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Il segreto dell'isola di vetro

Capitolo 13

Aurora si sforzava di mantenere un’espressione neutra mentre Riccardo entrava nella cucina. Poteva ancora sentire il calore delle labbra di Leonardo sulle sue, il tocco delle sue mani sui fianchi. Si scambiò un’occhiata veloce con lui, ma Leonardo si era già chiuso in un’espressione impassibile.

Riccardo si stiracchiò leggermente, ignaro della tensione nell’aria. "Buongiorno. Non avrei mai pensato di trovare già qualcuno sveglio." Si avvicinò con un sorriso e si versò una tazza di caffè. "Stanotte ho dormito da Dio. E voi?"

Aurora deglutì. "Io… non molto."

"Non mi sorprende," commentò Riccardo, lanciandole un’occhiata carica di premura. "Dopo quello che è successo, devi essere ancora scossa."

Leonardo si voltò bruscamente, prendendo una mela dal cesto e mordendola con troppa forza. Aurora avvertì la sua frustrazione.

"Già," Leonardo serrò la mascella, ancora irritato per l’interruzione di Riccardo. Fra i denti, borbottò a sé stesso: Devo dire alla servitù di non far entrare nessuno senza il mio consenso… L’idea che Riccardo potesse aggirarsi per la villa come e quando gli pareva lo infastidiva più di quanto volesse ammettere. E non era solo per la sua presenza ingombrante o per i suoi modi affettuosi con Aurora. No, era qualcosa di più profondo, più istintivo. Un fastidio che gli bruciava dentro, più simile alla gelosia di quanto fosse disposto a riconoscere.

Il suono del cucchiaino nella tazza di Riccardo si interruppe di colpo.

Aurora si voltò di scatto. Qualcosa era cambiato nella stanza.

La luce sembrava leggermente più fredda. L’aria si era fatta più densa. E poi… una fragranza di fiori. Non vera, non tangibile. Un’impressione, come un ricordo portato dal vento.

Aurora si mosse lentamente, attirata dal corridoio, conosceva quella sensazione.

Il quadro di Maddalena — quello che avevano portato via dall’asta — era lì, appoggiato momentaneamente su una poltrona. Ma ora… sembrava diverso.

La figura nel dipinto era immobile come sempre, eppure gli occhi parevano più profondi.

Aurora sentì un formicolio sulla pelle, e poi una voce, chiara e precisa.

“Attenzione… Non tutto è come sembra. La verità è nascosta dietro il sangue. Fidatevi di ciò che vedete, ma ancora di più di ciò che vi viene nascosto.”

Aurora sussultò. Leonardo le fu accanto un istante dopo. "L’hai sentita anche tu?"

Lei annuì. "Era lei. Maddalena."

Riccardo arrivò subito dopo. Non disse nulla. Non fece domande. Si limitò a osservare il quadro. Per un istante il suo volto perse ogni traccia di sicurezza, le pupille si dilatarono come se avesse sentito qualcosa di molto più concreto di un semplice sussurro.

Leonardo si accorse immediatamente della sua reazione e scattò in avanti, afferrandolo per il polso. "Che significa? Cosa sai?"

Aurora sussurrò: "‘La verità è nascosta dietro il sangue’. Cosa significa?"

Riccardo scosse il capo, fece un movimento rapito liberandosi dalla presa di Leonardo. "Non lo so con certezza… ma credo che non stiamo solo parlando di un’antica storia d’amore. C’è una linea di sangue, un’eredità… forse più di una."

Leonardo strinse gli occhi. «Tu sai più di quanto ci hai fatto credere.»

Aurora si voltò verso Leonardo. «Il legame… lei parla ancora di un legame. Forse tra lei e Giacomo? O…»

«O tra noi,» aggiunse lui a bassa voce.

Leonardo osservò Riccardo in silenzio.
Lui sapeva qualcosa.  

Dopo la rilevazione di Maddalena, l'atmosfera sembrava più pesante. Aurora non riusciva a scacciare dalla mente quelle parole enigmatiche, mentre Leonardo appariva più teso. Riccardo, invece, si era chiuso in un silenzio ostinato.

Quella notte, Aurora non riusciva a dormire. Si alzò dal letto e scese al piano inferiore, attratta da un’ombra che si muoveva oltre le grandi finestre del salone. Si fermò sulla soglia.

Leonardo era lì, seduto su una poltrona, un bicchiere di whisky tra le mani. Gli occhi fissi su un punto indefinito, come perso nei suoi pensieri. Quando la vide, alzò appena lo sguardo.

"Non riesci a dormire?" chiese, la voce più bassa del solito.

Aurora scosse la testa e si sedette accanto a lui. "Ho la sensazione che qualcosa ci sfugga. Come se ci fosse un disegno più grande che non riusciamo a vedere."

Leonardo annuì lentamente. "E se ci fosse qualcuno che non vuole farcelo vedere?"

Si guardarono per un lungo istante. Entrambi avevano la stessa intuizione, ma nessuno voleva pronunciarla ad alta voce.

Fu allora che sentirono un rumore.

Un fruscio fuori dalla finestra, il rumore appena percettibile di passi sul ghiaietto del giardino. Leonardo si alzò di scatto e si avvicinò alla finestra, socchiudendola con cautela.

"Niente," mormorò, richiudendo i vetri. "Ma qualcuno era qui. Ne sono sicuro."

Aurora rabbrividì. "Pensi che sia la stessa persona che mi ha aggredita?"

"Forse," rispose Leonardo. Poi, con voce più dura: "O forse qualcun altro che ci sta osservando."

La mattina seguente, Riccardo apparve più cupo del solito. Durante la colazione, sembrava assorto nei suoi pensieri, giocando distrattamente con il cucchiaino nel caffè.

Leonardo lo osservò di sottecchi. "A cosa stai pensando, Riccardo?"

L’investigatore alzò lo sguardo, ma non rispose subito. Poi, con un tono misurato, disse: "Forse dovremmo smettere di cercare."

Aurora aggrottò la fronte. "Cosa vuoi dire?"

"Voglio dire che forse stiamo andando troppo oltre. Qualcuno ci sta avvertendo. E forse dovremmo ascoltarlo."

Leonardo si irrigidì. "Non mi sembra da te voler mollare proprio ora."

Riccardo sorrise. "Forse perché so più di quanto pensiate."

Aurora sentì un brivido lungo la schiena. "Allora parlaci, Riccardo. Cosa sai che noi ignoriamo?"

Lui la fissò per un attimo, poi distolse lo sguardo. "Non ancora."

Il giorno trascorse in un silenzio inquieto. Nessuno sembrava voler parlare davvero. Leonardo si era chiuso in biblioteca, apparentemente immerso in uno dei registri dell’archivio di famiglia, ma Aurora sapeva che stava solo cercando di tenere a bada la tensione. Riccardo, invece, era sparito per ore, senza dire dove fosse diretto.

Aurora approfittò della quiete per salire nella stanza dove avevano conservato il quadro di Maddalena. Voleva rivederlo con occhi nuovi, nella speranza che potesse cogliere qualcosa che le era sfuggito prima.

La tela, però, sembrava identica. Eppure… qualcosa era cambiato. Aurora si avvicinò lentamente, fino a sfiorare con le dita la cornice. 

All’improvviso, la porta si aprì alle sue spalle. Leonardo entrò.

"Ti cercavo," disse. "Riccardo è tornato."

"Ha detto qualcosa?"

Leonardo annuì, incerto. "Sì, e no. Sta nascondendo qualcosa. Ma c’è di più. Dice di aver ricevuto una lettera anonima. Niente mittente, solo una frase scritta a mano."

Aurora lo fissò. "Cosa diceva?"

Leonardo estrasse dalla tasca un foglio ripiegato e glielo porse. Aurora lo aprì.

"Attenti a chi vi tende la mano. Non sempre chi salva vuole salvarvi."

"È un avvertimento."

"O una minaccia," ribatté Leonardo. "Dipende da chi l’ha mandata. Riccardo sostiene di non saperlo, ma..."

"...ma non gli credi."

Leonardo scrollò le spalle. "Non del tutto. Ma c’è di più." Fece una pausa, poi abbassò la voce. "Qualcuno ha cercato di entrare nello studio. I cassetti sono stati forzati, ma non manca nulla."

"Chi potrebbe essere stato?"

Leonardo fece un nome che Aurora non si aspettava. "Lina. La governante. Ha mentito su dove fosse stanotte. L’ho vista uscire dal retro, poco prima dell’alba."

Aurora si portò una mano alle labbra. "Dici che è coinvolta?"

"Non lo so. Ma sta succedendo qualcosa, Aurora. E siamo nel mezzo, senza sapere chi ci sta davvero aiutando e chi vuole vederci fallire."

Aurora tornò a fissare il quadro. "Maddalena ci ha detto di fidarci di ciò che ci viene nascosto. E se questa eredità… questa linea di sangue… fosse la chiave per tutto?"

Leonardo le si avvicinò, lentamente. "Intendi qualcosa di genealogico?"

"Forse. O qualcosa di più simbolico. Una scelta, un legame, un tradimento… qualcosa che ha cambiato il corso degli eventi."

Un rumore secco li fece voltare entrambi. Era la finestra. Spalancata. Ma nessuno l’aveva aperta.

Aurora si avvicinò di scatto e si affacciò. Nel giardino non c’era nessuno. Solo il fruscio del vento tra le foglie.

Poi, un sussurro. Portato da quella stessa brezza.

"La verità si nasconde dove il sangue fu versato. Cercate lì. E ricordate: uno di voi ha già scelto."

Aurora si ritrasse. Leonardo la sorresse.

"Hai sentito anche tu?"

Lui annuì. "Sì."

La porta della stanza si aprì di nuovo. Riccardo era lì, in piedi, immobile. "Tutto bene?"

Leonardo lo fissò a lungo. "Dipende. Tu da che parte stai, Riccardo?"

Un lampo attraversò gli occhi dell’investigatore. "La mia."

E poi si voltò, lasciandoli soli.