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Il segreto dell'isola di vetro

Capitolo 10

La macchina sfrecciava nella notte, lasciando dietro di sé l’asta e il caos che Riccardo aveva scatenato con la sua mossa azzardata. Aurora stringeva il quadro sulle ginocchia, il cuore ancora in gola per la fuga improvvisata. Leonardo guidava con lo sguardo fisso sulla strada, le mani serrate sul volante. Accanto a lei, Riccardo sembrava compiaciuto, ma attento a ogni dettaglio intorno a loro.

"Ci siamo appena messi contro gente pericolosa," sbottò Leonardo, rompendo il silenzio teso. "Hai idea di cosa hai fatto, Riccardo?"

L’investigatore privato scrollò le spalle. "Ho recuperato un’opera d’arte rubata. Non avremmo mai avuto un’altra occasione di metterci le mani sopra."

Aurora abbassò lo sguardo sul dipinto. La figura di Maddalena De Medici la osservava con la solita espressione enigmatica, come se custodisse ancora un segreto. Ma ora che poteva osservarlo meglio, qualcosa attirò la sua attenzione.

"Aspettate…" mormorò, avvicinando il quadro alla luce del cruscotto. "Guardate qui, nell’angolo. C’è qualcosa sotto la vernice."

Leonardo distolse per un attimo lo sguardo dalla strada per sbirciare. "Un’iscrizione?"

"Non è solo un’iscrizione," disse Riccardo, sporgendosi in avanti. "È una firma. E non è quella dell’autore ufficiale del quadro."

Aurora sfiorò con le dita il punto in cui la vernice sembrava più sottile. "Se riuscissimo a rimuovere lo strato superficiale senza danneggiarlo, potremmo scoprire qualcosa di più."

Leonardo sospirò. "Bene. Ma per farlo, dobbiamo tornare alla villa. È l’unico posto sicuro per ora."

Lungo il tragitto, il silenzio si caricò di tensione. Riccardo sembrava più concentrato del solito, mentre Leonardo lanciava occhiate sospettose dallo specchietto retrovisore. Aurora, invece, era immersa nei propri pensieri. Quel quadro era legato alla storia di Maddalena e Giacomo, ne era certa. Ma come si collegava alla villa e alla discendenza di Carlo?

Arrivati alla villa, sgusciarono all’interno senza accendere troppe luci. Il quadro venne posato con cautela sul tavolo del salone, dove Aurora tirò fuori gli strumenti necessari per analizzarlo. Leonardo incrociò le braccia, osservando Riccardo con freddezza.

"Parliamo chiaro, Riccardo. Perché eri davvero all’asta? Perché sei tanto interessato a questa storia?"

L’uomo si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le gambe con disinvoltura. "Sono un investigatore. Cerco opere d’arte rubate, lo sapete. Ma questa non è una semplice ricerca. È qualcosa di più personale."

Aurora sollevò lo sguardo, incuriosita. "Personale in che senso?"

Riccardo si passò una mano tra i capelli, come se stesse decidendo quanto rivelare. "Mio nonno lavorava per la famiglia De Medici, anni fa. Mi ha sempre raccontato storie su un quadro che era stato rubato e venduto sul mercato nero generazioni fa. Un dipinto che nascondeva una verità su un amore proibito, su una discendenza che non doveva esistere. Ho sempre creduto che fossero solo racconti di un vecchio… fino a quando ho trovato prove che il quadro esistesse davvero."

Leonardo serrò la mascella. "E Carlo? Come si collega a tutto questo?"

Riccardo si voltò verso di lui. "Carlo appartiene alla discendenza di Giacomo, questo è certo. Ma non è il solo. Il mio bisnonno aveva un fratello che lavorava nella villa nello stesso periodo. Penso che ci sia una connessione. Non ho ancora tutte le prove, ma questa potrebbe essere la chiave. Per questo mi sono messo in contatto con lui."

Aurora si appoggiò al tavolo, soppesando le parole di Riccardo. "Quindi tutto questo riguarda non solo il passato di Maddalena e Giacomo, ma anche il tuo?"

Riccardo annuì. "Esatto. E se c’è qualcuno che vuole insabbiare tutto, allora significa che c’è ancora molto da scoprire."

Leonardo non sembrava convinto. "E cosa intendi fare adesso?"

"Scoprire la verità." Riccardo si avvicinò al quadro, osservandolo con uno sguardo determinato. "Qualunque essa sia."

Aurora si morse il labbro. Per la prima volta, sentiva che erano più vicini alla risposta di quanto non lo fossero mai stati. 

Il salone della villa era avvolto in un silenzio denso, Aurora osservava il dipinto adagiato sul tavolo con una sensazione di inquietudine. Riccardo aveva detto che sotto la vernice c'era un nome, una firma diversa da quella ufficiale, e se fosse vero, quello poteva cambiare tutto.

Leonardo si avvicinò con il volto teso. "Se c'è davvero qualcosa sotto, dobbiamo scoprirlo subito."

Aurora annuì, afferrando con mani ferme il solvente delicato e un batuffolo di cotone. "Devo fare attenzione. Se tolgo troppa vernice rischiamo di danneggiare il dipinto."

Riccardo si sporse in avanti. "Se vuoi, posso aiutarti. Ho esperienza con analisi di opere d'arte."

Leonardo lo fulminò con lo sguardo. "No, ci penserà Aurora."

Aurora si concentrò sul quadro, cercando di ignorare la tensione tra i due uomini. Immerse il cotone nel solvente e iniziò a passarlo delicatamente sulla superficie della tela, proprio nell'angolo in cui avevano intravisto l'iscrizione.

Ci vollero minuti di pazienza, di movimenti attenti e calibrati, prima che qualcosa emergesse. La vernice cominciò a sciogliersi, rivelando lettere sbiadite, incise con una mano incerta.

Aurora trattenne il fiato. "C'è qualcosa... Si legge... Per Giacomo, mio ​​amato ."

Un silenzio pesante cadde nella stanza.

Leonardo si avvicinò di più.

Riccardo sembrava il meno sorpreso. "Quindi Maddalena non solo ha amato Giacomo, ma ha voluto che questo amore fosse ricordato per sempre. Forse è stato lo stesso Giacomo a dipingere il quadro, oppure qualcuno vicino a loro."

Aurora ripassò delicatamente il batuffolo sulla firma, rivelando le ultime lettere. "Qui c'è un altro nome... MDM ."

"Le iniziali di Maddalena De Medici", sussurrò Leonardo.

"Oppure di qualcun altro della sua famiglia," aggiunse Riccardo. "Dobbiamo scoprire chi ha realizzato veramente questo quadro e perché è stato nascosto e poi venduto."

Aurora si raddrizzò, cercando di mettere ordine nei pensieri. "Questo significa che qualcuno ha voluto cancellare questa storia. Hanno nascosto la verità, venduto il quadro, cancellato i documenti. Ma chi? E soprattutto, perché?"

Leonardo incrociò le braccia, pensieroso. "Carlo potrebbe saperne qualcosa. La sua famiglia è sempre stata legata alla villa. E se il quadro fosse stato tolto di mezzo da qualcuno dei suoi antenati per proteggere il loro ruolo di servitori fedeli ai De Medici?"

Riccardo annuì. "Possibile. Ma c'è anche un'altra possibilità: che ci sia ancora qualcuno oggi che vuole tenere nascosta questa storia."

Aurora rabbrividì. Il pensiero che qualcuno potesse ancora vigilare su un segreto antico di secoli rendeva la situazione ancora più strana e pericolosa.

D'un tratto, un rumore improvviso li fece sobbalzare. Un tonfo, come di qualcosa che cadeva al piano di sopra.

Leonardo si alzò di scatto. "Non siamo soli."

Un secondo rumore riecheggiò nella villa silenziosa, facendoli irrigidire. Aurora scambiò un'occhiata con Leonardo e Riccardo. Qualcuno era dentro la villa.

Leonardo si mosse per primo, prendendo una torcia e facendo cenno agli altri di seguirlo. "State dietro di me," sussurrò, avanzando con passi cauti verso la scala che portava al piano superiore.

Aurora si sentiva il cuore martellare nel petto. Ogni scricchiolio del pavimento sembrava amplificato nel silenzio. Riccardo teneva, accanto a lei, lo sguardo vigile.

Arrivati ​​al corridoio, Leonardo indicò con un cenno la porta dello studio. Era socchiusa. Si avvicinò lentamente e la aprì con cautela.

Dentro, la stanza sembrava intatta. Nessuna finestra aperta, nessun segno evidente di intrusione. Ma allora cosa avevano sentito?

Aurora si accostò alla scrivania e notò qualcosa di strano. "Qualcuno ha spostato questi libri. Li avevo lasciati in ordine."

Riccardo si avvicinò. "Forse cercavano qualcosa. Ma chi?"

Leonardo fece il giro della stanza, poi si fermò accanto alla libreria. "Forse la domanda giusta è: cosa stavano cercando?"

Scrutò attentamente i volumi e si accorse che uno era leggermente spostato rispetto agli altri. Lo tirò fuori. Era un vecchio libro rilegato in pelle, consumato dal tempo. Quando lo aprì, una busta ingiallita scivolò fuori.

Aurora si avvicinò subito. "Cos'è?"

Leonardo la raccolse e la aprì con mani esperte. All'interno c'era un foglio ripiegato con calligrafia antica.

Riccardo lo prese e lesse a voce bassa:

"Se state leggendo questa lettera, allora la verità è stata riportata alla luce. Ciò che ho nascosto per anni non poteva restare sepolto per sempre. Maddalena e Giacomo si amarono, contro ogni volontà, contro ogni imposizione. La loro unione fu osteggiata, ma il loro legame lasciò un segno indelebile. Proteggete ciò che è rimasto di loro. Non permettete che l'avidità e il potere cancellino la loro storia una volta per tutte."

Aurora si agitò "Chi ha scritto questa lettera?"

Leonardo osservò il fondo del foglio. Nessuna firma. "Non lo sappiamo. Ma qualcuno in questa villa ha custodito il segreto fino all'ultimo."

Riccardo strinse la mascella. "E qualcuno sta ancora cercando di farlo sparire."

Un altro rumore, stavolta proveniente dal piano terra. Stavolta era più chiaro: passi.

Leonardo chiude il libro dello scatto. "Dobbiamo scoprire chi è."