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Il vitello e la volpe
Quarta parte
"Rimbalzina! Rimbalzina!"
Mamma lepre stava chiamando a squarcia gola una dei suoi cuccioli
Allocco le si avvicinò immediatamente nel tentativo di capire cosa fosse successo.
"Rimbalzina non c’è! Non è ancora tornata e ho tanta paura che si sia persa!"
Rimbalzina era la più piccola dei cuccioli di mamma lepre e ancora non conosceva bene il bosco. Per questo la mamma le aveva raccomandato di non allontanarsi dai suoi fratelli.
La piccola amava annusare i fiori, ascoltare gli uccellini e seguire il ronzio delle api. Insomma si distraeva facilmente, saltellava sempre di qua e di là così la mamma doveva spesso richiamarla e aspettarla. Era però molto ubbidiente, aveva un buon senso di responsabilità e per questo la mamma temeva che le fosse accaduto qualcosa.
I fratellini, dal canto loro, erano stati così presi dal gioco che non si erano accorti che Rimbazina non fosse con loro.
Il signor Allocco non perse tempo, spiccò il volo e raggiunse gli Sparviero chiedendo loro di perlustrare l’area. Poi scese e chiese a tutti coloro i quali erano addetti alla sorveglianza dei confini dell’area di gioco se avessero notato la piccola lepre.
Il signor Cervo era sicuro che Rimbalzina fosse nel gruppo quando i cuccioli avevano attraversato la sua zona di sorveglianza. Ne era certo perché aveva attirato la sua attenzione la forte e gioiosa risata della piccola. Cervo sorvegliava l’area posizionata a metà del percorso.
Al signor Ghiro però, adesso che ci pensava, non sembrava di aver notato, dall’alto del suo ramo, la piccola. Lui sorvegliava l’area ad est fino al fiume.
Decisero dunque di iniziare le ricerche da quella zona.
Il signor Cervo, il signor Daino e mamma Volpe rimasero con i cuccioli. Tutti gli altri partirono alla ricerca di Rimbalzina.
In quel momento Volpe si avvicinò a Vitello - ma dove sarà finita? Spero davvero che non le sia accaduto nulla. Chissà come sarà spaventata! -
Vitello non stava ascoltando, la sua mente era troppo occupata a cercare qualcosa che potesse fare per aiutare a ritrovare la piccola. Così rispose in modo automatico, quasi sussurrando - sono certo che starà bene…. -
In quel momento un rumore forte e sordo interruppe la confusione che si era creata e fece trasalire Vitello.
Il cielo si era scurito ed era diventato plumbeo mentre un tuono aveva preannunciato l’arrivo di un’acquazzone.
Non c’era tempo da perdere.
Vitello si voltò di scatto, guardò volpe e gridò - ho trovato! - e scappò via correndo.
Volpe non aveva capito nulla, ma non sapeva se aspettarsi qualcosa dall’amico o se sentirsi confuso dalla sua fuga.
In verità Vitello si era ricordato di qualcuno dal naso fino che conosceva bene il bosco.
King il cane della fattoria aveva un fiuto eccezionale e aveva imparato a conoscere il bosco a forza di recuperare gli animali che saltavo la staccionata di confine e si perdevano nella vegetazione selvaggia.
Si rammentava che King una volta gli aveva spiegato che, quando l’aria si riempiva di acqua, gli odori perdevano di intensità fino a confondersi gli uni con gli altri con la pioggia. Doveva sbrigarsi.
Corse più veloce che gli fu possibile e arrivò alla fattoria da King col fiato cortissimo tanto che non gli era possibile parlare.
Quando finalmente riuscì a respirare riassunse velocemente al cane la situazione e per quanto confusa fosse gli fu chiaro che al bosco avevano bisogno d’aiuto.
Vitello pensò che King non avesse capito perché il cane si diresse immediatamente verso la stalla e sembrava non avesse intenzione di aiutarlo.
Poi capì che il cane stava consegnando la guardia della fattoria a Bianchina la pecora che meglio di tutti conosceva la tenuta e quello che vi accadeva.
Fatto ciò King si avvicinò alla staccionata, si appiattì sulle zampe anteriori, alzò il sedere e molleggiò su quelle posteriori, scodinzolò in segno di concentrazione, prese la rincorsa e scavalcò le travi del recinto tutto fiero di non aver perso smalto. Di solito usciva dal cancello ed era diverso tempo che non saltava un ostacolo.
Poi corse, corse talmente veloce che Vitello lo perse di vista e quando arrivò dagli altri animali King stava già annusando un indumento di Rimbalzina.
"Questo" aveva detto il cane a mamma lepre "mi occorre per distinguere l’odore della piccola da quello di tutti gli altri."
Quando King aveva raggiunto il punto che Vitello gli aveva indicato, gli animali erano appena rientrati dal giro di perlustrazione senza aver trovato Rimbalzina.
Nessuno si era intimorito o aveva protestato per la presenza di King nel bosco: erano abituati a vederlo gironzolare alla ricerca di animali dispersi e sapevano che era affidabile perché non era mai stato invadente, anzi si era sempre mostrato rispettoso nei loro confronti e del loro modo di vivere.
Anche in quell’occasione era entrato nella vegetazione in punta di piedi e aveva spiegato lesto che Vitello lo aveva chiamato perché potesse aiutare grazie al suo incredibile olfatto.
Sì, forse si era vantato un po’ e aveva esagerato col complimentarsi con se stesso, ma era molto che non si sentiva così utile e vantarsi gli dava la carica.
Prima di tutto si fermò seduto con il muso prolungato verso l’alto intento ad annusare tutti gli odori, selezionandoli accuratamente ad uno ad uno sino a isolare quello giusto, il solo e unico che identificava la piccola lepre.
Intanto il cielo si faceva sempre più scuro e i lampi apparivano all’orizzonte come premonitori di pioggia.