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Il segreto dell'isola di vetro

Capitolo 3

Aurora si svegliò il mattino seguente con la sensazione di non aver mai davvero dormito. La visione di quella donna e le sue parole enigmatiche continuavano a tormentarla. "Non fidarti di lui." Quelle parole rimbombavano nella sua mente come un'eco lontana, ma persistente. Chi era "lui"? E perché quell'avvertimento sembrava così urgente?

Decise di tenere per sé l'apparizione della notte precedente. Raccontare a Leonardo o a Carlo di aver visto uno spettro avrebbe solo complicato le cose. Aveva bisogno di risposte, non di essere considerata una pazza. Tuttavia, sapeva di non poter più ignorare quello che stava accadendo.

Dopo una rapida colazione, si diresse subito alla sala del ritratto. Carlo, sempre impeccabile e silenzioso, la salutò con un leggero inchino quando passò per il corridoio, ma Aurora non riuscì a guardarlo senza chiedersi se fosse lui l'uomo da cui il fantasma l'aveva messa in guardia. Era sempre così silenzioso, sempre presente, ma distante.

Entrata nella sala, chiuse la porta dietro di sé. Il ritratto era lì, nella sua inquietante bellezza, il volto di Maddalena che la fissava con quegli occhi tristi e consapevoli. Aurora si avvicinò alla tela, decisa a scoprire la verità. Se c'era un segreto nascosto nel dipinto, l'avrebbe trovato.

Cominciò con cautela, utilizzando i suoi strumenti per rimuovere gli strati di vernice che sembravano posticci. Era un lavoro delicato, ma Aurora era una professionista. Nonostante questo, ogni volta che toccava la superficie della tela, sentiva un leggero tremore, come se rischiasse di perdere qualcosa per sempre.

Dopo ore di lavoro meticoloso, notò qualcosa. Sotto gli strati aggiunti nel tempo, c'era un dettaglio perso nel tempo: una piccola chiave dipinta, nascosta tra i ricami dell'abito di Maddalena. Non era evidente a un primo sguardo, ma una volta che Aurora aveva iniziato a rimuovere la vernice, la chiave era apparsa con chiarezza. Il cuore le batteva forte. Non era un dettaglio ornamentale. Era un simbolo.

Ma una chiave per cosa?

Mentre rifletteva, sentì un colpo alla porta. Un bussare discreto, ma deciso.

“Avanti,” disse, cercando di non lasciar trasparire la sua agitazione.

La porta si aprì e Leonardo entrò nella stanza. Il suo sguardo passò dal volto di Aurora al ritratto, e poi tornò su di lei, i suoi occhi scuri sembravano scrutarla più del necessario.

“Vedo che ha fatto progressi,” disse, avvicinandosi alla tela. “Ha trovato qualcosa?”

Aurora esitò solo un attimo. Non sapeva se fosse saggio parlargli della chiave. Le parole dello spettro erano ancora fresche nella sua mente. Decise di non menzionarla, almeno per il momento.

“Sto iniziando a rimuovere gli strati più recenti,” rispose invece, mantenendo un tono professionale. “C'è ancora molto lavoro da fare, ma il dipinto originale sta cominciando a emergere.”

Leonardo annuì, apparentemente soddisfatto della risposta. Tuttavia, rimase vicino al dipinto, il suo sguardo rimaneva fisso sul volto di Maddalena.

“Maddalena era una donna straordinaria,” disse improvvisamente, il tono della sua voce si fece più morbido, quasi malinconico. “Molti nella mia famiglia credevano che fosse una strega, o che avesse qualche tipo di potere… Ma io penso che fosse semplicemente una donna intrappolata in una vita che non aveva scelto.”

Aurora lo osservò attentamente cercando di decifrare il suo tono. C'era una strana intensità nelle sue parole. “E cosa pensa le sia successo, davvero?”

Leonardo sospirò, passandosi una mano tra i capelli scuri. “Non lo so con certezza. Ma credo che la sua morte non sia stata un semplice incidente. Ecco perché voglio che questo ritratto venga restaurato. Forse contiene delle risposte. Forse, dopo tutti questi anni, potremo finalmente scoprire la verità.

Aurora lo guardò negli occhi, cercando di capire se fosse sincero. C'era una profondità in Leonardo che la confondeva. A volte sembrava freddo e distaccato, altre volte vulnerabile, come se portasse il peso di un passato che non riusciva a scrollarsi di dosso. Era questo il "lui" di cui Maddalena l'aveva avvertita?

«Farò del mio meglio per riportare alla luce ciò che è stato nascosto», disse Aurora.

Leonardo la fissò ancora per un momento, poi annuì lentamente. “So che lo farà. E spero che, qualsiasi cosa troverà, sia disposta a condividerla con me."

Con quelle parole, uscì dalla stanza, lasciandola di nuovo sola.

Aurora tornò al lavoro, ma l'incontro con Leonardo l'aveva scossa. C'era qualcosa in lui, qualcosa per cui non si fidava del tutto, e non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che non fosse del tutto sincero. Non fidarti di lui , le aveva detto Maddalena. Ma fino a che punto poteva seguire quell'avvertimento senza sapere a chi o a cosa si riferisse?

Mentre continuava a lavorare sul dipinto, la luce nella stanza cominciava a cambiare. Il sole stava calando, e le ombre si allungavano sulle pareti, creando figure inquietanti attorno a lei. Decise di terminare per quella giornata. Si alzò dalla sedia, i muscoli rigidi dopo ore di lavoro, e fece un passo indietro per osservare il ritratto.

Qualcosa era cambiato.

Gli occhi di Maddalena, che fino a poco prima erano stati fissi e inerti come quelli di qualsiasi altro dipinto, ora sembravano guardarla con una nuova intensità. Come se stesse cercando di dirle altro.

Aurora si avvicinò, il cuore le batteva all'impazzata e un altro brivido le percorse la schiena.

Poi, senza alcun preavviso, sentì di nuovo quel fruscio e un movimento dietro di lei.

Si voltò di scatto, ma non c'era nessuno.

Il silenzio della stanza sembrava improvvisamente soffocante. Sentiva il respiro corto, eppure non vedeva nulla di anormale. Ma quella presenza, quella sensazione di essere osservata, era innegabile.

Aurora trascorse la notte in uno stato di inquietudine crescente. Ogni ombra nella stanza sembrava più scura, ogni suono più minaccioso. Cercava di dormire, ma il suo corpo si rifiutava di riposare. Era come se l'isola stessa non volesse permetterle di chiudere l'occhio, come se la tensione che si addensava attorno a lei fosse troppo densa per essere ignorata.

Le parole dello spettro di Maddalena continuavano a ronzarle in testa: "Non fidarti di lui." Ma chi era "lui"? Leonardo, con i suoi segreti e il suo atteggiamento enigmatico? O Carlo, sempre presente e così silenzioso da sembrare un'ombra vivente? Oppure qualcun altro ancora? C'erano troppe domande e nessuna risposta concreta.

Nel cuore della notte, capì che restare a letto era inutile. Si alzò e indossò una vestaglia, avvolgendosi stretta contro il freddo che sentiva penetrare nella pelle. Fuori dalla finestra, la luna illuminava debolmente l'isola, le onde si infrangevano contro la costa implacabili. 

Senza pensarci troppo, uscì dalla stanza e cominciò a camminare per i corridoi della villa. I suoi passi riecheggiavano leggeri sul pavimento di marmo, mentre le pareti la circondavano come sentinelle silenziose. Ogni porta chiusa, ogni angolo buio sembrava celare qualcosa o forse era nuovamente solo la sua fervida immaginazione.

La sua mente tornò alla chiave nascosta nel dipinto di Maddalena. C'era un significato, ne era certa. E c'era qualcosa che ancora non aveva compreso, un tassello mancante che la faceva sentire a metà strada tra la verità e l'inganno.

Fu mentre camminava lungo il corridoio principale che vide una luce provenire da una stanza alla sua destra. Si fermò di colpo, il cuore accelerò. La porta era socchiusa, e una tenue luce filtrava attraverso la fessura. Era la biblioteca, se ricordava bene.

Aurora si avvicinò lentamente, cercando di non fare rumore. Si fermò sulla soglia e sbirciò all'interno. La vista la lasciò senza parole.

Leonardo era lì, seduto su una scrivania di un altro tempo, illuminato solo dalla luce di una piccola lampada da tavolo. Davanti a lui c'erano dei vecchi documenti e un libro rilegato in pelle scura. Aveva lo sguardo concentrato, la fronte leggermente corrugata. Non sembrava accorgersi di lei.

Aurora osservò la scena per un momento, indecisa se entrare o meno. Ma proprio mentre si voltò per andarsene, Leonardo alzò lo sguardo e la vide.

“Aurora,” disse con un tono sorpreso. “Non riesce a dormire?”

Lei esitò un istante, poi decise di entrare. "No. E lei?"

C'era una certa stanchezza nei suoi occhi. “Non molto. Ci sono troppe cose nella mia mente.”

Aurora si avvicinò lentamente alla scrivania, gettando uno sguardo al libro davanti a lui. Era aperto su una pagina ingiallita dal tempo, con scritte minuziose in una calligrafia che non esiste più.

“Che cos'è?” chiese, curiosa.

Leonardo chiuse il libro con un gesto rapido, quasi protettivo. “Un vecchio diario di famiglia. Nulla di importante.”

Aurora non era convinta, ma preferì non insistere. Tuttavia, era evidente stesse cercando di nascondere qualcosa di fondamentale. Ma cosa?

“Ho avuto una strana esperienza stanotte,” confessò Aurora, sentendo il bisogno di liberarsi dal peso. “Ho visto… Maddalena.”

Gli occhi di Leonardo si spalancarono per un istante, ma il suo volto rimase impassibile. "Cosa intendi?"

“L'ho vista, nel mio sogno… Credo fosse lei o forse non era un sogno. Era lì, nella mia stanza. Mi ha avvertita.

Leonardo si alzò lentamente, avvicinandosi a lei con uno sguardo indagatore e penetrante. "Cosa le ha detto?"

Aurora deglutì. “Mi ha detto di non fidarmi di 'lui', ma non non è stata chiara su chi stesse parlando.”

Leonardo rimase in silenzio per un lungo momento, il suo volto era diventato ombroso e difficile da interpretare. Poi sospirò e si allontanò, passando una mano tra i capelli in un gesto di frustrazione. “Questa casa… questa famiglia è piena di segreti, Aurora. Non è un posto semplice, e forse ci sono cose che sarebbe meglio non scoprire.”

Aurora lo fissò. “Ma lei vuole scoprire la verità, no? Altrimenti perché avrebbe voluto che io restaurassi il ritratto di Maddalena?”

Leonardo si accomodò di nuovo alla scrivania. “Voglio la verità, sì. Ma non sono sicuro che ci piacerà ciò che troveremo.”

Aurora rimase in piedi, indecisa sul da farsi. Avrebbe potuto continuare a fare domande, spingere Leonardo a confessare di più, ma sentiva che quella non era la notte per insistere.

Stava per uscire dalla stanza quando Leonardo parlò di nuovo, la sua voce era bassa e quasi impercettibile. “Stia attenta, Aurora. L'isola ha la sua memoria, e non sempre è gentile con chi la risveglia."

Aurora lo guardò un'ultima volta, cercando di capire cosa intendesse realmente, poi uscì dalla biblioteca e tornò nella sua stanza.

Quella notte, il sonno non arrivò comunque. La mente di Aurora era affollata di immagini: Maddalena, Leonardo, la chiave nascosta nel dipinto. C'erano troppi misteri, ma una cosa era certa: non si sarebbe fermata ora.

L'isola le stava offrendo pezzi di un puzzle che lei voleva ricomporre. 

Presto o tardi, avrebbe trovato la verità.

Ma la verità, come il mare che circondava l'isola, poteva essere profonda, oscura e piena di pericoli.