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Il segreto dell'isola di vetro
Capitolo 2
Aurora trascorse la notte immersa nei suoi pensieri, ripensando alle parole di Leonardo e al ritratto enigmatico di Maddalena De Medici. Al mattino, dopo una colazione leggera, si ritrovò di nuovo nella sala dove era custodito il dipinto. Carlo, il maggiordomo, l'aveva accompagnata in silenzio, lasciandola poi sola.
Si avvicinò lentamente al ritratto, studiando ogni dettaglio. Il volto di Maddalena, così etereo e sereno, le sembrava sempre più familiare, quasi come se l’avesse già visto in passato. C’erano segni evidenti di alterazioni: strati di vernice che non appartenevano all’epoca originale, piccole incrinature che suggerivano un restauro maldestro.
Ma c'era qualcos'altro. Un dettaglio che l’aveva incuriosita fin dal primo momento.
Le mani.
Erano dipinte in modo diverso rispetto al resto del corpo, con una precisione quasi maniacale, ma sembravano incomplete, come se l'artista avesse volutamente voluto nascondere qualcosa. Le dita sottili erano coperte da piccoli, intricati ricami, ma Aurora notò una leggera sfumatura sotto i pigmenti. Un altro strato di vernice? Qualcosa di cancellato?
Si chinò in avanti per osservare meglio, e fu proprio in quel momento che sentì un fruscio dietro di sé. Si voltò di scatto con il cuore in gola.
Leonardo era sulla soglia della stanza.
“Mi scusi se l'ho spaventata,” disse. “Non era mia intenzione.”
Aurora fece un respiro profondo. “Non si preoccupi. Ero talmente concentrata che non l’ho sentita entrare.”
Leonardo si avvicinò, osservando il dipinto. “Ha già scoperto qualcosa?”
“Non ancora, ma c’è sicuramente qualcosa di strano nelle mani,” disse Aurora, puntando lo sguardo su quella parte del ritratto. “Sembra che ci sia un altro strato di vernice sotto. Qualcosa che è stato coperto.”
Leonardo si irrigidì leggermente, come se quella rivelazione l’avesse colpito. “È possibile. La storia della mia famiglia è piena di segreti… e di omissioni.”
Aurora non disse nulla, aspettando che continuasse e sperando che rivelasse qualcosa di importante.
“C’è una leggenda legata a questo ritratto,” iniziò. “Si dice che l’artista, un giovane pittore innamorato di Maddalena, abbia nascosto un messaggio segreto nel dipinto. Un messaggio che nessuno è mai riuscito a decifrare. Maddalena morì in circostanze misteriose poco dopo il completamento del ritratto, e alcuni credono che l'artista conoscesse la verità sulla sua morte.”
Aurora si sentì elettrizzata. “E lei pensa che quel messaggio sia ancora qui? Nascosto nel dipinto?”
Leonardo si voltò verso di lei. “Non ne sono sicuro. Ma se c’è qualcuno in grado di scoprirlo, quella è lei.”
Aurora abbassò lo sguardo sul ritratto, cercando di contenere la tensione che stava provando. Sentiva una responsabilità enorme. Il mistero e i segreti nascosti in quel dipinto, l’insolita attrazione che provava verso quel luogo e Leonardo stesso… tutto sembrava avvolto in una fitta nebbia.
“Allora comincerò subito,” disse. “Avrò bisogno di tempo per studiare il dipinto e capire come rimuovere gli strati di vernice senza danneggiare l’opera originale.”
Leonardo annuì. “Prenda tutto il tempo che le serve. Ma una cosa… le consiglio di essere discreta.”
Aurora lo guardò perplessa. “Cosa intende dire?”
“Questa villa ha i suoi fantasmi,” rispose Leonardo. “Non solo nel senso figurato. C’è chi crede che il passato debba rimanere sepolto, e non tutti apprezzano che qualcuno tenti di riportarlo alla luce.”
Aurora sentì un brivido lungo la schiena. “Chi altro vive qui, oltre a noi?”
Leonardo rimase in silenzio per un momento, poi accennò un sorriso. “Vedrà. Non siamo mai veramente soli.”
Con quella frase fece un'uscita d'effetto, semplicemente si voltò e si allontanò, lasciando Aurora sola con il ritratto e mille domande senza risposta.
Restò lì a lungo, riflettendo. Si avvicinò di nuovo al dipinto e sfiorò con le dita il bordo delle mani di Maddalena. Cosa aveva nascosto l’artista? E perché qualcuno avrebbe voluto mantenere il segreto?
A questo punto Aurora poteva solo immaginare di essere di fronte a qualcosa di molto di più di un semplice restauro.
Trascorse i giorni seguenti immersa nel lavoro, cercando di concentrarsi esclusivamente sul dipinto. Ogni mattina si svegliava con la stessa inquietudine e la sensazione che qualcosa o qualcuno la stesse osservando, anche quando era sola nella stanza con il ritratto. Quell'atmosfera cupa e penetrante che avvolgeva Maddalena De Medici sembrava gravare sull'intera villa, anzi su tutta l'isola.
Decise di affrontare il restauro con estrema cautela. Aveva chiesto a Carlo di fornirle degli strumenti speciali per rimuovere gli strati superficiali della vernice senza danneggiare l'opera originale, ma il processo era lento e richiedeva precisione. Ogni volta che sfiorava la superficie del dipinto sentiva il peso della responsabilità.
Un pomeriggio, mentre Aurora era profondamente concentrata su un dettaglio delle mani di Maddalena, sentì un fruscio alle sue spalle. Si voltò di scatto, ma non vide nessuno. Solo il vento che entrava da una finestra aperta.
Sospirò, cercando di rilassarsi. Stava diventando paranoica.
Tornò al dipinto, ma non riuscì più a concentrarsi. Le parole di Leonardo continuavano a riecheggiarle nella mente. “Non siamo mai veramente soli.”
Decise di prendere una pausa. Uscì dalla stanza e si diresse verso i giardini della villa, cercando un po' di aria fresca per schiarirsi le idee. L’aria salmastra del mare la colpì non appena varcò la soglia e si sentì subito più leggera. Il giardino era vasto, con sentieri di ghiaia che si snodavano tra siepi ben curate e vecchie statue di marmo, consumate dal tempo.
Mentre camminava tra le piante di lavanda e gli alberi di ulivo, notò una figura in lontananza. Una donna, vestita di bianco, si aggirava tra le statue. Aurora aggrottò la fronte. Non aveva visto altre persone sull’isola, a parte Leonardo e Carlo. Chi poteva essere?
Si avvicinò lentamente, cercando di non farsi notare, ma quando la figura si voltò verso di lei, Aurora sentì il cuore fermarsi per un istante. Era una donna giovane, con lunghi capelli scuri e un volto pallido, ma i suoi occhi… quegli occhi, sembravano vuoti e pieni di tristezza ed erano fissi su di lei.
Aurora cercò di parlare, ma le parole rimasero inchiodate nella sua mente.
La donna non disse nulla, si limitò a fissarla per qualche istante prima di svanire tra le ombre degli alberi. Aurora si precipitò verso il punto dove l’aveva vista, ma non trovò nulla. Solo il silenzio del giardino e il suono del vento tra le foglie.
“Tutto bene, signorina Conti?”
La voce profonda di Carlo la fece sobbalzare. Si voltò di scatto e lo vide fermo qualche metro dietro di lei, con il solito volto impassibile.
“Sì, tutto bene,” mentì Aurora, cercando di mascherare l’agitazione. “Ho solo pensato di fare una passeggiata.”
Carlo la osservò per un lungo momento, come se sapesse esattamente cosa fosse successo e volesse testarne la reazione. Poi, senza dire altro, fece un leggero inchino e si allontanò, lasciandola sola.
Aurora rimase a guardare il punto in cui aveva visto la donna per qualche istante prima di tornare sui suoi passi verso la villa.
Quella sera, Aurora si ritirò presto nella sua stanza, ma non riuscì a dormire. Continuava a ripensare alla figura che aveva visto nel giardino. Chi era? E perché non l'aveva incontrata prima? Era forse un ospite appena arrivata? Le parve strano che il signor De Medici non gliel'avesse ancora presentata.
Si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra spalancata, guardando il mare nero che si agitava sotto la luce pallida della luna. Le onde si infrangevano contro la scogliera con una furia ribelle e ipnotica.
Una leggera brezza entrò nella stanza, facendola rabbrividire. Si voltò dopo aver chiuso la finestra, ma appena si girò, il suo cuore mancò un battito.
Maddalena De Medici era lì, di fronte a lei.
O meglio, lo spettro della donna che aveva visto nel giardino. Era immobile, i suoi occhi scuri fissi su Aurora con un’espressione piena di disperazione.
Aurora si sentì congelare il sangue nelle vene, incapace di muoversi o di parlare. La figura si avvicinò lentamente, quasi scivolando sul pavimento, fino a fermarsi a pochi passi da lei. Poi, con un sussurro appena udibile, parlò.
“Non fidarti di lui.”
Aurora sentì un brivido ghiacciato lungo la schiena che la pietrificò.
Come era arrivata la figura svanì nel nulla, lasciando Aurora da sola nella sua stanza con il cuore che le batteva furiosamente.
Chi era “lui”? Leonardo? Carlo? Qualcun altro?