
storie, racconti e altro
Le vie del cuore
Capitolo 4
La mattina seguente, Isabella si svegliò con una fretta insolita. Mentre si affrettava a prepararsi per la giornata, borbottava tra sé e sé in cerca d'ispirazioni e di persone che potessero sapere qualcosa perché era decisa a svelare il mistero che avvolgeva Lorenzo.
Isabella scese le scale con un impeto che faceva eco per tutto il corridoio, i passi rapidi e decisi risuonavano nel silenzio del mattino. Con ogni gradino che calpestava, un tintinnio melodioso proveniva dalle sue braccia, dove i braccialetti numerosi danzavano allegramente ad ogni suo movimento. Il suo abito leggero svolazzava intorno a lei al ritmo della sua stessa eccitazione.
Con un sorriso birichino sulle labbra, Isabella non poteva nascondere la sua impazienza per il giorno che stava per iniziare. Ogni tanto emetteva un'esclamazione di gioia o cantilenava una melodia allegra, interrompendo il silenzio della casa con la sua energia contagiosa.
Le sue lunghe ciocche corvine erano raccolte in un'acconciatura sbarazzina, alcune ciocche ribelli scivolavano delicatamente lungo il suo viso, conferendole un'aria da vera monella.
Nella sala da pranzo suo era padre già seduto al tavolo della colazione, in mano il giornale che stava leggendo con la solita calma che lo contraddistingueva.
"Buongiorno, padre," disse Isabella, cercando di nascondere la sua agitazione dietro un sorriso forzato.
Il padre alzò lo sguardo dal giornale e osservò sua figlia sollevando le sopracciglia. "Buongiorno, Isabella. Tutto bene?"
Isabella annuì rapidamente, mentre si sedeva al tavolo con un'espressione impaziente. "Sì, sì, tutto bene. Ho solo molte cose da fare oggi" rispose, cercando di far sembrare la sua fretta meno sospetta di quanto fosse in realtà.
Il padre la guardò con curiosità, ma decise di non insistere. "Va bene, figlia mia. Se hai bisogno di qualcosa, fammi sapere."
Il tavolo della colazione era imbandito con una varietà di prelibatezze, dalla fresca frutta di stagione alle fragranti brioches appena sfornate. Una teiera di porcellana pregiata conteneva il profumato tè nero, mentre una serie di vassoi ospitava affettati, formaggi e marmellate fatte in casa.
Isabella afferrò una brioches e la spalmò con una generosa quantità di marmellata alle fragole, affondando i denti con appetito mentre continuava a scambiare banali chiacchiere con suo padre.
"Quindi, padre," iniziò Isabella, cercando di mantenere un tono leggero nonostante la tensione che la pervadeva, "avete letto qualcosa di interessante sul giornale oggi?"
Il padre interruppe la lettura, abbassando il giornale. "Niente di particolarmente interessante, cara."
Isabella annuì e terminò la sua colazione in fretta, poi si alzò dal tavolo con un balzo di energia.
"Padre, devo davvero scappare," disse, afferrando la sua borsa con un gesto svelto. "Grazie per la colazione, è stata deliziosa."
Il padre sorrise, guardandola con affetto. "Non c'è di che, Isabella. Buona giornata."
Isabella annuì con gratitudine, mentre si avvicinava per abbracciare suo padre. "Grazie padre, buona giornata anche a voi. Ci vediamo più tardi."
Con un bacio rapido sulla guancia del padre, Isabella si allontanò con passo svelto, lasciando dietro di sé il suono dei suoi passi decisi che si allontanavano nel corridoio.
Isabella si mise in moto con determinazione, sapendo che se voleva scoprire qualcosa su Lorenzo De Luca, la cucina della sua residenza era il posto giusto da cui cominciare la sua ricerca. Era consapevole del fatto che le cuoche e la servitù spesso si incontravano e facevano chiacchiere durante le loro commissioni al mercato. Se c'era qualcosa di sospetto riguardo a Lorenzo, sicuramente sarebbero venute a conoscenza di qualche dettaglio.
Isabella attraversò i corridoi della dimora familiare fino a raggiungere la cucina. Appena varcò la soglia, il delizioso profumo di pane appena sfornato e spezie inebriò le sue narici, mentre il frastuono di pentole e padelle riempiva le sue orecchie.
Le cuoche, occupate nei loro compiti, alzarono lo sguardo sorprese quando Isabella entrò. Con un sorriso cordiale, Isabella si avvicinò al gruppo di donne impegnate ai fornelli.
"Buongiorno, signore" disse, cercando di non far trasparire la sua ansia. "Spero non vi dispiaccia se vi rubo un attimo del vostro tempo."
Le cuoche si scambiarono sguardi diffidenti, ma fecero un cenno di assenso, incuriosite. "Certo, signorina Isabella," rispose una di loro, una donna anziana con un grembiule macchiato di farina. "Di cosa avete bisogno?"
Isabella si guardò intorno, assicurandosi che nessun altro potesse udire la loro conversazione. Poi, inclinandosi leggermente verso le cuoche, disse con voce sommessa: "Avete mai sentito parlare di un certo Lorenzo De Luca? Mi domandavo se sapeste qualcosa su di lui."
Le cuoche si guardarono incerte, ma una di loro annuì con un sorriso malizioso. "Oh, signorina Isabella, su quel signore c'è di che dire" disse con un tono sussurrante. "Ma forse è meglio che parliamo in un luogo più riservato."
Le cuoche indicarono una piccola sala adiacente alla cucina. Si trattava di un ambiente più riservato, utilizzato di solito per le riunioni del personale o per discutere di questioni delicate lontano dall'udito degli ospiti.
La stanza era arredata con semplicità, con pareti intonacate di un bianco candido e i soffitti alti conferivano un senso di spaziosità. Al centro della stanza, un tavolo di legno massiccio era circondato da sedie semplici, mentre una serie di piccole finestre ad arco permetteva alla luce naturale di filtrare all'interno.
Una volta entrate nella sala, le cuoche chiusero la porta dietro di loro con cautela, assicurandosi che nessuno potesse ascoltare la conversazione. Poi, si radunarono intorno al tavolo, pronte a rivelare ciò che sapevano e che non vedevano l'ora di condividere.
Isabella si sedette al tavolo piena di aspettativa mentre le cuoche si preparavano a riferire ciò di cui erano a conoscenza su Lorenzo De Luca. Con una certa eccitazione, una delle cuoche prese la parola, scegliendo le sue frasi con cautela.
"Signorina Isabella," cominciò, abbassando la voce per garantire che nessuno potesse udire, "Lorenzo De Luca è un nome che circola con molta frequenza tra la servitù di questa città. Si dice che sia un uomo dai modi affascinanti, ma che nasconda un lato oscuro."
Isabella annuì, incalzandole con uno sguardo ansioso. "Cosa intendete con 'lato oscuro' ?" chiese con voce sospesa.
Le cuoche si scambiarono un'occhiata, prima che una di loro continuasse: "Si mormora che abbia trascorsi poco chiari, legami con ambienti poco raccomandabili e attività sospette provenienti dalle sue spedizioni in Oriente. Senza contare le voci sulle sue numerose amanti. Non è un uomo di cui ci si possa fidare facilmente."
Isabella trattenne il fiato "E sapete qualcosa di specifico che possa confermare queste voci?" chiese, temendo in una qualche prova tangibile.
Una delle cuoche abbassò gli occhi, prima di rispondere con voce sommessa. "Signorina Isabella," cominciò, "sulla reputazione di Lorenzo De Luca circolano molte storie, alcune delle quali riguardano numerose amanti. Ma c'è una storia in particolare che ha destato parecchia curiosità tra la servitù di questa città."
Isabella si sentì gelare mentre ascoltava attentamente.
"Si dice che Lorenzo abbia avuto una relazione con la figlia di un ricco commerciante orientale," continuò la cuoca. "Si vocifera che la ragazza fosse stata sedotta dalle sue promesse di matrimonio e dagli sfarzi che solo un uomo come lui poteva offrire. Ma una volta ottenuto l'accesso al commercio che gli serviva, l'ha lasciata e abbandonata, distruggendo così la sua reputazione e quella della sua famiglia. Pare che la ragazza fosse molto innamorata del signor Lorenzo e che per la sofferenza abbia tentato di uccidersi."
Isabella sentì un brivido di orrore scorrerle lungo la schiena mentre la storia si dipanava di fronte a lei. Era sconvolta dalle azioni spietate e senza scrupoli che Lorenzo pareva aver commesso, ma sperava ancora che ciò che aveva udito fossero solo voci infondate.
Desiderosa di raccogliere quante più informazioni possibili su Lorenzo De Luca, la ragazza chiese alle cuoche se avessero qualche suggerimento su chi potesse fornirle ulteriori dettagli sul conto di quell'uomo misterioso.
"La ciurma del signor De Luca ha viaggiato in lungo e in largo con lui," disse una delle cuoche con tono colmo di un'accorta prudenza. "Se qualcuno sa qualcosa, sono loro."
Isabella annuì, prendendo nota del suggerimento. Ma le cuoche la misero in guardia: "Tuttavia, signorina Isabella, bisogna fare attenzione. Gli uomini di mare sono conosciuti per la loro brutalità e non esitano a ricorrere a metodi poco ortodossi anche per poche monete. Sia prudente e non si fidi di nessuno."
Isabella ringraziò le cuoche per il loro avvertimento, assicurando che sarebbe stata cauta e si allontanò dalla cucina, pronta a intraprendere il prossimo passo della sua indagine.
Isabella arrivò al porto, si avvicinò con attenzione, mantenendo una certa distanza dall'imbarcazione di Lorenzo De Luca. Osservò accuratamente l'attività intorno alla nave, cercando di individuare la presenza di Lorenzo o di qualcuno che potesse riconoscerla.
Si ritirò in una zona appartata del porto, doveva essere certa di ottenere le informazioni che voleva e doveva elaborare un piano per avvicinarsi agli uomini della ciurma. Si sedette su una panchina, immergendo la mente nei pensieri mentre tracciava i contorni della sua strategia.
Dopo alcuni istanti di riflessione, Isabella decise di avvicinarsi con discrezione agli uomini della nave, fingendo di essere una curiosa viaggiatrice interessata alle loro storie e avventure. Avrebbe dovuto essere astuta, scegliere le sue parole con cura per non destare sospetti o attirare attenzione indesiderata.
Con il piano in mente, Isabella si alzò dalla panchina con risolutezza e si avvicinò con cautela all'imbarcazione, osservando gli uomini della ciurma che si preparavano per la giornata di lavoro. Dopo aver studiato attentamente i loro volti e il loro comportamento, individuò un uomo dall'aspetto meno severo degli altri. Aveva un'espressione più aperta, e sembrava essere il tipo di persona con cui potesse instaurare una conversazione.
La giovane donna si avvicinò al marinaio, mostrando cordialità "Buongiorno," disse con gentilezza, fermandosi a una distanza rispettosa. "Spero di non disturbare, ma sono nuova in città e ho sentito parlare delle vostre avventure in mare. Sarei curiosa di sentire qualche storia, se non vi dispiace."
L'uomo, sorpreso dall'inattesa richiesta di Isabella, la guardò con stupore e, dopo un istante di esitazione, sorrise gentilmente e annuì. "Certo, signorina. Sono sempre felice di condividere qualche racconto con un'anima interessata. Mi chiamo Pietro, e faccio parte dell'equipaggio di questa nave da molti anni."
Isabella ricambiò il sorriso, rassicurata dalla reazione positiva di Pietro, ma decise di mantenere l'anonimato durante la sua interazione con l'uomo consapevole dei pericoli che potevano derivare dal rivelare il suo vero nome. Scegliendo un nome fittizio, si presentò come Sara, sperando che questo le avrebbe garantito una certa sicurezza nel caso in cui le cose si fossero complicate.