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Il vitello e la volpe
Seconda parte
Quella sera Vitello tornò nella stalla per l’ora di cena e la mamma lo stava già aspettando con una gran quantità di paglia e di fieno. Accanto, della buona acqua appena cambiata dal fattore.
Vitello era così emozionato per il nuovo amico incontrato quel giorno che iniziò a raccontare tutto alla sua mamma la quale, però, non ebbe la reazione che si sarebbe aspettato.
Mentre Vitello spiegava tutto quello che era accaduto, la mamma lo guardava con un’espressione incredula, spaventata e con gli occhi sgranati.
Poi lo interruppe e incominciò a spiegare a vitello che una volpe era pericolosa, che non si poteva esserle amici in alcun modo perché una volpe è un predatore e vuole il caso che un vitello sia per questa una preda.
La mamma continuó spiegandogli che quella inoltre era una volpe che abitava nel bosco per cui selvatica e nella quale gli istinti avrebbero sempre prevalso. Quindi, nonostante ella potesse essere di buon carattere, Vitello sarebbe stato sempre in pericolo perché in qualsiasi momento la vera natura predatrice avrebbe potuto imporsi.
Vitello comprendeva il timore della sua mamma, ma era certo che Volpe non lo avrebbe mai tradito, che non sarebbe mai diventato un ghiotto pasto.
Capì che non era il caso di insistere e preferì tranquillizzare la mamma dicendole che sarebbe stato molto attento, che avrebbe evitato di incontrare Volpe sapendo però che le stava mentendo.
Volpe invece conosceva bene le leggi della natura e aveva percepito, stando vicino a Vitello, quella strana sezione che lo invadeva sempre quando un animale poteva essere cibo.
La stessa però si era dapprima affievolita e poi era del tutto svanita man mano che l’amicizia con Vitello si era fatta più stretta.
Quindi, tornando a casa, non aveva raccontato nulla alla sua mamma sicuro che la sua famiglia avrebbe festeggiato la nuova scorta alimentare.
Era convinto invece che quella tra Vitello e lui sarebbe stata una meravigliosa fratellanza.
Il giorno seguente i due amici si erano dati appuntamento subito dopo l’ora di pranzo, ma vista la situazione e, consapevoli di aver infranto una delle regole principali della catena alimentare, decisero di rinviare il loro incontro a dopo il calar del sole.
Continuarono a darsi appuntamento quando tutti gli animali erano ormai addormentati e passavano ore a raccontarsi di come fosse la loro vita in fattoria e nel boschetto.
Poi un giorno Vitello acconsentì di mostrare a Volpe la fattoria.
"Mi raccomando, domani sera mangia in abbondanza e vieni bello satollo!"
Vitello preferiva andare sul sicuro, per quanto si fidasse dopotutto si trattava comunque di una volpe.
Così il giorno dopo i due amici si incontrarono dopo il calar del sole alla grande quercia e, appena gli animali furono assopiti, Volpe si appiattì, diventò sottile sottile e passó in mezzo allo steccato.
In quel momento Vitello si rese conto di come fosse facile per una volpe oltrepassare la staccionata e la sua certezza di essere al sicuro vacillò.
"Hai mangiato?" si assicurò Vitello
"Abbondantemente" lo rassicurò Volpe
Vitello si fidava di Volpe, ma credeva anche che la prudenza non fosse mai troppa.
Iniziarono così un lungo giro alla scoperta della fattoria.
Vitello raccontò di come Fiocco, l’asino della fattoria, fosse un tipo per nulla testardo, ma piuttosto amichevole. Amava anche lui stare all’aperto e più di tutto apprezzava le belle attenzioni. Era felice di ricevere carote e pere e si rilassava sotto i colpi di spazzola che il fattore gli riservava quando se ne prendeva cura.
Fiocco condivideva una piccola stalla con Bianchina, la pecora, brava a fare il latte per i formaggi, ma per niente socievole. Si infila dappertutto e conosceva tutto della fattoria e degli animali. Era una gran impicciona e diventava un agnellino quando il padrone andava da lei per mungerla.
La sua mamma mucca, Lilly per gli amici, era la più grassoccia tra gli animali della fattoria. Era severa con Vitello, ma anche molto dolce. Aveva una buona parola per tutti e le piaceva essere d’aiuto.
La capretta Sissi era la più dispettosa far gli abitanti del recinto, si arrampicava dappertutto, spesso saltava la staccionata e poi la si doveva andare a cercare.
La gattina Mimì invece era la più pelosa, le piaceva intrufolarsi nella casa del fattore per accomodarsi sopra a qualche bel comodo cuscino e fare il pieno di coccole. Il suo compito era quello di tenere lontani i topi dal mangime.
King era il cane del fattore. Era un gran goloso e per un biscotto poteva fare qualsiasi cosa. Era lui a ritrovare gli animali che si perdevano nel bosco e a evitare che le bestie si trovassero in pericolo. Difendeva i confini della fattoria in modo esemplare.
Il coniglio Tamburino era un tipo scostante, amava starsene per conto proprio e stava scavando un tunnel sotterraneo nella speranza di raggiungere l’orto senza farsi scoprire dal fattore e mangiare tutte le verdure che desiderava.
Le oche, Polpettina e Cicciottella, erano le più rumorose della fattoria. Avevano sempre qualcosa da dire e non si capiva perché dovessero sempre urlare tanto. Il loro baccano lo si poteva sentire da ogni angolo della tenuta.
Volpe ascoltava affascinato e si guardava intorno inebriato da tutte quelle nuove scoperte.
Aveva notato tutte le mangiatoie belle piene e gli abbeveratoi ben riforniti, ma le pareva che la vita in fattoria, sebbene tranquilla e più sicura, fosse, a parer suo, poco movimentata e perfino noiosa.
Quella sera, finito il giro alla scoperta della fattoria, i due tornarono alla grande quercia. Volpe si fece nuovamente sottile sottile e oltrepassò la staccionata.
Vitello tirò un sospiro di sollievo, nessuno si era accorto di loro, gli animali erano tutti immersi nei loro sogni e il fattore non aveva notato la loro presenza.
I due amici si salutarono e si diedero appuntamento per il giorno seguente.