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Inevitabilmente mia

Capitolo 9

Gloria entrò nell'ufficio di Matteo con passo deciso, portando con sé un vassoio con le due tazze di caffè fumante. Posò il vassoio sulla scrivania e si sedette sulla sedia, cercando di mantenere la compostezza nonostante il battito accelerato del suo cuore.

Matteo si alzò dalla sua poltrona girando intorno alla scrivania fino a raggiungere Gloria. Si chinò leggermente per afferrare una delle tazze di caffè, lasciando che le loro gambe si toccassero inavvertitamente.

"Grazie, Gloria. Mi dispiace per l'improvviso cambio di programma che ti ha portato qui. So che non era questa l'azienda per cui ti eri proposta"

Gloria annuì leggermente, sentendo l'elettricità nell'aria mentre i loro sguardi si incrociavano.

"Non c'è problema, signor Rossi. Sono qui per aiutare."

Matteo sorrise leggermente, ma il suo sguardo restava intenso mentre stringeva la tazza di caffè. Lentamente, si ritrasse, avvicinando il suo volto pericolosamente a quello di Gloria.

"Grazie per la tua comprensione."

Il cuore di Gloria batteva così forte che temeva di non riuscire a controllarlo.

"Di niente... È il mio lavoro."

Il respiro di entrambi si era fatto più pesante, il desiderio palpabile.

"Sì, il tuo lavoro..."

Matteo si allontanò appena, mantenendo il contatto visivo con Gloria.

"Sono certo che farai un ottimo lavoro."

Gloria si sforzò di mantenere la concentrazione, di non perdere la compostezza di fronte a quella situazione tanto intensa.

"Grazie, signor Rossi. Farò del mio meglio per essere all'altezza delle aspettative."

Un lieve sorriso danzava sulle labbra di Matteo mentre beveva un sorso di caffè.

In quell'esatto istante in cui emozioni e tensione si erano intrecciate indissolubilmente, qualcuno bussò alla porta e entrò senza aspettare il permesso. 

La signora Antonelli e Clara avevano deciso di fare una visita a Matteo dopo aver trovato qualcosa di interessante durante una giornata di shopping nel centro della città. Avevano notato una nuova boutique di moda che offriva una selezione esclusiva di abiti e accessori di lusso e non avevano resistito alla tentazione di dare un'occhiata.

Entrando nel negozio, erano rimaste affascinate dalla varietà di capi esposti sugli eleganti manichini e sugli scaffali finemente ordinati. I colori brillanti e i tessuti pregiati catturavano lo sguardo, mentre i dettagli ricercati e i design innovativi le avevano incuriosite.

Clara si era soffermata davanti a un elegante vestito da sera, confezionato con un tessuto setoso e adornato da dettagli sartoriali raffinati, mentre la signora Antonelli aveva provato un cappotto di cachemire dall'aspetto lussuoso e confortevole.

Dopo aver trascorso un po' di tempo a esplorare le novità della boutique e a provare diversi capi, le donne avevano deciso di portare con sé alcuni acquisti e avevano pensato che sarebbe stato bello condividerli con Matteo e magari chiedere il suo parere sui loro nuovi outfit, ma non avrebbero mai immaginato di trovarsi di fronte a una situazione così inaspettata una volta arrivate nel suo ufficio.

Si resero immediatamente conto della situazione e riconobbero Gloria. Il disappunto si dipinse chiaramente nei loro volti.

Matteo, percependo l'imbarazzo di Gloria e desiderando evitare ulteriori complicazioni, assunse nuovamente un atteggiamento rigido e formale.

"Mamma, Clara, scusate, ma ora non è un buon momento."

Con uno sguardo deciso, Matteo indicò gentilmente la porta a Gloria, suggerendole di lasciare l'ufficio.

"Gloria, credo sia meglio se torni alla tua postazione per adesso."

Gloria, comprendendo l'implicita richiesta di Matteo, annuì, salutò le due donne con rispetto e si allontanò dall'ufficio senza esitazione.

La signora Antonelli guardò il figlio con sconcerto, poi si rivolse a lui, con un'espressione contrariata.

"Matteo, di nuovo quella ragazza? Perché era qui?"

Matteo prese un respiro profondo, cercando di spiegare la situazione senza troppi giri di parole, sebbene palesemente infastidito.

"Quella ragazza... è Gloria, è stata assunta come assistente del direttore alle vendite. Volevo parlare con lei riguardo a un'urgente questione lavorativa."

Clara, contrariata, si unì al disappunto della signora Antonelli, guardando Matteo con sospetto.

"Ma perché non ci hai detto niente? Non capisco cosa ci faccia qui questa Gloria."

Matteo, visibilmente contrariato dall'irruzione delle due donne nel suo ufficio, le liquidò con freddezza.

"Mamma, Clara, vi ho già detto che ora non è il momento. Sono molto occupato con questioni di lavoro. Vi prego di non impicciarvi in cose che non vi riguardano. Andate via, per favore."

Le parole di Matteo erano taglienti, cariche di tensione e frustrazione. Non voleva coinvolgere la sua famiglia nelle sue questioni lavorative, tantomeno in quelle personali.

La signora Antonelli e Clara, sorprese e un po' offese dal tono diretto di Matteo, si scambiarono uno sguardo di stupore.

La madre, osservando la reazione di Matteo e percependone la tensione, decise di intervenire per mettere in chiaro alcuni punti.

"Matteo, capisco che tu sia impegnato con il lavoro, ma è importante ricordare che mischiare affari e questioni personali può essere pericoloso."

Il tono della madre di Matteo era serio, e le sue parole portavano con sé un senso di preoccupazione materna.

"I programmi per te erano ben diversi e non possiamo permettere che le tue decisioni influenzino la tua carriera o la reputazione della nostra famiglia."

Le sue parole erano un richiamo alla responsabilità e alla cautela, un monito affinché Matteo non trascurasse gli aspetti più importanti della sua vita per lasciarsi trascinare da impulsi o passioni momentanee.

Matteo annuì, riconoscendo l'importanza delle sue parole. Con un cenno, indicò alla madre e a Clara la porta, invitandole a lasciare l'ufficio.

"Grazie per essere passate, ma ora devo tornare al lavoro. Ci sentiamo più tardi."

Le due donne accettarono tacitamente il segnale di Matteo e, con un sorriso forzato, la signora Antonelli si avvicinò a Matteo per un fugace abbraccio.

"Va bene, Matteo. Ci sentiamo più tardi. E ricorda ciò che ti ho detto."

Clara, seguendo l'esempio della signora Antonelli, si limitò a un rapido saluto con la testa.

"Arrivederci, Matteo."

Le due donne lasciarono l'ufficio, chiudendosi la porta alle spalle. Matteo rimase solo, lasciato alle sue riflessioni e alle questioni ancora irrisolte che gravavano sulla sua mente.