agitazione causate dalla situazione avevano portato i servitori a confondere Lorenzo con l'uomo colpevole, alimentando così le voci e le accuse rivolte a lui. Inoltre la lettera affermava che l'uomo responsabile era Alessandro Lombardi, il vecchio amico di infanzia di Lorenzo, che aveva agito per interessi personali senza scrupoli, guardandosi bene dal dire la verità.

Isabella non riusciva a trattenere la gioia che provava. "Oh, padre, è incredibile! Finalmente abbiamo una conferma della sua innocenza!"

Il padre di Isabella sorrise, sollevato dal peso che si era portato addosso per tanto tempo nel timore che l'uomo di cui sua figlia era innamorata non fosse una persona rispettabile. "Sì, è davvero un sollievo."

Isabella e suo padre sedevano al tavolo della colazione, discutendo animatamente su come affrontare la situazione. Isabella, si versò del tè in modo meccanico mentre la sua testa era proiettata su cosa avrebbero dovuto fare nell'immediato.

"Padre," iniziò, prendendo un sorso di tè, "dobbiamo fare qualcosa subito. Non possiamo permettere che queste voci negative continuino a circolare impunemente."

Il padre di Isabella annuì "Hai ragione, cara. Ma cosa possiamo fare?"

Isabella posò la tazza sul piattino con decisione. "Ho un'idea," disse sottovoce. "Potremmo lasciare la lettera che hai ricevuto sul tavolo della colazione, come se tu l'avessi dimenticata lì per caso. Se qualcuno dei domestici la vedesse, potrebbe incuriosirsi e magari leggerla. In questo modo, la verità su Lorenzo potrebbe iniziare a diffondersi."

Il padre di Isabella la guardò con stupore. "Un'idea astuta, mia cara. Non pensavo che tu avessi tanta inventiva. Ma sì, potrebbe funzionare. Proviamoci."

I due finirono la colazione in fretta e si allontanarono lasciando la lettera accanto al piatto della colazione.

Qualche minuto dopo la cameriera giunse in sala per sparecchiare la tavola. Isabella si era nascosta dietro lo stipite della porta laterale della stanza per accertarsi che la lettera venisse trovata e nella speranza che la domestica non fosse troppo ligia al suo obbligo di riservatezza. In attesa, con il cuore in gola, osservava la cameriera avvicinarsi al tavolo. "Dai, vai avanti, trova la lettera," sussurrò tra sé, i suoi occhi erano fissi sulla donna. "Devi leggerla, devi.".

L'attenzione della cameriera fu attratta dal pezzo di carta sul tavolo, apparentemente dimenticato. Con un movimento rapido, afferrò la lettera, sollevandola per esaminarla con curiosità. Mentre le sue dita scorrevano sul sigillo rotto, si chiese se fosse il caso di curiosare.

"Mah, cosa sarà mai questa? Devono averla dimenticata." sussurrò tra sé, con voce bassa. Con un'aria di illecito interesse, iniziò a leggere il contenuto della lettera. Le sue sopracciglia si sollevarono leggermente mentre scorreva le righe, assorbita dalle parole scritte.

Isabella trattenne il respiro, la tensione aumentava con ogni parola letta. "Sì, continua," pensò, il suo cuore batteva con forza nel petto. "Devi capire tutto. Si deve sapere la verità su Lorenzo."

"Interessante," mormorò la cameriera, arretrando di qualche passo e guardandosi intorno per accertarsi di non essere vista, come se avesse appena commesso un piccolo peccato. "Ma cosa significheranno tutte queste informazioni su quel signore De Luca?"

Quando vide la cameriera indietreggiare leggermente, Isabella si morse il labbro inferiore, ansiosa di conoscere la sua reazione. "Cosa stai pensando?" si chiese, stringendo le mani in pugni di nervosismo. "Vuoi condividere la verità o la terrai per te?"

La cameriera sospirò, incerta su cosa fare. La tentazione di condividere il contenuto della lettera con le altre domestiche era forte.

"Dovrei farlo sapere a qualcuno?" si chiese, stringendo la lettera tra le mani. Diede un'ultima occhiata alla missiva poi la infilò nella tasca del grembiule, determinata a decidere il da farsi in seguito.

Il viso di Isabella si illuminò quando la cameriera nascose la lettera. "Sì, brava," pensò con un sorriso sottile di soddisfazione. "Ora tocca a te decidere cosa fare con quelle informazioni. Ma so che farai la cosa giusta."

Isabella, con il cuore che ancora batteva forte per l'emozione, si voltò per raggiungere il padre e condividere con lui il successo del loro piano. Nel voltarsi, però, strofinò il viso proprio contro la cravatta del signor Bianchi, che aveva raggiunto la figlia, vinto dalla curiosità.

"Padre," esclamò Isabella, "hai visto cosa è successo? La nostra piccola strategia ha funzionato alla perfezione!"

"Davvero? Raccontami tutto, figlia mia" rispose l'uomo, osservando Isabella con attenzione.

Isabella annuì piena di entusiasmo. "La cameriera ha trovato la lettera e l'ha letta! Abbiamo speranza che la verità su Lorenzo possa finalmente diffondersi."

Il padre di Isabella accolse la notizia con soddisfazione. "Questa è una grande notizia, Isabella," disse, posando gentilmente una mano sulla spalla della figlia. "Siamo sulla strada giusta per aiutare Lorenzo a ripristinare la sua reputazione."

Isabella sorrise, grata. "Sì, padre. Non sarebbe stato possibile senza il tuo aiuto."

Il padre di Isabella ricambiò il sorriso, ma fece notare con gentilezza alla figlia che era domenica e che stavano facendo tardi.  "Isabella, dovremmo affrettarci se vogliamo essere in tempo per la messa delle 10" disse, con un tono di sollecitudine nella voce . "Non vorremmo mancare l'appuntamento con il Signore, vero?"

Isabella annuì, realizzando all'improvviso il passare del tempo. "Hai ragione, padre," rispose con un velo di imbarazzo sulle guance. "Dobbiamo muoverci velocemente se vogliamo essere in chiesa in tempo per la messa."

Isabella si affrettò lungo i corridoi della sua dimora con la mente piena di pensieri. "Devo fare qualcosa", si ripeteva mentalmente, stringendo con forza il rosario tra le mani. "Devo far sì che la verità su Lorenzo si diffonda il più rapidamente possibile."

Mentre si avvicinava alla chiesa, un'idea si fece strada fra i suoi pensieri. "La messa delle 10!" si rammentò, sentendo l'urgenza di arrivare in tempo per la cerimonia. "Tutti saranno lì. È l'occasione perfetta. Credo proprio che oggi mi confesserò."

Isabella, conscia dell'importanza di agire con prudenza, decise di confessarsi proprio durante la messa, sapendo che in quel momento tutte le signore della città sarebbero state presenti in chiesa e in fila per la confessione. "Se parlo durante la confessione," rifletteva, "qualcuno potrebbe origliare e diffondere ciò che ho da dire."

Giunta in chiesa, la ragazza si guardò attentamente intorno alla ricerca di una signora affidabile in tema di pettegolezzi. Il suo sguardo si posò immediatamente su una donna ben vestita, la signora Moretti, nota in città per essere una vera esperta nel diffondere ogni sorta di chiacchiera.

"È lei", pensò Isabella, notando il fervore con cui questa si intratteneva con le altre donne, scambiando notizie e commenti.

Quando si accorse che la signora Moretti si era avviata al confessionale, si affrettò per essere certa di entrare per prima.

Una volta che fu il suo turno, si avvicinò al prete con sicurezza, pronta a condividere ogni dettaglio contenuto nella lettera ricevuta quella mattina.

Nell'oscurità del confessionale, con voce ferma e attenta perché fosse udita anche dalla signora Moretti, Isabella iniziò a raccontare ogni dettaglio della storia di Lorenzo, riproducendo fedelmente ciò che la lettera aveva rivelato. "Padre," incominciò, "ho qualcosa di importante da confessare, qualcosa che riguarda un uomo ingiustamente accusato".