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Mia a spasso per il mondo

Capitolo 1

Nel grande rifugio per animali, tra tanti cuccioli in attesa di una casa, c'era una piccola gattina tigrata dagli occhi curiosi e vivaci. Il suo manto era morbido e striato di marrone e nero, con una piccola macchia bianca sul petto. Ogni giorno, guardava con attenzione le persone che entravano nel rifugio, sperando che qualcuno si fermasse davanti alla sua gabbietta.

Era lì da qualche settimana ormai. Ricordava appena il momento in cui era stata trovata, tutta sola in un angolo di strada, affamata e infreddolita. Da allora, i volontari del rifugio si erano presi cura di lei, dandole cibo, coperte calde e tante coccole. Ma non era lo stesso che avere una casa vera.

Un pomeriggio, la porta del rifugio si aprì, facendo tintinnare un piccolo campanello. Entrò una famiglia: una donna, un uomo e una bambina dai capelli ricci e castani, che stringeva un peluche a forma di gatto. La piccola si avvicinò alle gabbiette con gli occhi pieni di meraviglia.

— Guarda, mamma! Quella gattina sembra proprio la mia Pelù! — esclamò, indicando la micina tigrata.

La gattina drizzò le orecchie e fece un piccolo miagolio. Si arrampicò con le zampette sulla rete della gabbia, avvicinandosi il più possibile alla bambina.

— Sembra molto affettuosa — disse il papà con un sorriso.

— Possiamo prenderla? Possiamo? — chiese la bambina, saltellando impaziente.

La volontaria del rifugio si avvicinò con un sorriso gentile.

— Questa piccola è molto dolce e curiosa. Le piace giocare ed è molto affettuosa con le persone. Vuoi tenerla un po' in braccio?

La bambina annuì entusiasta. Quando la volontaria aprì la gabbietta, la gattina fu presa con delicatezza e appoggiata sulle braccia della bambina. Al contatto con quel calore, la micina iniziò subito a fare le fusa, strofinando il musetto contro il petto della bambina.

— Oh, mamma, papà! Mi vuole già bene! — esclamò la bambina ridendo.

Dopo qualche minuto di coccole, la mamma e il papà si scambiarono un'occhiata e annuirono.

— Sembra che abbia scelto lei noi, più che il contrario — disse la mamma ridendo.

— Allora, è deciso. Benvenuta nella nostra famiglia, piccolina! — disse il papà.

Mentre la gattina veniva sistemata con cura in un trasportino morbido e sicuro, la bambina si chinò per guardarla meglio.

— Ti chiamerò Mia . Ti piace questo nome? —

La micina rispose con un miagolio, e la bambina batté le mani felici.

Poco dopo, l'auto partì, lasciando il rifugio alle spalle. Per Mia, una nuova vita stava per iniziare. 

Il viaggio in auto fu un'esperienza nuova per Mia. All'inizio si rannicchiò in un angolo del trasporto, osservando il mondo esterno attraverso i fori della griglia. Il motore ronzava piano, mentre la bambina, che ora sapeva chiamarsi Sofia , le parlava con voce dolce.

— Non preoccuparti, Mia. Ti piacerà la nostra casa! C'è un bel tappeto morbido dove potrai dormire e un cuscino tutto per te. E poi… abbiamo anche un giardino! — 

Giardino? Mia non sapeva bene cosa fosse, ma il modo entusiasta con cui Sofia lo diceva la incuriosì.

Quando finalmente arrivarono, la porta di casa si aprì su un ingresso accogliente, pieno di profumi sconosciuti: c'era l'odore del legno, del pane caldo e un lieve sentore di lavanda proveniente da un vaso sul davanzale.

Sofia si inginocchiò accanto al trasportino e aprì lo sportellino.

— Vieni fuori, Mia! Sei a casa. — 

Mia rimase ferma per qualche istante, annusando l'aria con cautela. Poi, con movimenti lenti e guardinghi, mise fuori una zampa, poi l'altra, fino a scivolare leggera sul pavimento. Era freddo e liscio sotto i cuscinetti delle sue zampe.

Curiosa, cominciò subito ad esplorare. C'era un grande divano morbido, una libreria piena di oggetti interessanti e un tappeto soffice dove si acciambellò per un attimo, impastando con le zampette. Sentì un profumo invitante e vide una ciotola piena di croccantini vicino a una piccola fontanella d'acqua.

Ma la scoperta più grande avvenne poco dopo. Mentre curiosava intorno alla casa, una porticina si aprì, lasciando entrare una ventata d'aria fresca. Oltre quella soglia, Mia vede qualcosa di meraviglioso: un grande spazio verde, pieno di profumi e rumori nuovi.

Il giardino.

Gli alberi frusciavano piano, l'erba ondeggiava al vento e, sopra la sua testa, si sentivano cinguettii allegri. Un raggio di sole scaldava una panchina di legno, mentre un piccolo insetto ronzava vicino a un fiore colorato.

Mia rimase immobile sulla soglia, incerta. Non aveva mai visto un posto così aperto. La casa era accogliente, calda, sicura… Ma lì fuori c'era tutto un mondo da scoprire.

— Puoi uscire quando vuoi, Mia — disse Sofia, accovacciandosi vicino a lei. — Il giardino è sicuro! Ma solo se ti va. — 

Mia si avvicinò con prudenza, annusando l'aria nuova. Mise fuori una zampina, sentendo l'erba umida sotto i polpastrelli. Poi, con un piccolo balzo, fece il suo primo passo nel mondo esterno.

E fu così che l'avventura ebbe inizio.