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Luce nell'Open Space
Prima parte
Luca era timido e riservato, un ragazzo di ventiquattro anni, alto e snello, con capelli castani spettinati e occhi color nocciola nascosti dietro un paio di occhiali rettangolari. Nonostante il fisico asciutto e la postura leggermente incurvata, c'era qualcosa di accattivante nel suo modo di muoversi, un misto di goffaggine e genuinità che non passava inosservato.
Vestiva in modo semplice e pratico, prediligendo camicie a quadri e jeans, abbigliamento che rifletteva la sua personalità schiva e poco incline agli eccessi. Le scarpe da ginnastica, spesso un po' consunte, sottolineavano l'aspetto più interessato alla funzionalità che all'apparenza.
Luca era un osservatore attento, spesso perso nei suoi pensieri, con la testa china sui libri o sui dispositivi elettronici che tanto amava. Fin da piccolo, aveva mostrato un'inclinazione naturale per la tecnologia, passione che lo aveva portato a scegliere la strada dell'ingegneria informatica.
Nonostante la timidezza e la riservatezza, Luca possedeva un animo gentile e altruista.
Un giorno poco dopo aver conseguito la laurea, mentre navigava su LinkedIn, si imbatté in un annuncio di una grande azienda tecnologica che cercava giovani laureati per una posizione di junior developer. La descrizione del lavoro sembrava scritta apposta per lui: si richiedevano competenze in programmazione, una forte passione per la tecnologia e la capacità di lavorare in team. Decise di candidarsi, anche se con qualche esitazione.
Passarono un paio di settimane senza ricevere risposte. Luca iniziava a perdere le speranze, quando finalmente ricevette una email dall'azienda: era stato selezionato per un colloquio.
Alla fine del colloquio, Luca uscì dall'azienda con una sensazione positiva, ma senza certezze. Dopo qualche giorno di attesa ansiosa, ricevette finalmente una chiamata "Buongiorno signor Fioravanti, sono felice di informarla che è stato scelto per la posizione. Benvenuto nel team!"
Luca non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva ottenuto il lavoro! "Grazie mille! Non vedo l'ora di iniziare," disse entusiasta ed emozionato.
La mattina del primo giorno di lavoro, il percorso da casa all'ufficio pur familiare, sembrava diverso. Ogni passo, ogni angolo, sembrava come se ogni momento fosse parte di un rito di passaggio verso una nuova fase della sua vita.
Mentre camminava lungo le strade tranquille del quartiere, si chiedeva se avrebbe trovato il suo posto in quel nuovo ambiente, se avrebbe fatto amicizia con i colleghi, se sarebbe riuscito a dimostrare il suo valore.
Poco a poco, l'ufficio si avvicinava. Infine, raggiunse l'entrata dell'edificio dell'azienda.
La sede era moderna, luminosa, piena di persone impegnate e competenti. Luca si sentiva come un pesce fuor d'acqua.
Quando varcò per la prima volta la soglia dell'edificio, rimase impressionato dall'architettura imponente e dalle vetrate che permettevano alla luce naturale di inondare gli spazi interni. L'atrio era arredato con divani dalle linee essenziali, piante verdi rigogliose e opere d'arte moderne appese alle pareti. L'ambiente trasmetteva un senso di efficienza e creatività, ma Luca lo sentiva anche intimidatorio.
L'addetta alla reception lo accolse con un sorriso professionale. "Buongiorno, come posso aiutarla?"
"Buongiorno, sono Luca Fioravanti, oggi è il mio primo giorno di lavoro," rispose lui, cercando di sembrare un po' più sicuro di quanto si sentisse.
"Benvenuto, Luca! Un momento, chiamo il tuo responsabile," disse lei, digitando qualcosa sul computer davanti a sé.
Poco dopo, un uomo sui quarant'anni, con un sorriso cordiale e una stretta di mano energica, si avvicinò. "Ciao Luca, sono Marco, il responsabile delle risorse umane. Vieni, ti mostro il tuo nuovo ambiente di lavoro."
Marco lo guidò attraverso un lungo corridoio, spiegandogli nel frattempo le dinamiche dell'ufficio. "Qui siamo molto orientati al lavoro di squadra. Se hai domande o hai bisogno di aiuto, non esitare a chiedere. Tutti qui sono molto disponibili."
Entrarono in un ampio open space, dove decine di persone erano sedute alle loro postazioni, immerse nei loro monitor. Il suono delle tastiere e dei telefoni creava un sottofondo costante. Luca notò subito come tutti sembrassero concentrati, ogni movimento sembrava preciso e finalizzato.
"Ecco la tua scrivania," disse Marco, indicando una postazione vicino alla finestra. "Hai una vista niente male, eh?"
Luca annuì, cercando di mascherare il nervosismo. Mentre si sedeva, notò una ragazza che lo guardava incuriosita. "Ciao, io sono Alessandra," disse lei, tendendogli la mano. "Benvenuto nel team!"
"Piacere, Luca," rispose, stringendole la mano con un sorriso timido.
Mentre si sistemava, cercando di familiarizzare con il suo nuovo ambiente, si sentiva ancora osservato. Si voltò e vide Claudia, la sua nuova coordinatrice. Una donna di 27 anni, alta, con lunghi capelli castani raccolti in un'elegante coda di cavallo, Claudia era in piedi a qualche metro di distanza, e stava parlando con un collega. I suoi occhi azzurri si incrociarono con quelli di Luca per un istante, facendolo arrossire.
"Ah, ecco Claudia," disse Marco, notando lo sguardo di Luca. "Lei è la coordinatrice del nostro team. È davvero in gamba e sa come motivare la squadra. Vieni, ti presento."
Claudia si voltò e sorrise mentre Marco e Luca si avvicinavano. "Claudia, questo è Luca, il nuovo arrivato."
"Piacere di conoscerti, Luca," disse lei, stringendogli la mano con una bella presa. "Spero che ti troverai bene qui con noi."
"Grazie, anche io lo spero," rispose Luca, cercando di nascondere l'agitazione.
"Non preoccuparti, i primi giorni sono sempre un po' caotici, ma vedrai che ti ambienterai presto," disse Claudia con un sorriso incoraggiante. "Se hai bisogno di qualcosa, la mia porta è sempre aperta."
Luca annuì alla gentilezza di Claudia e si sedette alla sua scrivania, cercando di concentrarsi sul computer davanti a sé.
Durante l'intera giornata, si sentì un po' come un esploratore in territorio sconosciuto. Quando fu il momento di una pausa, entrò nell'area relax e, mentre cercava di conoscere i comandi della macchina del caffè, la sua mano con un movimento maldestro fece rovesciare la tazza sul tavolo, creando una piccola pozzanghera di caffè appena fatto.
I suoi colleghi, vicini e lontani, si voltarono a guardarlo con un misto di simpatia e leggero divertimento. Un paio di sorrisi si spensero rapidamente, mentre qualcuno accennava un piccolo risolino. Luca si sentì rosso fino alle orecchie.
"Non preoccuparti, succede a tutti," disse una voce dolce e rassicurante alle sue spalle.
Luca si voltò con un sobbalzo, e vide Claudia.
"Mi dispiace," balbettò Luca, cercando di nascondere il suo imbarazzo dietro un sorriso impacciato.
Claudia gli sorrise, un sorriso caldo che raggiunse anche i suoi occhi. "Non ti preoccupare davvero. È solo un incidente. Succede a tutti, specialmente ai principianti," disse, con un lieve accenno di ironia nella voce.
Luca si sentì sollevato dal tono leggero e amichevole di Claudia. "Grazie," rispose, cercando di ricambiare il suo sorriso. "Sembra che io abbia bisogno di un po' di pratica con questa macchina del caffè."
Claudia annuì comprensiva. "Beh, allora possiamo prendere un caffè insieme." disse, indicando il banco delle bevande calde con un gesto invitante.
Nei giorni seguenti, le goffaggini di Luca continuarono a fare capolino nei momenti più imprevisti. Durante una riunione importante, mentre cercava di passare dei documenti agli altri partecipanti, inciampò scontrando il cavo del proiettore, mandando tutto in tilt. Il proiettore si spense bruscamente, gettando l'intera sala nell'oscurità.
"Accidenti," sussurrò Luca, cercando freneticamente di riaccendere il dispositivo, sotto lo sguardo divertito dei colleghi, che a stento riuscirono a trattenere un sorriso.
Claudia, seduta alla testa del tavolo, osservava la scena per nulla infastidita. "Tranquillo, Luca," disse con voce rassicurante, mentre i colleghi cercavano di contenere le risate. "Queste cose possono succedere a tutti. Nessuno se la prende. Ripristina tutto con calma"
Luca si sentì un po' imbarazzato dall'attenzione improvvisa, ma allo stesso tempo grato per l'atteggiamento comprensivo del capo.
Claudia aveva osservato Luca con una curiosità crescente fin dal primo momento in cui l'aveva visto. Attraverso i suoi occhi brillanti e il suo sorriso impacciato, riusciva a cogliere qualcosa di speciale in lui, qualcosa che andava oltre la sua goffaggine apparente. "C'è qualcosa in lui che mi incuriosisce." pensava, osservandolo mentre si adoperava con imbarazzo a far ripartire il proiettore "È così vulnerabile eppure così determinato."
Quando finalmente Luca riuscì a rimettere in funzione il dispositivo, la responsabile sorrise internamente "Ottimo lavoro, Luca," disse ad alta voce, rassicurandolo.
Quello stesso giorno, durante la pausa caffè, Claudia si avvicinò a Luca. "Come ti stai trovando finora?" chiese, cercando di farlo sentire a suo agio.
"È tutto così nuovo per me," ammise il ragazzo, con un sospiro. "Ma sto cercando di imparare il più possibile."
"Lo so, e lo apprezzo," disse Claudia, incoraggiandolo. "Sei in buone mani qui, Luca. E se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiedere."
Luca la guardò per un attimo negli occhi. "Grazie".