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Inevitabilmente mia

Capitolo 11

Matteo stava per salire in macchina quando un rumore forte e stridulo risuonò nell'aria, catturando immediatamente l'attenzione di entrambi.

Gloria, giunta al portone di casa, si fermò di colpo, gli occhi spalancati dalla sorpresa e dalla preoccupazione "Cos'è stato?"

Matteo si voltò verso di lei, l'espressione contratta dall'ansia "Non ne sono sicuro, ma sembra un incidente."

Si diressero entrambi verso la direzione da cui era arrivato il forte frastuono . Quando arrivarono, trovarono Clara accanto all'auto danneggiata, visibilmente scossa e in lacrime.

"Matteo, Gloria... ho avuto un incidente, ho perso il controllo dell'auto..."

Clara aveva guidato troppo velocemente, distratta dai suoi pensieri confusi. Aveva perso il controllo dell'auto, che aveva dapprima sbandato violentemente per poi schiantarsi contro un albero ai margini della strada.

L'impatto era stato violento, facendo scattare gli airbag e causando danni significativi all'auto. Clara, sbalzata contro il volante, era rimasta stordita e dolorante, era visibilmente scossa e bisognosa di assistenza.

Matteo era molto preoccupato "Clara, cosa è successo? Ti sei fatta male?"

Clara, ancora tremante, cercò di spiegare l'accaduto tra singhiozzi "Sono stata così sciocca... ho perso il controllo dell'auto... Matteo, mi dispiace..."

Matteo cominciò a controllare ogni parte visibile di Clara "Dove ti fa male? Hai bisogno di un dottore?"

Clara rispose a fatica tra singhiozzi "Non lo so, sono così spaventata..."

Gloria, che fino a quel momento era rimasta in disparte, si avvinò "Dobbiamo chiamare subito un'ambulanza."

Mentre Matteo chiamava i soccorsi, Clara si rivolge a Gloria con sguardi disperati "Gloria, ti prego... diglielo..."

Gloria fu colta di sorpresa "Digli cosa, Clara? Non capisco."

Clara, tra le lacrime cospicue continuò "Mi ha detto di aver bisogno di te... di... di essere con te. E io... io non riesco a sopportarlo..."

Gloria non riusciva a dire una parola, poteva solo avere compassione di quella donna, disperatamente innamorata e in sofferenza.

Clara l'afferrò per le mani, implorandola con uno sguardo supplichevole "Per favore, Gloria... Matteo è tutto per me. Non posso sopportare l'idea di perderlo. Ti scongiuro, lascia che sia mio."

Gloria si sentiva sopraffatta dalla pressione della situazione.

Dopo l'arrivo dell'ambulanza, i soccorritori diedero immediatamente le prime cure necessarie a Clara e decisero di trasportarla all'ospedale per i necessari accertamenti.

Matteo si rivolse a Gloria che non si era ancora ripresa ed era rimasta ammutolita "Dovrei seguirla all'ospedale e assicurarmi che stia bene. Domani mi occuperò dell'auto. Tu dovresti andare a casa, è tardi. Ti chiamo appena mi è più chiara la situazione".

Gloria annuì, mentre Clara veniva portata via su una barella.

Mentre camminava lentamente verso casa, Gloria sentiva sul cuore il peso delle rivelazioni di Clara. Quelle parole risuonavano nella sua mente, mescolandosi al dolore delle emozioni che la tormentavano. Sentiva un profondo dispiacere per Clara e comprendeva il dolore che doveva provare. Era difficile non provare pena per lei, per la sua vulnerabilità e per il coraggio di condividere i suoi veri sentimenti. La lotta interiore che tormentava Gloria era palpabile, divisa tra la compassione per Clara e il bisogno di seguire il suo cuore.  Il conflitto interiore continuava a bruciare dentro di lei, consapevole che qualsiasi decisione avesse preso avrebbe avuto conseguenze significative. 

Matteo si sedette nella sala d'attesa dell'ospedale, la mente in tumulto mentre aspettava notizie sullo stato di Clara. Aveva contattato i suoi genitori, ma erano all'estero per lavoro e il rientro non era possibile prima di qualche giorno, così lo avevano pregato di prendersi cura della loro amata figlia e di tenerli costantemente informati fino al loro arrivo. In quella stanza fredda e vuota Matteo attendeva, le lancette dell'orologio sembravano muoversi lentamente, aumentando l'angoscia che si accumulava. Guardò distrattamente fuori dalla finestra, cercando di trattenere i pensieri che correvano nella sua mente, il cuore diviso tra la preoccupazione per Clara e il dispiacere di aver lasciato sola Gloria in quel modo. 

Il suono dei passi dei medici che si avvicinavano interruppe i suoi pensieri. Si alzò in piedi, il cuore in gola, mentre guardava ansiosamente verso i dottori "Abbiamo consultato i risultati degli esami di Clara. Sembra che abbia sviluppato un caso di stress post-traumatico a seguito dell'incidente, ma sembra esserci altro. Sa se qualcosa la stesse preoccupando ultimamente? "

Matteo non capiva "Cosa intendete esattamente?"

Il dottore cercò di spiegarsi meglio "Clara è molto agitata talvolta e altre volte è molto triste. Il suo cambiamento d'umore è rapido e repentino. La sua situazione psicologica è considerata ad alto rischio."

Matteo era sconvolto, non aveva idea che Clara si trovasse in una simile situazione.

Il dottore capendo l'angoscia di Matteo si affrettò a dare qualche indicazione più specifica "È essenziale garantirle un ambiente tranquillo e sereno per facilitare la sua guarigione. Ha bisogno di calma e tranquillità. È importante evitare situazioni stressanti che potrebbero peggiorare la sua condizione. Stiamo valutando la possibilità di trasferirla in un luogo più tranquillo, dove potrà ricevere l'assistenza necessaria per il suo recupero."

Matteo aveva bisogno di capire meglio "Ma quanto tempo ci vorrà per la sua guarigione?"

Il medico si mostrò dubbioso "È difficile dirlo con esattezza. Ogni paziente reagisce in modo diverso. Tuttavia, con il giusto supporto e un ambiente adatto, speriamo che possa fare progressi significativi nel corso dei prossimi due anni."

Matteo annuì, grato per il consiglio del medico "Capisco. Farò tutto il possibile per garantirle un ambiente tranquillo. Grazie, dottore."

Così, mentre si trovava accanto a Clara, Matteo si rese conto che, anche se non avrebbe mai potuto ricambiare il suo amore, c'era un posto speciale per lei nel suo cuore, una connessione basata sull'amicizia che lo legava indissolubilmente a quella donna che da molto tempo le era accanto fin da ragazzi. Decise dunque di fare tutto il possibile per garantirle il sostegno di cui aveva bisogno, anche se significava mettere da parte le proprie emozioni.

La mattina seguente, dopo essere tornato a casa per darsi una rinfrescata e cambiarsi d'abito, Matteo prese il telefono e compose il numero di Gloria, gli sembrava di non riuscire a respirare, allentò la stretta della cravatta, si sedette sul divano e si passò una mano tra i capelli. Dopo qualche squillo, finalmente lei rispose "Ciao, Matteo. Come sta Clara?"

Matteo non riusciva a parlare, la sua voce uscì debolmente "È successo qualcosa di terribile. Clara... Clara ha bisogno di me."

Gloria sentì un brivido di apprensione correre lungo la sua schiena.

Gloria si affretto per la troppa angoscia "Cosa c'è? Che cosa è successo?"

Matteo esitò per un istante, cercando le parole giuste per spiegare la situazione delicata "Clara è in una situazione psicologica molto difficile. I medici hanno deciso di trasferirla in una struttura all'estero, e... io devo andare con lei."

Le parole di Matteo si fecero pesanti, un fulmine spaventoso che aveva il sapore di un addio.

Le lacrime incominciarono a segnarle il volto "Oh, Matteo... Capisco."

Matteo annuì, anche se sapeva che Gloria non poteva vederlo "Mi dispiace, Gloria. Mi dispiace tanto."

Gloria inspirò profondamente, cercando di mantenere la compostezza nonostante il dolore che sentiva "Non c'è bisogno di scusarsi. Ti auguro tutto il meglio, Matteo."

Matteo poté sentire il tremore nella voce di Gloria, e il suo cuore si spezzò ancora di più. Chiuse gli occhi, sentendo il nodo alla gola stringersi sempre di più  "Addio, Gloria."

Dopo aver chiuso la telefonata, Gloria si trovò seduta sul letto, con il telefono ancora stretto tra le mani. Il suo viso era pallido, gli occhi annebbiati dalle lacrime. Sentiva un groviglio nello stomaco, un misto di tristezza, dolore e accettazione.

Il vuoto lasciato della chiamata era opprimente e Gloria si sentiva sola nel silenzio del suo appartamento. Respirò profondamente, cercando di riordinare i suoi pensieri, ma il ricordo della voce di Matteo e delle sue parole di addio risuonava ancora chiaramente nella sua mente.

Si sentiva persa, confusa. La tristezza la travolse mentre si rendeva conto che le loro vite ora prendevano direzioni diverse.

Si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra. Guardò fuori verso la città che si svegliava lentamente, cercando di trovare conforto nel paesaggio familiare che si estendeva di fronte a lei. Sapeva che avrebbe dovuto trovare la forza di andare avanti, di continuare la sua vita senza di lui. Ma in quel momento, tutto ciò che poteva fare era lasciarsi andare alle lacrime e sperare che il tempo avrebbe lenito il dolore che provava dentro di lei.

Matteo rimase seduto sul divano, il dolore che lo avvolgeva era palpabile, come se un pezzo del suo cuore fosse stato strappato via. Il telefono sembrava pesare nelle sue mani, provava tristezza, rabbia, ma soprattutto un senso di smarrimento profondo. Si alzò dalla scrivania e si avvicinò alla finestra, cercando un po' di respiro. Fuori, la città sembrava muoversi come sempre, ignara della tempesta che stava attraversando. Matteo sapeva che doveva trovare la forza di andare avanti, di continuare la sua vita senza Gloria, ma in quel momento, tutto ciò che poteva fare era cercare di venire a patti con i suoi sentimenti.