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Il segreto dell'isola di vetro
Capitolo 9
La notte si era posata sulla villa come un manto silenzioso. Aurora sedeva accanto alla finestra della sua stanza, lo sguardo perso nella vastità del cielo stellato. La villa sembrava respirare lentamente, ogni suo angolo avvolto da un’aura di segreti mai svelati. Ma quella notte, il mistero che più la tormentava non riguardava Maddalena o Giacomo. Era il suo cuore.
Leonardo. Non poteva ignorare l’intensità di quello che provava per lui. Non era solo attrazione, né semplice affinità. Avevano condiviso momenti che l’avevano segnata profondamente. Rivide nella mente l’istante in cui, tenendosi per mano, avevano aperto la grotta sulla scogliera. Un gesto che sembrava appartenere a un altro mondo, un momento così carico di simbolismo che ancora le faceva venire i brividi. Si erano trovati, in quella grotta, come se la forza della storia li avesse scelti per portare alla luce una verità dimenticata. E in quel momento, Aurora aveva capito quanto Leonardo fosse importante per lei.
Ma ora c’era Riccardo. La sua presenza era come un vento nuovo, destabilizzante. La sua sicurezza, il modo in cui la guardava, come se fosse l’unica persona nella stanza… Tutto di lui la incuriosiva. Tuttavia, c’era qualcosa che non riusciva a decifrare, qualcosa che la tratteneva dal lasciarsi andare del tutto. Si era chiesta più volte perché Riccardo fosse lì davvero. Perché un investigatore privato avrebbe dovuto interessarsi tanto al mistero della villa?
Leonardo, seduto nella biblioteca, era immerso nei suoi pensieri. Aveva lasciato che Aurora si ritirasse nella sua stanza senza fermarla, ma ogni fibra del suo essere urlava che avrebbe dovuto farlo. Sapeva di amarla. Era una certezza che non aveva bisogno di essere analizzata. L'aveva capito durante quei giorni trascorsi insieme, scavando nei segreti della villa, affrontando Carlo, e soprattutto in quel momento sulla scogliera. Aurora gli apparteneva, non come un possesso, ma come una parte di sé che non poteva ignorare.
Eppure, c'era Riccardo. L’investigatore lo irritava. Non si fidava di lui, non si fidava della sua presenza improvvisa e della sua attenzione costante verso Aurora. Riccardo non era lì solo per indagare sul quadro, ne era certo. E se Aurora si fosse lasciata ammaliare da lui? Questa possibilità lo faceva impazzire. Non era mai stato un uomo geloso, ma con Aurora ogni certezza sembrava dissolversi.
In un’altra stanza della villa, Riccardo si versò un bicchiere di whisky, lo sguardo fisso su un vecchio ritratto appeso alla parete. Era un De Medici, ne era sicuro. Aveva studiato ogni dettaglio dei loro ritratti, e quel volto lo aveva visto in qualche archivio dimenticato. Aveva accettato il lavoro di Carlo perché sapeva che l’eredità dei De Medici poteva nascondere qualcosa di più di un semplice mistero artistico. Il quadro di Maddalena non era solo un'opera d'arte: rappresentava la chiave per un’antica eredità. Carlo gli aveva promesso una somma ingente per recuperarlo e assicurarsi che non finisse mai sotto i riflettori. La famiglia dei servitori, che per secoli era stata al fianco dei De Medici, nascondeva qualcosa che non doveva mai essere scoperto.
E poi c’era Aurora. Non aveva previsto che una donna come lei potesse mettere in discussione le sue priorità. Era attratto dalla sua forza, dalla sua curiosità, dalla sua capacità di affrontare i misteri con una determinazione disarmante. Lei gli ricordava ciò che aveva sempre cercato di evitare: un legame reale, un sentimento vero. Ma Aurora sembrava già legata a Leonardo, e questo lo irritava più di quanto volesse ammettere. Non era tipo da arrendersi facilmente, né sul lavoro né in amore.
Mentre la villa sprofondava nel silenzio, tre cuori battevano all'unisono, ciascuno perso nei propri pensieri, nei propri dubbi e nei propri desideri. Aurora era al centro di tutto, divisa tra il legame profondo con Leonardo e l’attrazione sconvolgente per Riccardo.
La sala era avvolta da un’atmosfera sospesa, illuminata da candelabri antichi che gettavano ombre tremolanti sulle pareti rivestite di velluto rosso. L'asta si svolgeva in un palazzo decadente alla periferia di una città di cui pochi conoscevano persino il nome. Il luogo era segreto, il pubblico selezionatissimo. Riccardo era riuscito a infiltrarsi grazie ai contatti che Carlo gli aveva fornito, ma aveva dovuto promettere discrezione assoluta.
Aurora e Leonardo, invece, erano nascosti in un angolo buio della sala, lontani dagli sguardi indiscreti. Riccardo li aveva convinti a partecipare con insistenza, ma senza rivelare tutti i dettagli. “Dovete venire,” aveva detto. “Questa potrebbe essere la chiave per capire tutto.”
Sul palco, il banditore annunciava il prossimo lotto con enfasi teatrale: “E ora, signore e signori, un pezzo unico, inestimabile. Il ritratto di una dama misteriosa, risalente al XVIII secolo.”
Aurora trattenne il respiro. L’uomo rimosse il drappo che copriva il dipinto e rivelò un ritratto sorprendentemente simile a quello di Maddalena De Medici. La donna raffigurata aveva lo stesso sguardo enigmatico, lo stesso sorriso accennato, ma i colori del quadro erano più vividi, e sullo sfondo si intravedeva un paesaggio completamente diverso: non la villa, bensì una città affacciata su un fiume.
“Eccolo!,” sussurrò Aurora, scambiando un’occhiata con Leonardo. Il dipinto era quello della foto che l’investigatore gli aveva mostrato più volte.
Riccardo, seduto poco distante, si chinò verso di loro. “Quel quadro è il motivo per cui sono qui,” disse a bassa voce. “È stato trafugato da una collezione privata anni fa. Ma ora capisco perché è così importante. Guardate i dettagli.”
Leonardo socchiuse gli occhi, cercando di cogliere ciò che Riccardo intendeva. Poi lo vide: sul lato destro del quadro, quasi nascosto tra le pieghe dell’abito della donna, c’era un piccolo stemma. Era lo stemma della famiglia De Medici, identico a quello che aveva visto in biblioteca, impresso su alcuni documenti antichi.
“Questo non ha senso,” bisbigliò Leonardo. “Perché un quadro come questo si trova qui, all’asta? E perché non l’abbiamo mai visto nella villa?”
“Perché non è mai stato nella villa,” rispose Riccardo. “O almeno non fino a quando Maddalena e Giacomo non hanno cercato di nasconderlo. Questo quadro è un ritratto della giovane Maddalena, fatto prima che si trasferisse nella villa. Mostra il luogo in cui è cresciuta, la città che ha lasciato per vivere con Giacomo. E potrebbe contenere dettagli su ciò che hanno tentato di proteggere.”
Aurora guardò di nuovo il quadro, questa volta cercando qualcosa di più. “Pensi che sia legato al loro segreto?” chiese.
“Ne sono certo,” disse Riccardo, con una determinazione che lo fece sembrare più vulnerabile. “Carlo mi ha ingaggiato per rintracciare questo quadro. Ma non era solo per il dipinto in sé. Carlo sapeva che dietro questa storia c’è qualcosa di molto più grande. Qualcosa che riguarda la sua famiglia e, forse, anche la vostra.”
Aurora e Leonardo si scambiarono uno sguardo, i pensieri in tumulto. Carlo... Adesso tutto era chiaro, tutto tornava: cosa ci facesse Riccardo sull’isola e perché il maggiordomo si fosse tenuto a distanza dopo lo scontro alla scogliera.
Intanto, l’asta proseguiva. Le cifre salivano vertiginosamente, e l’atmosfera si faceva sempre più tesa.
“Non possiamo lasciarlo andare,” disse Leonardo, la voce carica di urgenza. “Se quel quadro finisce nelle mani sbagliate, potremmo perdere ogni possibilità di scoprire la verità.”
“Già,” mormorò Riccardo. “Ma non possiamo nemmeno permetterci di comprarlo.”
Aurora si fece avanti, gli occhi fissi sul palco. “Allora dobbiamo trovare un altro modo.”
Il quadro rappresentava un legame tra passato e presente, tra Maddalena e Giacomo, tra i segreti della villa e quel mistero che sembrava non voler lasciarli andare. Aurora lo sapeva: il dipinto non era solo un’opera d’arte.
La tensione nella sala cresceva a ogni rilancio, mentre il banditore scandiva con voce entusiasta le cifre che salivano vertiginosamente. Aurora, Leonardo e Riccardo osservavano con ansia crescente, cercando un modo per intervenire.
“Due milioni di euro!” esclamò un uomo in fondo alla sala, il suo viso era parzialmente nascosto nell’ombra.
Leonardo si sporse verso Riccardo. “Chi sono queste persone? Non sembrano collezionisti normali.”
Riccardo annuì. “Non lo sono. Questo non è un luogo per appassionati d’arte, ma per chi cerca di comprare e vendere pezzi che non dovrebbero mai vedere la luce del sole. Criminali, trafficanti, gente senza scrupoli.”
Aurora rabbrividì, ma i suoi occhi non lasciavano il quadro. Ogni dettaglio sembrava gridare segreti nascosti, promesse di una verità da portare alla luce.
“Tre milioni!” gridò una donna seduta in prima fila, la voce tagliente e sicura.
Aurora si aggrappò al braccio di Leonardo. “Dobbiamo fare qualcosa! Non possiamo lasciare che finisca in mani sconosciute.”
Leonardo scosse la testa, cercando di mantenere la calma. “Non abbiamo nemmeno i soldi per partecipare all’asta, Aurora. Non possiamo semplicemente alzare la mano e rilanciare.”
Riccardo, invece, sembrava pensieroso. “Aspettate,” disse. “Potremmo non dover comprare il quadro… basta che impediamo a chiunque di portarlo via.”
“E come pensi di farlo?” chiese Leonardo, la voce bassa e diffidente.
Riccardo non rispose subito, ma il suo sguardo si fece più scuro. “Lasciate fare a me. Continuate a osservare, e quando vi dirò di muovervi, fatelo.”
Aurora e Leonardo si scambiarono uno sguardo dubbioso, ma prima che potessero discutere, un’altra offerta attirò la loro attenzione.
“Cinque milioni!” La cifra fece ammutolire la sala per un istante.
Il banditore, visibilmente soddisfatto, batté il martelletto. “Cinque milioni al signore laggiù! Qualcuno offre di più?”
Riccardo si alzò lentamente, dirigendosi verso il retro della sala senza dire nulla. Leonardo lo osservò allontanarsi, stringendo i pugni. “Non mi fido di lui,” disse a bassa voce.
“Neanche io,” ammise Aurora. “Ma non abbiamo scelta. Se ha un piano, dobbiamo seguirlo.”
Il banditore sollevò il martelletto per la terza volta. “Cinque milioni, una… due…”
Un improvviso blackout calò sulla sala. La luce dei candelabri si spense, lasciando tutti nell’oscurità. Grida confuse si levarono dalla folla, seguite dal rumore di passi affrettati e oggetti che cadevano.
Aurora afferrò la mano di Leonardo. “Che sta succedendo?”
“Non lo so, ma resta vicina,” rispose lui, cercando di orientarsi nel buio.
Dopo pochi istanti, le luci di emergenza si accesero, illuminando fiocamente la sala. Il quadro era sparito.
“Dov’è il dipinto?” gridò qualcuno, mentre altri si guardavano intorno con sospetto.
Aurora e Leonardo si spostarono verso il palco, ma furono bloccati da una folla confusa e in preda al panico. In lontananza, Riccardo li osservava da una porta laterale, facendo loro un cenno veloce.
“Venite!” gridò, prima di scomparire nell’ombra.
Senza pensarci due volte, Aurora e Leonardo lo seguirono con il cuore in gola. Passarono attraverso un corridoio stretto e mal illuminato, uscendo infine in un cortile sul retro.
Riccardo li aspettava, con il quadro in mano. “Non chiedete come, ma l’ho preso,” disse, respirando a fatica.
“Sei impazzito?” sbottò Leonardo, fissandolo con occhi pieni di rabbia. “Hai idea di cosa hai appena fatto?”
“Certo,” rispose Riccardo, con un sorriso soddisfatto. “Ho salvato un pezzo di storia. E forse anche le vostre vite. Ora, però, dobbiamo andarcene prima che ci trovino.”
Aurora guardò il quadro, incapace di distogliere lo sguardo dalla figura di Maddalena, come se le stesse parlando. “Questo quadro…”
“Lo scopriremo,” disse Riccardo, spingendoli verso una macchina parcheggiata poco distante. “Ma prima dobbiamo metterci al sicuro.”
Mentre il motore si accendeva, Leonardo lanciò un’occhiata verso Riccardo. Il sospetto nei suoi occhi era più forte che mai. Aurora, invece, si sentiva intrappolata tra i due uomini, ma adesso non aveva tempo di pensare al suo cuore.