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Luce nell'Open Space

Capitolo 6

Claudia non poteva ignorare quello che stava accadendo. Le continue allusioni dei colleghi, i piccoli incidenti sul lavoro e l’atteggiamento sempre più ostile di Marco nei confronti di Luca avevano ormai raggiunto un punto critico. Dopo giorni di riflessione, decise che era arrivato il momento di affrontare la situazione, anche se significava mettere in discussione un’amicizia di lunga data.

Una sera, quando ormai l’ufficio si era svuotato e il sole stava calando all’orizzonte, Claudia andò da Marco. Lui era ancora seduto alla sua scrivania, immerso in una fitta documentazione. Sentendo i suoi passi, sollevò lo sguardo e una scintilla di irritazione attraversò i suoi occhi.

"Possiamo parlare?" chiese Claudia, cercando di mantenere un tono calmo.

Marco sospirò, lasciando cadere i documenti sulla scrivania. "Se sei qui per difendere il tuo 'protegé', non c’è bisogno. Ho già sentito abbastanza oggi."

Claudia si sedette di fronte a lui, guardandolo con intensità. "Non sono qui per difendere nessuno, Marco. Sono qui per parlare con te. So cosa stai facendo, so che stai cercando di mettere Luca in cattiva luce e non posso permetterlo."

Marco fece un sorriso amaro. "Ah, davvero? E cosa farai, Claudia? Licenziarmi? Non posso credere che tu sia disposta a rovinare la nostra amicizia per... per un ragazzino che conosci a malapena."

Claudia sentì un tuffo al cuore. La sua voce si incrinò per un attimo, ma si riprese subito. "Marco, tu sei un amico, un collega in cui ho sempre avuto fiducia. Ma non posso accettare che tu cerchi di manipolare le cose solo perché non riesci ad accettare i miei sentimenti."

Lui si alzò in piedi, le mani chiuse a pugno. "I tuoi sentimenti?" ripeté con amarezza. "Cosa pensi di aver trovato in lui che non hai mai visto in me? Sono stato qui per te, accanto a te, tutti questi anni. E tu scegli lui, uno che non sa nemmeno cosa significhi lavorare davvero!"

Claudia non si lasciò intimidire dalla sua reazione. "Non è una questione di chi c’era prima o chi ha fatto di più, Marco. Io ho scelto Luca perché con lui mi sento... me stessa. Perché è autentico, perché mi fa sentire viva. E non ho intenzione di lasciarti distruggere ciò che abbiamo."

Marco la fissò, gli occhi carichi di dolore e rabbia. "Quindi è così? Sei pronta a sacrificare tutto per lui?"

Claudia scosse la testa. "Non sto sacrificando niente, Marco. Sto solo seguendo ciò che sento. Ma tu... tu stai rischiando di perdere tutto, continuando in questo modo."

Per un attimo, Marco sembrò voler dire qualcosa, poi distolse lo sguardo. Un silenzio pesante calò tra loro, interrotto solo dal ronzio delle luci al neon. Finalmente, Marco parlò, con una voce bassa e carica di amarezza. "Sai cosa? Forse hai ragione. Forse è meglio che me ne vada. Questo posto, questa... situazione, non fanno più per me."

Claudia sentì un nodo allo stomaco. "Non è questo che voglio. Io... io non voglio perderti come amico."

Lui rise, ma era una risata vuota. "Amico? È troppo tardi per quello, Claudia. Molto troppo tardi."

E con quelle parole, prese la sua giacca e si avviò verso l’uscita. Si fermò un attimo sulla porta, girandosi un’ultima volta verso di lei. "Ma non pensare che sarà così facile. Ci sono molte cose che posso fare prima di andarmene, e tu sai quanto posso essere determinato."

Claudia lo guardò andarsene sapendo che la loro amicizia era ormai distrutta e che, da quel momento in poi, Marco sarebbe stato un avversario piuttosto che un alleato. 

Claudia passò la notte a riflettere, seduta al tavolo della cucina con una tazza di caffè ormai fredda tra le mani. La situazione era diventata insostenibile: la tensione con Marco, i pettegolezzi che dilagavano nell’ufficio, il costante giudizio dei colleghi. E poi c’era Luca. Luca, che ogni giorno la guardava con quegli occhi sinceri, carichi di ammirazione e amore. Claudia sapeva che, per proteggere la loro relazione e la sua integrità, doveva fare qualcosa di drastico.

Il giorno seguente, entrò in ufficio più decisa che mai. Si fermò un attimo davanti alla porta del direttore, inspirò profondamente e bussò. "Avanti," disse la voce ferma dall'interno. Claudia entrò e chiuse la porta dietro di sé.

"Signor Bruni, devo parlarle di una questione importante," iniziò, sedendosi di fronte alla sua scrivania. Il direttore la osservò con un sopracciglio alzato, evidentemente sorpreso dalla serietà della sua espressione.

"Certo, Claudia. Di cosa si tratta?"

Lei prese un respiro profondo. "Ho deciso di dimettermi dal mio ruolo di coordinatrice del team."

Il direttore rimase per un attimo in silenzio, poi scosse la testa incredulo. "Dimetterti? Ma perché? Sei una delle migliori professioniste che abbiamo."

Claudia abbassò lo sguardo, raccogliendo le parole. "Negli ultimi mesi, ho sviluppato una relazione personale con uno dei membri del mio team. So che questo crea un conflitto di interessi, e non voglio che la mia posizione comprometta la professionalità e l’integrità del lavoro che facciamo qui."

Il direttore la fissò, riflettendo sulle sue parole. "Stai parlando di Luca, vero?"

Claudia annuì. "Sì, signore. Ho riflettuto a lungo, e credo che la cosa più giusta sia fare un passo indietro. Voglio che Luca possa crescere e affermarsi senza che la nostra relazione venga vista come un vantaggio o un ostacolo."

"Sei consapevole che lasciare il tuo ruolo potrebbe limitare la tua carriera? Potresti perdere opportunità importanti, Claudia," disse il direttore, cercando di farla ragionare.

Claudia sorrise leggermente, sentendo un peso sollevarsi dal suo petto. "Ne sono consapevole. Ma sono disposta a farlo. Voglio dimostrare a tutti che i miei sentimenti non hanno mai influenzato il mio lavoro, né il suo. Preferisco essere giudicata per le mie decisioni, non per i miei sentimenti."

Il direttore la osservò a lungo, poi si appoggiò allo schienale della sedia, esalando un lungo sospiro. "Non posso fare altro che rispettare la tua decisione, Claudia. Sei una professionista eccezionale, e sarà una grande perdita per noi."

"Grazie, signore," disse lei, alzandosi. "Ma credo che sia la scelta giusta."

Più tardi, quella sera, Claudia attese Luca all’uscita dell’ufficio. Quando lo vide arrivare, lo chiamò. "Luca, posso parlarti un momento?"

"Claudia, cosa succede?" chiese lui, vedendo l’espressione seria sul suo volto.

"Ho preso una decisione," iniziò lei, cercando le parole giuste. "Ho dato le mie dimissioni da coordinatrice."

Luca la guardò incredulo, il cuore improvvisamente accelerato. "Ma perché? Per colpa del nostro rapporto? Non dovevi farlo, Claudia!"

Claudia gli prese le mani, stringendole tra le sue. "L’ho fatto proprio per noi, Luca. Non voglio che la nostra relazione venga sminuita da pettegolezzi o pregiudizi. Voglio che tu cresca in questa azienda senza l’ombra del dubbio che qualcuno possa pensare che io ti stia avvantaggiando."

Lui rimase in silenzio per un attimo, poi sorrise. "Hai fatto tutto questo per me? Per noi?"

"Sì," rispose lei, con gli occhi lucidi. "Perché tu sei importante per me, più di qualsiasi carriera o ruolo. E non voglio che nulla si frapponga tra noi."

Luca la abbracciò con forza, stringendola a sé. "Ma Claudia... io non voglio che tu rinunci alla tua carriera così, per me e nemmeno per noi."

Lei lo guardò negli occhi, sorridendo. "Lo faccio anche per me. Adesso non ci sarà più nulla a fermarci."

L'ufficio per Claudia era stato il suo mondo per anni, si sentì strana quando uscì per l'ultima volta da quella stanza, come se una parte di lei fosse stata lasciata alle spalle. Camminava per le strade della città, osservando le vetrine, i volti sconosciuti. Non sarebbe stato facile adesso, ma sapeva che aveva preso la decisione giusta.

Aveva passato gli ultimi giorni a inviare curriculum, partecipando a colloqui e cercando un’opportunità che la facesse sentire di nuovo motivata e una mattina, mentre era seduta al tavolo della cucina con il laptop aperto, il telefono squillò. Era un'azienda a cui aveva inviato il CV, interessata a un colloquio.

“Signora Moretti, abbiamo apprezzato molto il suo profilo. Ci piacerebbe incontrarla per discutere di una posizione che pensiamo possa fare al caso suo,” disse una voce professionale dall’altro lato della linea.

Claudia sentì una nuova energia scorrere dentro di sé. "Certo, sarei felice di discutere dell'opportunità. Quando possiamo fissare l'incontro?"

Nel frattempo, Luca continuava il suo percorso nella stessa azienda, ma ora senza il peso del giudizio degli altri. Ogni giorno diventava più sicuro, lavorando duramente per dimostrare il suo valore. Il progetto su cui aveva lavorato durante la pausa della loro relazione aveva finalmente preso forma e il suo capo, il direttore Bruni, lo convocò nel suo ufficio.

“Luca, hai fatto un lavoro straordinario con questo progetto. La tua presentazione ha impressionato i vertici e mi hanno chiesto di offrirti una posizione più di responsabilità. Sei pronto?” disse il direttore, guardandolo con approvazione.

Luca si sentì colpito dalla proposta. "Io... sì, certo. Non me lo aspettavo così presto."

"Te lo sei guadagnato, Luca. Hai dimostrato di saper stare al tuo posto e lavorare con integrità."

Quella sera, quando Luca tornò a casa, trovò Claudia seduta sul divano, immersa in una lettura. Alzò lo sguardo e sorrise.

“Ho una novità,” disse lei, con una luce negli occhi.

“Anch'io,” rispose lui, sedendosi accanto a lei. “Ma prima tu.”

“Ho un colloquio lunedì. Un’opportunità in un’azienda di consulenza. È esattamente quello che cercavo.”

Luca sorrise, prendendole la mano. “Sono così fiero di te, Claudia.”

"Anch'io sono fiera di te," replicò lei, inclinando la testa. "E tu? Cos’hai da dirmi?"

“Mi hanno offerto una promozione," disse Luca, incredulo ancora mentre le parole uscivano dalla sua bocca. "Responsabilità maggiore, più visibilità, tutto grazie a quel progetto a cui ho lavorato.”

Claudia lo abbracciò forte, piena di orgoglio. “Vedi? Era solo questione di tempo. Sei brillante, Luca.”

“E tu sei stata la mia forza,” le sussurrò all’orecchio. “Non avrei fatto tutto questo senza il tuo supporto.”

La loro relazione, con il tempo, era diventata sempre più solida. Ora che lavoravano in aziende diverse, potevano dedicarsi completamente l'uno all'altro senza alcun peso o sospetto. Ogni cena insieme era un’occasione per discutere dei loro successi e delle loro nuove sfide.

“È strano,” disse Claudia una sera, mentre passeggiavano lungo il fiume. “Ero così legata a quel posto, eppure ora mi sento così libera.”

“Non dobbiamo più pensare a cosa la gente possa dire di noi,” rispose Luca, stringendole la mano. “Grazie a te e al tuo incredibile coraggio abbiamo finalmente trovato il nostro equilibrio. ”

Claudia si fermò, girandosi verso di lui con un sorriso sereno e Luca la guardò negli occhi per un istante, poi la prese tra le braccia e la baciò. Le mani di Luca la stringevano con desiderio, senza alcuna esitazione. In quel momento, nulla sembrava più importante; c'erano solo loro due, finalmente liberi di amarsi senza limiti.

 

Fine