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Luce nell'Open Space
Capitolo 4
La discussione tra Claudia e Marco non era passata inosservata agli altri membri del team. Le vetrate trasparenti dell'ufficio di Claudia non erano riuscite a nascondere l'animata conversazione che si era svolta al suo interno. Le persone che erano passate per il corridoio o che si erano trovate nelle vicinanze avevano notato l'insolito scambio di parole e, inevitabilmente, il brusio si era diffuso rapidamente in tutto l'ufficio.
Nel giro di poche ore, il mormorio si era trasformato in pettegolezzo. Le voci si rincorrevano da una scrivania all'altra, mentre i dipendenti cercavano di ricostruire quanto era accaduto. Alcuni affermavano di aver visto Marco uscire dall'ufficio di Claudia con il volto scuro, altri avevano colto solo frammenti di conversazione, ma tutti concordavano su una cosa: qualcosa di serio era successo.
"Sapete cosa è successo tra Claudia e Marco?" chiese una delle impiegate alla collega accanto, abbassando la voce per evitare di essere sentita.
"No, ma ho sentito dire che Marco era furioso. Si parla di una relazione tra Claudia e qualcuno del team," rispose la collega, con lo sguardo pieno di curiosità.
"Ma chi potrebbe essere? Non riesco a immaginare Claudia coinvolta con qualcuno qui dentro," continuò la prima, incredula.
Un altro collega, che si era unito alla conversazione, intervenne a bassa voce: "Si dice che potrebbe essere Luca, il nuovo arrivato. Pare che tra loro ci sia qualcosa."
"Ma Luca? Davvero? È così giovane e... goffo," rispose l’impiegata, sorpresa. "E poi, lei è la sua capa!"
"Esatto, ed è proprio per questo che Marco sembra essere così arrabbiato," aggiunse il collega. "Ho visto come guardava Claudia ultimamente. Mi sa che c'è qualcosa di più dietro questa storia."
In mezzo a quel chiaccherìccio, Luca stava cercando di concentrarsi sul lavoro, ma non poteva fare a meno di notare gli sguardi furtivi e i sussurri che lo circondavano.
Alla pausa caffè, un collega si avvicinò con un sorriso ironico. "Allora, Luca, cosa hai fatto per far arrabbiare così tanto Marco?" chiese con tono scherzoso, ma con un fondo di curiosità reale.
Luca, confuso e preoccupato, cercò di rispondere senza tradire la sua ansia. "Non lo so, di cosa stai parlando?"
"Oh, andiamo! Tutti sanno che c'è stata una discussione accesa tra Claudia e Marco questa mattina. E, beh... alcuni di noi pensano che c'entri tu."
Il cuore di Luca cominciò a battere più velocemente. "Io? Ma cosa...?"
Il collega alzò le mani in segno di resa. "Hey, non lo so con certezza. Sono solo voci che girano. Ma sai come vanno queste cose... una volta che iniziano, non si fermano facilmente."
Luca rimase lì, con il caffè in mano, mentre il collega si allontanava. Le sue mani tremavano leggermente. Le parole del collega risuonavano nella sua testa: "Alcuni di noi pensano che c'entri tu." Cosa significava? E cosa avrebbe dovuto fare?
Dopo la brusca uscita di Marco dal suo ufficio, Claudia era rimasta seduta alla sua scrivania, lo sguardo fisso sul monitor del computer, ma con la mente lontana. La discussione con Marco l'aveva scossa più di quanto volesse ammettere, non solo per il contenuto, ma per il tono accorato e quasi disperato che aveva percepito in lui. Si rendeva conto che il loro rapporto era stato irrimediabilmente alterato.
"Devo essere razionale," pensò Claudia, passandosi una mano tra i capelli in un gesto nervoso. "Questo potrebbe influire sulla mia carriera, su tutto ciò che ho costruito. Non posso permettere che un coinvolgimento personale mi distragga dai miei obiettivi."
Si alzò dalla sedia e iniziò a camminare avanti e indietro per l'ufficio, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri. Sapeva che il rischio era reale. Se la loro relazione fosse diventata di dominio pubblico, non solo sarebbe stata al centro delle chiacchiere aziendali, ma avrebbe anche potuto perdere la fiducia dei suoi superiori.
"Claudia, hai lavorato troppo duramente per arrivare dove sei," si disse, come per rafforzare la sua determinazione. "Non puoi permettere che una relazione con un collega, per di più un tuo subordinato, metta tutto a rischio. Luca è speciale, sì, ma devo essere lucida. Cosa succederebbe se... se qualcuno se ne accorgesse? Se si diffondesse la voce che ho una relazione con lui?"
Si fermò di colpo davanti alla finestra, guardando fuori senza realmente vedere. "Marco ha ragione su una cosa. C'è una disparità di potere che non posso ignorare. E Luca... Luca è così giovane. Forse sto mettendo troppe cose in gioco."
In quel momento, il telefono di Claudia vibrò sulla scrivania. Un messaggio da Luca. Esitò un attimo prima di leggerlo, quasi temendo di scoprire cosa avrebbe detto. Ma quando aprì il messaggio, vide solo una semplice frase: "Va tutto bene?"
Claudia si ritrovò a sorridere involontariamente, sentendo un calore familiare invaderla. "Ecco il problema," pensò, "con Luca mi sento bene, a mio agio, come non mi succedeva da tanto tempo. Ma posso davvero permettermi di lasciarmi andare?"
Si sedette di nuovo alla scrivania, fissando il messaggio sullo schermo. Le dita tremavano leggermente mentre rispondeva. "Sì, tutto bene. Ci vediamo più tardi."
Non era una risposta definitiva, né per Luca né per se stessa. Ma per ora, era tutto ciò che poteva concedersi.
Il giorno seguente la discussione con Claudia, Marco si ritirò nel suo ufficio, ma il pensiero della loro conversazione continuava a tormentarlo. Sentiva una rabbia sorda crescere dentro di sé, alimentata non solo dalla gelosia, ma anche dalla convinzione che una relazione tra Claudia e Luca potesse creare un problema serio all'interno dell'azienda.
"Sì, non posso lasciar correre," mormorò tra sé, tamburellando le dita sul bordo della scrivania. "Se nessuno fa nulla, tutto questo finirà male. Non posso permettere che la professionalità di Claudia venga messa in discussione. E poi Luca... quel ragazzo è troppo giovane, inesperto. Sta rischiando di compromettere il suo futuro per qualcosa che non potrà mai funzionare."
Con una risolutezza che non ammetteva ripensamenti, Marco afferrò il telefono e compose il numero del direttore delle risorse umane. Dopo pochi squilli, la voce pacata di Andrea rispose dall'altra parte della linea.
"Andrea, sono Marco. C'è qualcosa di cui dobbiamo parlare urgentemente," disse, cercando di mantenere un tono neutro.
"D'accordo, Marco. Di cosa si tratta?" chiese Andrea, incuriosito dalla serietà nella voce del collega.
"Riguarda Claudia e Luca. Ho notato qualcosa che potrebbe diventare un problema per l'azienda, e penso che sia necessario un intervento."
Andrea rimase in silenzio per un attimo, riflettendo. "Va bene, incontriamoci nel mio ufficio tra dieci minuti. Voglio sentire di cosa si tratta."
Marco annuì, nonostante Andrea non potesse vederlo. "Arrivo subito."
Nel giro di pochi minuti, Marco si trovò seduto di fronte ad Andrea, il quale lo osservava con attenzione. Marco iniziò a raccontare ciò che aveva visto e percepito, cercando di mantenere un tono oggettivo, ma il velo di amarezza nella sua voce era evidente.
"Capisco le tue preoccupazioni, Marco," disse Andrea, dopo aver ascoltato attentamente. "Se c'è una relazione tra un supervisore e un subordinato, dobbiamo trattarla con molta cautela. Potrebbe compromettere non solo la loro carriera, ma anche l'equilibrio del team."
"Esatto," concordò Marco, cercando di mascherare la soddisfazione per l'appoggio ricevuto. "Non possiamo permettere che qualcosa del genere rovini l'atmosfera lavorativa."
Andrea annuì. "Bene, parlerò con Claudia e Luca separatamente. Cercherò di capire la situazione da entrambi i lati e poi valuteremo come procedere. Ma dovremo agire con discrezione, senza creare un clima di sospetto tra i colleghi."
Marco si alzò. "Grazie, Andrea. So che prenderai la decisione giusta."
Quando uscì dall'ufficio del direttore delle risorse umane, Marco non poteva fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo dopo. Parte di lui si sentiva soddisfatta di aver preso l'iniziativa, ma una parte più profonda, quella che non voleva ammettere, sapeva che il suo gesto non era stato del tutto disinteressato.
Nei giorni successivi alla discussione con Marco, Claudia si ritrovò a pensare sempre più spesso alla sua situazione con Luca. La tensione tra loro stava crescendo, ma non in un modo piacevole. La consapevolezza del rischio che stavano correndo iniziava a pesare, e Claudia sapeva che non poteva continuare così.
Una sera, dopo aver finito un'altra lunga giornata di lavoro, Claudia si fermò nel suo ufficio, sola, con la luce soffusa del lampadario a illuminare la stanza. La sua testa era piena di pensieri, e sentiva che non poteva più rimandare ciò che doveva fare.
"Ho dedicato la mia vita a questa carriera, e non posso permettere che qualcosa, anche se importante per me, la metta in pericolo."
Prese il telefono, le dita che sfioravano il contatto di Luca. Lo chiamò, e dopo pochi squilli, sentì la sua voce dall'altro capo del filo.
"Ciao, Claudia," disse Luca, la sua voce calda che le faceva battere il cuore più veloce. "Come stai?"
Claudia chiuse gli occhi per un attimo, prendendo un respiro profondo. "Ciao, Luca. Possiamo parlare? È importante."
Il tono serio nella voce di Claudia fece immediatamente capire a Luca che qualcosa non andava. "Certo, dimmi tutto," rispose lui, cercando di mantenere la calma.
"Dobbiamo vederci," disse lei, "ma non in ufficio. Potremmo incontrarci al bar dove siamo stati la prima volta?"
Luca rimase in silenzio per un attimo, il cuore che iniziava a martellare. "Va bene, ci vediamo lì tra mezz'ora?"
"Perfetto," rispose Claudia, la voce che si incrinava leggermente. "A dopo."
Quando arrivò al bar, Claudia trovò un tavolino appartato e si sedette, aspettando con ansia l'arrivo di Luca. Sentiva un nodo nello stomaco, sapendo quanto difficile sarebbe stata quella conversazione. Pochi minuti dopo, Luca entrò, con lo stesso sorriso che l'aveva conquistata fin dal primo giorno.
"Claudia," disse lui, sedendosi accanto a lei, "cos'è successo? Sembri preoccupata."
Claudia lo guardò negli occhi, cercando di trovare le parole giuste. "Luca, io... io ho riflettuto molto in questi giorni. Su di noi, sulla situazione che si è creata," iniziò, con la voce che tradiva preoccupazione e tristezza.
Luca la fissava, il cuore in gola. Non sapeva cosa aspettarsi, ma il tono di Claudia lo metteva in allarme. "Cosa vuoi dire, Claudia?" chiese, cercando di mantenere la calma.
Claudia abbassò lo sguardo per un momento, giocando nervosamente con il bordo del tovagliolo. "Sai, non è facile per me dire questo. Da quando ci siamo avvicinati, ho sentito qualcosa di speciale tra noi, qualcosa che non provavo da molto tempo. Ma..." fece una pausa, guardandolo di nuovo negli occhi, "ho anche realizzato che questa situazione è complicata. Molto complicata."
Luca deglutì, sentendo un nodo stringersi in gola. "Complicata perché siamo colleghi? Perché tu sei la mia capa?"
Claudia annuì lentamente. "Sì, esattamente. Non possiamo ignorare il fatto che lavoriamo insieme, e che io sono in una posizione di responsabilità. Questo rende tutto... più difficile. E poi, c'è Marco."
Il nome di Marco colpì Luca come un pugno. Sapeva che tra Claudia e Marco c'era stata una discussione, ma non aveva idea di quanto fosse legata alla loro situazione. "Marco... ti ha detto qualcosa?" chiese, cercando di nascondere l'agitazione.
"Ha notato che c'è qualcosa tra noi," ammise Claudia, il volto serio. "E non è stato facile per lui accettarlo. Ha parlato con me, e mi ha fatto capire che la nostra relazione potrebbe creare problemi, non solo per noi due, ma per tutto il team."
Luca rimase in silenzio per un momento, cercando di elaborare le parole di Claudia. "Capisco cosa intendi, Claudia. Ma... Davvero... Non voglio che questo finisca, non così."
Claudia sentì il cuore stringersi al sentire quelle parole. Anche lei provava lo stesso, ma sapeva che doveva essere razionale. "Luca, io ci tengo a te più di quanto tu possa immaginare, ma non voglio che la nostra relazione diventi un peso per te, o per me. Non voglio che tu possa ritrovarti coinvolto in situazioni spiacevoli, o che la tua carriera venga messa a rischio."
Luca la guardò intensamente, cercando di capire se c'era ancora speranza. "Quindi, cosa vuoi fare? Vuoi dire che dovremmo... smettere di vederci?"
Claudia esitò, combattuta tra il desiderio di continuare a stare con Luca e la necessità di fare la cosa giusta. "Non lo so, Luca. Forse dovremmo prendere una pausa, riflettere su cosa sia meglio per entrambi. Non voglio perderti, ma..."
Luca le prese la mano, stringendola leggermente. "Claudia, tu sei importante per me."