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Il segreto dell'isola di vetro
Capitolo 5
Il giorno seguente Aurora decise di dirigersi subito alla biblioteca. Era il luogo perfetto per riflettere senza essere disturbata. Entrando, chiuse la porta dietro di sé e si lasciò cadere su una poltrona. Estrasse le lettere e il medaglione, posandoli sul tavolo davanti a sé. Iniziò a sfogliare di nuovo quei fogli ingialliti, cercando indizi, un dettaglio che potesse aiutarla a decifrare il mistero di Maddalena e Giacomo.
Uno dei fogli attirò la sua attenzione. Non era una lettera, ma uno schizzo: un disegno dettagliato di una casa su una scogliera, con una scritta in basso: “Per Giacomo, quando il vento soffierà oltre il confine.” La frase le suonava come una sorta di messaggio in codice, ma il suo significato le sfuggiva.
Mentre era immersa nei suoi pensieri, la porta della biblioteca si aprì all'improvviso. Leonardo entrò, con un'espressione seria e un'aria preoccupata.
“Ti stavo cercando,” disse, chiudendo la porta dietro di sé. “Non sei stata vista da Carlo, vero?”
Aurora alzò lo sguardo, cercando di capire quanto potesse fidarsi di lui. “No, penso di essere stata attenta. Cosa centra lui con tutta questa storia?”
Leonardo annuì, avvicinandosi lentamente al tavolo. Il suo sguardo cadde sulle lettere e sul medaglione. “Hai trovato qualcosa di importante, vero?”
Aurora esitò per un attimo, poi annuì. “Sì, ma c'è ancora molto che non capisco. Maddalena voleva fuggire con qualcuno di nome Giacomo. Ha lasciato queste lettere e questo medaglione... ma cosa significa tutto questo?”
Leonardo si sedette di fronte a lei con lo sguardo ombroso. “Giacomo era un antenato di Carlo. La sua storia è stata deliberatamente cancellata dagli archivi di famiglia. Era innamorato di Maddalena, ma il loro amore era proibito. La famiglia di Maddalena, la mia famiglia, lo considerava indegno ed erano convinti che la loro relazione avrebbe portato disonore.”
Aurora lo fissò, incredula. “Quindi tutto questo... riguarda un amore impossibile?”
Leonardo scosse la testa. “Non solo. C'è molto di più. Maddalena aveva scoperto un segreto di famiglia che non doveva venire alla luce. Qualcosa di oscuro, qualcosa che minacciava gli equilibri. Giacomo voleva aiutarla a fuggire, ma non ci riuscì. Lei scomparve, e nessuno seppe mai cosa le fosse accaduto davvero.”
Aurora rimase in silenzio per un momento. “E cosa c'entra il medaglione?”
Leonardo lo prese delicatamente e lo osservò da vicino. Poi, con un gesto abile, fece scivolare un piccolo gancio nascosto lungo il bordo, e il medaglione si aprì con un clic. Al suo interno c'era un minuscolo foglio piegato. Lo estrasse e lo aprì, rivelando una mappa.
Aurora si avvicinò, curiosa. “Una mappa dell'isola? Tu lo sapevi.”
“Sì,” rispose Leonardo, tracciando le linee con un dito. “Ma non è la mappa attuale. Questa è l'isola com'era secoli fa, prima che molte delle strutture venissero abbandonate o dimenticate.”
Aurora notò un segno particolare: una piccola croce vicino a una scogliera, accanto alle parole “Il confine del vento”. La frase dello schizzo.
“È lì che dobbiamo andare,” disse Leonardo, alzandosi. “Dobbiamo essere rapidi. Se Carlo o altri lo scoprono, non ci lasceranno arrivare alla verità.”
Aurora si sentì eccitata. “Andiamo subito.”
Leonardo annuì. “Prendo una torcia.”
Aurora raccolse la mappa e il medaglione, seguendo Leonardo fuori dalla biblioteca. La notte era ormai calata, e l'oscurità li avvolgeva mentre si dirigevano verso la scogliera, seguendo le antiche indicazioni tracciate da Maddalena.
L'aria notturna era pungente, carica del salmastro del mare e del fruscio incessante delle onde che si infrangevano contro le scogliere. Aurora seguiva Leonardo lungo un sentiero stretto e tortuoso, illuminato solo dalla fioca luce della torcia che lui portava. Ogni passo affondava nel terreno umido e il silenzio della notte era rotto solo dal suono dei loro passi e dal vento che sibilava tra gli alberi.
La mappa che Aurora stringeva tra le mani indicava un punto preciso, segnato da una croce. Il “confine del vento”. Ma cosa significava davvero quel nome?
Leonardo si fermò improvvisamente, sollevando la torcia per illuminare ciò che avevano davanti. Una sporgenza rocciosa si estendeva verso il mare, lambita dal vento impetuoso. Ai loro piedi, il sentiero sembrava perdersi nel nulla, eppure la mappa indicava che erano vicini.
«È qui», disse Leonardo, con un tono basso e grave. “Dobbiamo trovare un ingresso.”
Aurora si guardò intorno, cercando un segno, una crepa nel terreno o nella roccia che potesse suggerire la presenza di un passaggio. Poi, qualcosa attirò la sua attenzione: un cespuglio spoglio, apparentemente insignificante, che si muoveva in modo innaturale sotto il vento. Si avvicinò e notò che sotto le radici c'era una pietra scolpita, coperta da muschio.
“Leonardo, guarda qui!” esclamò, chinandosi per rimuovere il muschio con le mani.
Leonardo si inginocchiò accanto a lei, sotto la pietra, incisa, c'era una frase: “Solo chi cerca l'amore può attraversare il confine”.
“È un indovinello”, mormorò lui. “Ma cosa significa? Come possiamo attraversare? Allontaniamoci un attimo. Forse il passaggio si aprirà da solo.”
Si alzarono entrambi e fecero qualche passo indietro. Aurora si aspettava un qualche tipo di movimento, ma non accadde. Il vento soffiava più forte, sollevando i suoi capelli.
Poi, come un sussurro nel buio, sentì una voce flebile. Non reale, ma nella sua mente. “Non smettere di credere.”
Aurora chiuse gli occhi per un momento, cercando di comprendere il significato di quelle parole. Come guidata da un istinto profondo, afferrò la mano di Leonardo. Il loro contatto era caldo, saldo.
“Credi che funzioni?” chiese lui, guardandola con curiosità.
Aurora non rispose, ma strinse la sua mano. In quel momento, sotto i loro piedi, la pietra incisa iniziò a tremare e a muoversi. Lentamente, si spostò di lato, rivelando una scala scavata nella roccia che scendeva nelle profondità della scogliera.
Leonardo non riusciva a crederci. “Sembra che tu avessi ragione.”
Aurora lo guardò con un timido sorriso.
Iniziarono a scendere lentamente la scalinata, l'aria diventava sempre più fredda e umida e l'eco dei loro passi si perdeva nel silenzio.
Alla fine della scalinata trovarono una porta di legno massiccio, ornata da un'intricata lavorazione di simboli sconosciuti. Al centro, una serratura che sembrava perfetta per il medaglione.
Aurora estrasse il medaglione dalla tasca e lo inserì nella serratura. Con un clic metallico, la porta si aprì lentamente rilasciando polvere e detriti e rivelando una stanza circolare illuminata da una luce soffusa.
Al centro della stanza, su un piedistallo di marmo, c'era un cofanetto d'oro, chiuso. Aurora si avvicinò esitante e lo aprì con delicatezza. Dentro, un'unica lettera, con una elegante scritta: “Per chi crede nell'amore, la verità non è mai perduta.”
Era l'ultimo messaggio di Maddalena. Un messaggio che aveva attraversato il tempo per giungere a loro.
Rimase a fissare la lettera nel cofanetto.
Leonardo si avvicinò lentamente “Cosa dice?” chiese, con un filo di voce.
Aurora lesse ad alta voce, cercando di mantenere la voce ferma:
“Per chi crede nell’amore, la verità non è mai perduta.”
Leonardo si accigliò, osservando il cofanetto vuoto. “Solo questo? Non ci sono indizi su cosa volesse davvero Maddalena?”
Aurora scosse la testa, ma notò qualcosa sotto la lettera. Tirò fuori un piccolo panno di seta, avvolto con cura. Lo aprì lentamente, rivelando un anello d’oro antico con una gemma verde brillante incastonata. La pietra scintillava alla luce tremolante della torcia, irradiando una danza di riflessi lungo le pareti.
Leonardo osservò l’anello “È l’anello di Maddalena...” sussurrò.
Aurora lo guardò, sorpresa. “Lo riconosci?”
“Sì,” rispose “Nelle poche storie tramandate dalla mia famiglia si parla di un anello che Giacomo le aveva donato come simbolo del loro amore. Ma si pensava fosse andato perduto insieme a lei.”
Aurora prese l’anello con delicatezza e lo esaminò. Sulla parte interna del cerchio era incisa una frase minuscola, quasi invisibile: “L’amore supera il tempo.”
“Allora... tutto questo era per l’amore che non ha mai potuto vivere?” mormorò Aurora.
Leonardo fece un passo indietro, la sua espressione si fece pensierosa. “Non solo. L’anello era considerato non solo un simbolo d’amore, ma anche un pegno di qualcosa che Maddalena voleva proteggere.”
Aurora si guardò intorno nella stanza, come se si aspettasse di trovare altre risposte “Forse questo è solo l’inizio. Maddalena voleva che trovassimo questo, ma non è detto che sia tutto.”
Un rumore improvviso li fece sobbalzare entrambi. Un’eco lontana di passi, rapidi e decisi, che si avvicinavano lungo la scalinata da cui erano scesi.
“Carlo,” sussurrò Leonardo con tono teso.
Aurora trattenne il fiato. Sentiva il cuore battere all’impazzata, mentre i passi si avvicinavano sempre di più.
“Dobbiamo nasconderci,” mormorò lui e spense immediatamente la torcia, lasciando la stanza immersa nell'oscurità.
Si affrettarono verso un angolo della stanza dietro una colonna di pietra, ma il rumore dei passi era ormai vicinissimo. La porta si aprì lentamente, cigolando sui cardini e un fascio di luce proveniente da un’altra torcia illuminò la stanza.
Aurora vide Carlo entrare. I suoi occhi si posarono sul cofanetto vuoto, e una smorfia di rabbia gli contorse il volto.
“Lo sapevo...” ringhiò sottovoce. “Non dovevate trovarlo.”
Aurora e Leonardo trattennero il respiro, immobili, sperando che l’oscurità li proteggesse ancora per qualche istante.
Carlo avanzò verso il centro della stanza, osservando ogni angolo. “Venite fuori,” disse, con un tono gelido. “So che siete qui.”
Aurora sentì la mano di Leonardo stringere la sua, in un gesto silenzioso di protezione. Sapevano che il confronto era ormai inevitabile.
Aurora sentiva il respiro pesante di Carlo, il rimbombo dei suoi passi riecheggiava sulle pareti di pietra. Ogni movimento, ogni alito sembrava amplificato nell’oscurità opprimente. Leonardo le strinse la mano con forza, il messaggio chiaro: dovevano restare calmi.
“Non avete via di fuga,” dichiarò Carlo, avvicinandosi al cofanetto vuoto. “So che avete trovato l’anello.”
Aurora sentì un brivido correrle lungo la schiena. Carlo non poteva sapere che aveva l’anello… o forse sì? Aveva ascoltato, spiato, studiato ogni loro mossa?
“Non costringetemi a cercarvi,” continuò con voce velenosa. “Uscite e possiamo discutere... civilmente.”
Leonardo si piegò verso Aurora e le sussurrò all’orecchio, così piano che solo lei poteva sentire: “Al mio segnale, corri verso la porta.”
Aurora si irrigidì. “Ma—”
“Fidati,” la interruppe, gli occhi fissi su di lei, intensi e decisi.
Prima che potesse protestare, Leonardo si alzò lentamente, emergendo dall’ombra. “Carlo,” disse, “Sono qui. Lascia andare Aurora.”
Carlo si voltò, puntò la torcia su di lui e sorrise con freddezza. “Che gesto nobile, Leonardo. Ma non ho intenzione di lasciare andare nessuno di voi.”
Leonardo alzò le mani in segno di resa. “Non vogliamo combattere. Volevamo solo capire... conoscere la verità.”
Carlo si avvicinò di qualche passo, il sorriso si allargò in una smorfia minacciosa. “La verità?” sibilò. “Non sapete nulla. Maddalena ha lasciato questo anello per proteggere un segreto che deve restare sepolto. Voi non lo capireste mai.”
Aurora, stringendo l’anello ancora nella mano, si alzò di scatto e corse verso la porta come le aveva detto Leonardo. Il rumore dei suoi passi rimbombò nella stanza e Carlo, colto di sorpresa, si voltò verso di lei.
“Fermati!” gridò, lanciandosi all’inseguimento.
Leonardo lo bloccò, afferrandolo per un braccio e spingendolo contro la colonna centrale. “Vai, Aurora!” urlò.
Aurora non si fermò. Attraversò la porta e iniziò a risalire la scalinata, il cuore le martellava nel petto. Dietro di lei sentiva il suono della lotta: i colpi, i grugniti, il rumore sordo dei corpi che si scontravano.
Quando raggiunse la sommità della scalinata, si fermò per un attimo, quasi non respirava. Doveva decidere cosa fare. Fuggire? Tornare indietro per aiutare Leonardo?
Non ebbe il tempo di scegliere. Carlo sbucò dalla scalinata, il viso graffiato e il fiato pesante, lo sguardo carico di rabbia. “Ti ho detto di fermarti!” ruggì.
Aurora indietreggiò, cercando disperatamente una via di fuga. Ma il bordo della scogliera era a pochi passi. Sentiva il vento sferzarle il viso e il mare in tempesta sotto di lei.
Leonardo emerse poco dopo, ferito, ma ancora in piedi. “Lasciala stare, Carlo,” disse, la voce spezzata. “Non hai più niente da difendere.”
Carlo si voltò verso di lui, furioso. “Non capisci! Non è solo l’anello. È tutto ciò che rappresenta! Se viene alla luce, il nome della mia famiglia e della tua, a cui ho dedicato tutta la vita, sarà distrutto!”
Aurora lo fissò, il vento le scompigliava i capelli. “E vale la pena distruggere tutto questo per nascondere una verità che ormai appartiene al passato?” chiese con voce ferma.
Carlo sembrò esitare per un istante. Poi il suo sguardo si indurì. “Non capisci… nessuno deve sapere.”
Con un ultimo gesto disperato, si lanciò verso Aurora. Ma Leonardo, con un’ultima spinta di forza, lo afferrò e lo tirò indietro. I due uomini lottarono sul bordo della scogliera, il loro equilibrio era precario.
“Basta!” gridò Aurora, con le lacrime agli occhi.
In quel momento, Carlo perse l’equilibrio e scivolò all’indietro. Leonardo tentò di afferrarlo, ma era troppo tardi. Carlo cadde, il suo urlo si mescolò al sibilo del vento e al fragore delle onde sottostanti.
Aurora rimase paralizzata, incapace di muoversi. Leonardo si accasciò a terra con il respiro affannoso e lo sguardo fisso nel vuoto.
“Non… volevo,” mormorò, incredulo.
Aurora si inginocchiò accanto a lui, posando una mano sulla sua spalla. “È finita,” sussurrò. “È tutto finito.”
Ma dentro di sé sapeva che non era così. L’anello, la verità, il sacrificio… tutto aveva un prezzo.