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Simone e la stella marina

Terza Parte

L'imbarcazione era un peschereccio che stava scaricando rifiuti nel mare, era una robusta imbarcazione in legno, tipica della tradizione marittima della Liguria. Dipinto con colori vivaci di blu e bianco, portava il nome "La Speranza" scritto a grandi lettere lungo il fianco. L'imbarcazione aveva una prua alta e affilata, progettata per affrontare le onde del mare, e un'ampia poppa dove i pescatori potevano lavorare con facilità.

A bordo, l'attività era frenetica. Una rete da pesca appena tirata su era sparsa sul ponte, carica di pesci argentati che luccicavano al sole. I marinai, indossando stivali di gomma, giacche cerate e berretti, si muovevano rapidamente per svuotare le reti, selezionare il pescato e preparare il pesce per la conservazione.

Un marinaio anziano con una barba grigia e folta dirigeva le operazioni. Con voce ferma e autoritaria, distribuiva compiti agli uomini. "Franco, vai a prendere le cassette per il pesce! Mario, assicurati che le reti siano pronte per il prossimo lancio!"

Franco, un giovane marinaio con mani callose, corse verso una pila di cassette impilate ordinatamente. Le riempì di pesci, selezionando attentamente quelli migliori per il mercato. Mario, un uomo di mezza età con una giacca cerata gialla, controllava le reti, districando le maglie e assicurandosi che non ci fossero danni.

Nel frattempo, un'altra parte dell'equipaggio venivano scaricati i rifiuti dal lato dell'imbarcazione. Con noncuranza, gettavano bottiglie di plastica, sacchetti e altri rifiuti in mare, ignari del danno che stavano causando. Era un'attività che facevano da sempre, senza mai pensare alle conseguenze.

Simone, Stella, e il gruppo di creature marine nuotarono con decisione verso la superficie, determinati a farsi sentire. Quando emersero accanto all'imbarcazione, videro l'equipaggio occupato a scaricare rifiuti nel mare. Simone prese un respiro profondo e gridò verso i marinai.

"Ehi, fermatevi! State inquinando il mare!" La sua voce risuonò forte e chiara, catturando l'attenzione dell'equipaggio.

Il marinaio anziano, con la sua barba grigia e folta, si affacciò al bordo della nave e guardò giù con sorpresa. "Chi sei tu, ragazzo, e cosa ci fai qui?" chiese, la sua voce roca.

"Mi chiamo Simone," rispose con determinazione. "E questi sono i miei amici del mare. Voi state danneggiando il loro habitat con i vostri rifiuti. Non vi rendete conto di quanto sia grave la situazione."

Un giovane marinaio scosse la testa, confuso. "È solo spazzatura," disse, "che differenza fa se la buttiamo qui o altrove? Il mare è grande."

Simone strinse i pugni, cercando di mantenere la calma. "Non è solo spazzatura. Ogni pezzo di plastica, ogni rifiuto che buttate in mare, finisce per danneggiare la vita marina. Le tartarughe, i pesci, i coralli... tutto viene avvelenato dalla spazzatura."

Stella e Simone si resero conto che le parole da sole non sarebbero bastate a convincere i marinai. Dovevano mostrare loro la realtà del mare inquinato. Stella si avvicinò a Simone e gli disse: "Dobbiamo portare i marinai sotto la superficie del mare per far vedere loro con i propri occhi ciò che accade."

Simone annuì. "Ma come faremo?"

Stella sorrise. "Userò di nuovo la mia magia sperando che sia sufficiente e perché possano comprendere."

Stella si rivolse ai marinai con voce ferma. "Per farvi capire davvero la gravità della situazione, vi condurrò in un viaggio speciale. Vi mostreremo cosa accade sotto la superficie del mare."

Il marinaio anziano guardò Stella con scetticismo. "E come pensi di farlo? Noi non possiamo respirare sott'acqua."

Stella brillò intensamente, la sua luce dorata si diffondeva come onde. "Con la mia magia posso creare una bolla d'aria intorno a voi, che vi permetterà di respirare sott'acqua. Fidatevi di noi, è l'unico modo per comprendere appieno."

Dopo qualche esitazione, i marinai accettarono. Stella si concentrò, e una serie di bolle luminose iniziarono a formarsi intorno ai marinai. Le bolle li avvolsero completamente, creando un'atmosfera respirabile al loro interno.

"Va bene, siamo pronti" disse il marinaio anziano, ancora un po' timoroso.

Simone prese una punta di Stella e, insieme, guidarono i marinai verso il fondo del mare. Mentre scendevano, i marinai osservavano con stupore la vita marina che li circondava. Il loro stupore presto si trasformò in orrore e tristezza quando videro lo stato in cui versava il mare.

Plastica e rifiuti erano ovunque, intrappolando tartarughe e pesci. I coralli, un tempo colorati e vibranti, erano ora sbiaditi e coperti di detriti. Alcuni pesci nuotavano lentamente, malati a causa dell'acqua avvelenata dai rifiuti.

"Guardate!" esclamò Simone, indicando una tartaruga che lottava per liberarsi da una busta di plastica. "Questo è quello che accade quando scaricate i rifiuti in mare."

I marinai rimasero senza parole, i loro volti riflettevano il senso di colpa e la tristezza che stavano provando. Il giovane marinaio che aveva parlato prima scosse la testa incredulo. "Non pensavo fosse così grave. Abbiamo sempre pensato che il mare potesse assorbire tutto."

Il marinaio anziano si avvicinò a una massa di plastica galleggiante, toccandola con cautela. "È terribile," disse piano. "Non possiamo continuare così."

Stella li guardò "Ora capite perché dobbiamo cambiare. Ogni pezzo di rifiuto che gettate in mare causa sofferenza a queste creature."

Simone aggiunse: "Ogni piccola azione conta. Se ognuno di noi fa la sua parte, possiamo riportare il mare alla sua bellezza originale."

I marinai si guardarono l'un l'altro, alcuni sembravano confusi, altri colpevoli. "Non abbiamo mai pensato a queste cose," ammise un giovane marinaio con espressione contrita. "Pensavamo solo a liberarci dei rifiuti il più velocemente possibile."

Stella si sollevò accanto a Simone, la sua luce brillava intensamente. "Il mare è la nostra casa," disse con una voce melodiosa che sembrava venire da un sogno. "E anche voi dipendete da esso. Inquinandolo, non solo danneggiate noi, ma anche voi stessi. Il mare ci fornisce cibo, ossigeno e gioia. Per favore, aiutateci a proteggerlo."

Simone guardò gli uomini con occhi speranzosi. "Se davvero capiste cosa sta accadendo, potreste fermarvi e aiutarci a ripulire."

Il marinaio anziano annuì lentamente, cogliendo la verità nelle parole di Simone e Stella. "Hai ragione, ragazzo. Non ci siamo mai resi conto di quanto fosse grave. Aiuteremo a ripulire e faremo in modo di non scaricare mai più rifiuti in mare."

Nei giorni che seguirono, l'equipaggio iniziò a raccogliere la spazzatura dal mare, lavorando fianco a fianco con Simone, Stella e le creature marine. Ogni pezzo di rifiuto raccolto era un passo verso un mare più pulito e sano.

La notizia dell'incontro tra Simone, Stella e i marinai si diffuse rapidamente, ispirando altri pescatori e comunità costiere a prendere misure per proteggere l'ambiente marino. Le scuole iniziarono a insegnare ai bambini l'importanza di rispettare il mare e di ridurre l'uso di plastica.

Simone raccontò la sua avventura a chiunque volesse ascoltare, spiegando come anche le piccole azioni quotidiane potessero fare una grande differenza. I suoi amici iniziarono a organizzare pulizie della spiaggia e campagne di sensibilizzazione, e la comunità si unì in uno sforzo collettivo per proteggere il mare.

E così, l'avventura di Simone divenne un racconto di speranza e di collaborazione tra uomo e natura, un monito che ricordava a tutti l'importanza di proteggere il nostro prezioso pianeta.

 

Fine