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Le vie del cuore
Capitolo 3
Mentre si trovavano immersi nella musica e nelle loro danze, Lorenzo e Isabella si scambiarono uno sguardo complice. Entrambi sentivano il bisogno di un momento di tranquillità lontano dalla confusione.
"Isabella," disse Lorenzo, avvicinandosi con un sorriso gentile, "vi andrebbe di prendere un po' d'aria fresca sulla terrazza? Penso che potrebbe essere piacevole."
Isabella annuì con un sorriso, riconoscendo l'opportunità di allontanarsi per un momento dalla confusione. "Mi piacerebbe," rispose, offrendo la mano a Lorenzo.
Lui la prese delicatamente, guidandola attraverso il salone fino alla terrazza.
Lungo il parapetto le candele posizionate strategicamente regalavano un'atmosfera intima e romantica. Il pavimento di mattonelle di terracotta rifletteva appena il chiarore e lungo il perimetro della terrazza, rampicanti di glicine e di bouganvillea si aggrappavano ai sostegni di ferro battuto con fiori colorati e profumati. Al centro della terrazza, un elegante tavolo rotondo era adornato con candele e fiori freschi, piccole poltrone e divanetti erano disposti intorno per coloro che desideravano rilassarsi e godersi la vista sul giardino.
Una volta fuori, il calore della festa si dissolse, sostituito dalla fresca brezza notturna e dal cielo punteggiato di stelle.
"È così tranquillo qui fuori," commentò Isabella, lasciando che lo sguardo vagasse sul paesaggio notturno.
"Sì," rispose Lorenzo, osservandola con ammirazione. "E c'è una vista così spettacolare."
Isabella sorrise, erano i momenti come questi che apprezzava di più, lontani dalla confusione del mondo esterno, perché poteva essere se stessa senza preoccupazioni.
"Isabella," disse Lorenzo, con voce morbida, "questa serata è splendida, ma la vostra bellezza la rende ancora più incantevole."
Isabella percepì in quelle parole una nota di esitazione. Si voltò per dare attenzione a quell'uomo che sembrava voler contrastare i suoi sentimenti ormai evidenti.
Lorenzo si fermò per un istante, il suo sguardo sfuggente tradiva una tensione interiore. "È solo che... Non sono certo di essere il tipo di persona che merita di stare al Vostro fianco."
Isabella lo osservò attentamente e cogliendo la sua incertezza, cerco di rassicurarlo "Lorenzo," disse con fermezza, "non ha motivo di dubitare di se stesso. E' un uomo straordinario, con tanto da offrire. Non permettete ai vostri dubbi di offuscare ciò che c'è di speciale in voi".
Isabella posò delicatamente la mano sulla sua, un gesto di conforto e sostegno.
Nei giorni che seguirono, Isabella riprese la sua abitudine di passeggiare tra le vie strette della città, talvolta in compagnia di Lorenzo. Amava immergersi in quel mondo vivace di cui ammirava i colori, la semplicità. Trovava interesse e talvolta provava invidia per quella gente che veniva considerata povera di sostanze e di modi, ma di cui lei notava principalmente la libertà e la sincerità priva di maschere.
In quei momenti il corpetto le diveniva stretto, la gonna d'intralcio e l'ombrellino per il sole le pareva inutile. Isabella si sentiva intrappolata in costrutto formale e falso che non le calzava, anzi si sentiva imprigionata. Sapeva di non poter andare troppo oltre alla sua sfrontatezza e ai suoi modi sfacciati, si sentiva costretta a rientrare negli usi ogni qualvolta avrebbe voluto esplodere e volar via, sfuggire a quella stretta morsa che erano le convenienze e a cui suo padre, le ripeteva, era bene adeguarsi per il buon nome della famiglia.
Nonostante sapesse che non fosse del tutto sicuro passeggiare da sola in quelle vie strette e intricate, il suo spirito libero e il desiderio di esplorare l'incanto della città l'avevano spinta a intraprendere, anche quel giorno, una passeggiata solitaria.
Tra i vicoli colorati e i palazzi imponenti, Isabella avvertì uno sguardo fisso su di lei, un senso di inquietudine le scivolò lungo la schiena. Voltandosi leggermente, vide un uomo dall'aspetto poco raccomandabile, con un'espressione furtiva e modi grossolani, che sembrava seguirla, tenerla d'occhio.
La giovane nobildonna serrò con forza la borsa, sentendosi improvvisamente vulnerabile in mezzo a quelle strade affollate. Il suo istinto le suggerì di allontanarsi da quell'uomo, ma una parte di lei, forte e determinata, rifiutava di farsi intimidire.
Continuò a camminare con passo deciso, cercando di ignorare la presenza dell'uomo alle sue spalle. Ma ogni tanto, sentiva il suo sguardo puntato su di lei, come se cercasse di studiarla o, peggio ancora, di avvicinarsi.
Nonostante la sua abilità nel destreggiarsi tra le vie della città, Isabella decise di accelerare il passo, sperando di sottrarsi presto alla vista di quell'uomo.
Quando l'uomo sembrò finalmente seminato, Isabella tirò un sospiro di sollievo sperando di essersi liberata di quella fastidiosa presenza, ma la sua tranquillità fu di breve durata perché l'uomo improvvisamente si parò di fronte a lei, sbarrandole la strada con un'espressione minacciosa.
Isabella indietreggiò di un passo, il cuore martellante nel petto mentre lo sconosciuto le parlava con tono deciso.
"Signorina Gentile," disse l'uomo, con una voce che tradiva una certa urgenza, "non siate spaventata, non ho cattive intenzioni. E' mio desiderio... so chi è quel De Luca con cui passeggiate da giorni. Non è un uomo da cui dovreste fidarvi."
Isabella si sentì gelare, un brivido di paura le percorse la schiena mentre lo sguardo dell'uomo si fissava nei suoi occhi. Tuttavia, la sua determinazione non vacillò. "E chi sareste voi per giudicare le mie frequentazioni?" chiese, cercando di mantenere la calma nonostante il timore che provava.
L'uomo scrollò le mani in segno di agitazione. "Mi creda, signorina, sto cercando solo di proteggerla. Quell'uomo nasconde segreti oscuri, e non vorrei che finisse per farsi del male frequentandolo."
Isabella cercò di elaborare le parole di quell'uomo misterioso. Doveva fidarsi di ciò che diceva? Era possibile che Lorenzo nascondesse delle verità oscure?
"Non posso credere a ciò che dite senza prove," disse Isabella con fermezza, lasciando che i suoi sentimenti prevalessero. "Ma terrò comunque le vostre parole a mente. Ora vi prego, lasciatemi passare."
L'uomo annuì con una smorfia di sconforto, dando a Isabella un'ultima occhiata carica di preoccupazione prima di allontanarsi rapidamente tra i vicoli.
Isabella rimase lì domandandosi se avrebbe dovuto prendere sul serio quelle parole.
Mentre tornava a casa, ciò che le aveva detto l'uomo incontrato nei vicoli le ronzava nella mente come un sinistro eco. Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, le venne in mente una frase che suo padre le aveva detto la mattina dopo la festa. "Isabella," aveva asserito con un tono serio, "stai attenta a quell'uomo con cui ti sei intrattenuta alla festa. Non tutto ciò che luccica è oro."
Queste parole risuonarono ora nella mente di Isabella con una nuova e inquietante risonanza. E mentre le ripeteva nella testa, capì che suo padre sapeva qualcosa di Lorenzo di cui lei era all'oscuro.
Isabella, con il cuore che batteva forte nell'ansia dell'insaputa, irruppe nel salotto dove suo padre stava leggendo il quotidiano e fumando la sua amata pipa. Lo guardò con un misto di affetto sincero e preoccupazione mentre si avvicinava a lui.
"Padre," disse con voce ansiosa, cercando di nascondere l'agitazione che la attanagliava, "posso parlarvi?"
Il padre alzò lo sguardo dal giornale, colto di sorpresa dall'irruenza della figlia. "Certo, Isabella," rispose, abbassando la pipa e posando il giornale sul tavolino accanto a sé. "Cosa c'è che ti preoccupa?"
Isabella si sedette di fronte a lui, cercando di organizzare i pensieri prima di parlare. Poi, con un sospiro profondo, iniziò: "Padre, ricordate cosa mi avete detto la mattina dopo la festa? Riguardo a Lorenzo De Luca, intendo."
Il padre annuì, le sopracciglia aggrottate in un'espressione di seria preoccupazione.
Isabella continuò "Padre, oggi nei vicoli ho incontrato un uomo che mi ha detto di fare attenzione a Lorenzo. Mi ha avvertita di stare lontana da lui."
Il padre la guardò con occhi preoccupati, comprendendo l'urgenza del momento. "Figlia mia," disse con voce grave, "se c'è qualcosa che ti fa dubitare di quell'uomo, devi ascoltare il tuo istinto, soprattutto quando si tratta della tua sicurezza e del tuo benessere."
Isabella, intuendo che dietro a quelle parole ci fosse molto di più, guardò suo padre con determinazione e chiese chiaramente: "Padre, cosa sapete e cosa mi state nascondendo di Lorenzo che potrebbe farlo sembrare un uomo poco rispettabile?"
Il padre si sentì dispiaciuto la sua giovane figlia e tentò di risponderle con cautela: "Figlia mia, ci sono delle cose che non sono sempre facili da spiegare. Ma se qualcuno si è avvicinato a te per metterti in guardia su di lui, devi considerare attentamente le sue parole."
Isabella sentì il nodo nella gola stringersi ancora di più. "Ma padre, voi sapete qualcosa su Lorenzo, vero? Vi prego, ditemelo. Devo sapere la verità."
Il padre si alzò dalla poltrona e si avvicinò a Isabella, posando una mano sulla sua spalla con gentilezza. "Isabella, non c'è nulla di concreto che possa dirti su di lui. Ho visto come ti guarda, come ti tratta e sono certo che abbia dei sentimenti nei tuoi confronti, ma non credo che sia l'uomo adatto a te. Temo possa ferirti profondamente."
Isabella sentì l'affetto delle parole del padre e sapeva che desiderava solo proteggerla. Con un sospiro, annuì lentamente e scelse di non insistere oltre. "Grazie, padre," disse con voce soffocata dall'emozione.
Il padre l'abbracciò consapevole che il peso delle sue parole stava gravando sul cuore della figlia. "Sono qui per te, Isabella. Sempre."
La ragazza si congedò e salì al piano superiore dove si trovava la sua stanza.
Per Isabella la sua camera era un rifugio di tranquillità e serenità, un luogo dove la giovane nobildonna poteva ritirarsi per riflettere e trovare conforto nei momenti di difficoltà. Le pareti erano dipinte di un delicato color avorio, adornate da cornici dorate che abbellivano dipinti di paesaggi idilliaci e ritratti di famiglia. Una serie di mensole di legno scuro ospitava libri antichi e preziosi.
Al centro della stanza era imponente un sontuoso letto a baldacchino con lenzuola di seta color avorio, morbidi cuscini decorati completavano il letto, offrendo un tocco di calore. Ai piedi, un tappeto persiano dai colori vivaci aggiungeva un fascino orientale alla stanza.
Una scrivania di legno intarsiato era posizionata vicino alla finestra, illuminata dalla luce soffusa del sole che filtrava attraverso le tende di pizzo bianco. Sulla scrivania, una lampada a olio di sera diffondeva una luce morbida e rassicurante.
Isabella si sedette sulla sedia accanto alla scrivania, preoccupata e triste. Mentre si toglieva il cappello si sentiva determinata a scoprire la verità, non importava quale fosse il costo. Con risolutezza assoluta, Isabella prendeva coscienza del fatto che avrebbe fatto tutto il possibile per svelare i segreti che si celavano dietro all'affascinante sorriso di Lorenzo De Luca.