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Una compagnia spiritosa

Parte prima

 

In una piccola cittadina, alle porte di una campagna rigogliosa, il sindaco in carica aveva ordinato di rimuovere le macerie del vecchio municipio abbandonato, demolito ormai da più di una settimana.

Gli operai la mattina stabilità si erano presentati sul luogo con un buon numero di scavatori meccanici e avevano iniziato i lavori di buon’ora.

Nel pomeriggio ormai inoltrato avevano già quasi finito quando, in uno degli ultimi raccolti di terra effettuati, dal braccio meccanico si udì:

"Ehi! Tu, mettimi subito giù! Non sono affatto comodo sospeso per aria, tenuto da una mano di ferro nemmeno troppo delicata!" disse una voce.

L’operaio sulla gru pensò di avere sognato e continuò il suo lavoro, ma la voce insistette:

"Hai capito o no che mi devi sganciare da questo brutto attrezzo altrimenti i miei due amici, Rotondella e Ugo, te ne faranno passare delle belle?".

L’operaio e gli altri suoi colleghi, spaventatissimi, scapparono lasciando la voce parlare da sola.

"Ecco! Sei contento zio Max? Li hai fatti scappare. Avresti dovuto essere più gentile con loro, d’altra parte ci hanno liberato da questo buio tombale dove mi sentivo morta e sepolta" affermò Rotondella.

"Ma tu sei morta e sepolta." suggerì garbatamente Ugo.

Già, i nostri protagonisti sono proprio tre spiritelli che, liberatisi dalla terra e dalla mano meccanica, decisero di godersi l’ormai quasi dimenticato sole appisolandosi sui rami di un albero.

Si svegliarono verso sera quando era già il tramonto e dopo aver fatto sogni bellissimi. 

Rotondella, che era una locandiera a cui piaceva rincarare i prezzi, aveva sognato un altro “pollo da spennare” con tutti i doppi sensi del caso. Lo zio Max era un marchese gentiluomo a cui non piaceva pagare i conti e aveva sognato un banchetto a festa in suo onore mentre Ugo, pirata rubacuori, aveva sognato un bottino di facile realizzo.

Ora però si erano destati ed erano infreddoliti.

"Incomincia a essere freddo, dovremmo trovare un posto dove poter stare." realizzò Rotondella.

"Hai proprio ragione, ma dove potremmo andare?" domandò Ugo.

"Potremmo provare al castello del conte appena fuori città, ai miei tempi era accogliente." suggerì zio Max.

"Sì, è una buona idea, ma sbrighiamoci e meno male che siamo già morti perché qui c’è solo da morire dal freddo!" replicò Rotondella.