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La Biblioteca del Tempo
Seconda parte
Giulia e Luca si scambiarono uno sguardo carico di domande, ma prima che potessero dire qualcosa, il cavaliere parlò di nuovo. "Seguitemi. Re Aethelric deve vedervi."
Senza altre opzioni, i due ragazzi seguirono il cavaliere attraverso il cortile del castello, superando soldati in addestramento e servitori indaffarati. Entrarono nel castello attraverso un grande portone di legno intarsiato, trovandosi in una sala maestosa, con pareti decorate da arazzi raffiguranti battaglie epiche e grandi candelabri che illuminavano l'ambiente con una luce calda.
Al centro della sala, su un trono d’oro, sedeva re Aethelric, un uomo imponente con una lunga barba grigia e occhi penetranti. Accanto a lui, una giovane principessa dal volto dolce e dai lunghi capelli biondi osservava i nuovi arrivati con interesse. I due amici la riconobbero come la donna della carrozza incontrata al loro arrivo, indossava lo stesso abito di velluto rosso.
Il cavaliere si inginocchiò davanti al re. "Maestà, questi due giovani sono apparsi al di fuori delle mura del castello, portando con sé un simbolo antico. Credo che il loro arrivo possa essere legato alla profezia che ci è stata tramandata."
Re Aethelric si alzò lentamente dal trono e i suoi occhi si posarono sul pendente di Giulia. "Avvicinatevi, giovani stranieri," disse, la sua voce rimbombò nella grande sala. "Portate con voi il simbolo del tempo… e con esso, forse, anche il destino di questo regno."
La principessa Elowen, che aveva osservato silenziosa dall'inizio, si avvicinò ai due ragazzi e recitò a memoria la profezia "Quando il regno si troverà sull'orlo dell'abisso, due stranieri appariranno, non nati da questa terra né legati dal sangue. Uno porterà il segno del tempo che sfida le ere. Essi giungeranno in un'epoca di fragili alleanze e minacce nascoste, e con astuzia e coraggio risolveranno ciò che nessun altro potrà. Quando il momento sarà giunto l'ombra dell'inganno sarà rivelata." Si voltò incredula verso il re "Padre, potrebbero essere davvero..."
Il re, convinto che il loro arrivo fosse predetto, li nominò "Consiglieri di Corte," e decise di dare una festa a corte in loro onore quella stessa sera.
La sala del banchetto era un tripudio di colori e suoni, lunghe tavolate erano cariche di cibi prelibati e calici traboccanti di vino. Le luci delle torce e dei candelabri gettavano un bagliore dorato su tutto, creando un'atmosfera di festa e allegria.
Mentre la grande stanza si riempiva lentamente di nobili e dignitari provenienti da tutto il regno e oltre, la principessa Elowen, con grazia e compostezza, dava ai due avventurieri una breve descrizione degli ospiti.
"Venite," sussurrò Elowen a Giulia e Luca, facendo loro cenno di seguirla mentre si avvicinava al primo gruppo di ospiti. "È importante che conosciate coloro che siedono a corte, soprattutto in questi tempi incerti."
Il primo ad essere presentato fu Lord Cedric di Wynthorpe, un uomo di mezza età, robusto e con un sorriso caloroso. La sua barba brizzolata e gli occhi gentili lo facevano apparire come una figura paterna, ma Elowen avvertì i ragazzi. "Lord Cedric è leale, ma a volte può essere troppo fiducioso nelle sue alleanze. Ha stretti legami con molte famiglie nobili, il che lo rende una pedina importante nella politica del regno."
Successivamente, arrivò Lady Evelyne di Braemore, una donna alta e slanciata, con capelli neri corvini e un portamento elegante. I suoi occhi scuri osservavano attentamente ogni movimento nella sala. "Lady Evelyne è intelligente e astuta," spiegò Elowen. "Ha molti amici potenti e non teme di usarli a suo vantaggio. È un'alleata preziosa, ma deve essere maneggiata con cautela."
Poco dopo, fu la volta del Conte Alistair di Westhaven, un giovane nobile dal viso pallido e dall'aria distaccata. Indossava abiti sontuosi e un mantello di velluto rosso. "Il Conte Alistair ha recentemente ereditato il titolo dopo la morte improvvisa di suo padre," disse Elowen con un tono velato di preoccupazione. "È ancora inesperto, ma alcuni dicono che sia facilmente influenzabile. È essenziale tenerlo d'occhio."
Poi giunse Dama Isolde, una nobile anziana con capelli argentati raccolti in una crocchia elaborata. Nonostante l'età, i suoi occhi erano vivaci e pieni di saggezza. "Dama Isolde è una delle mie consigliere più fidate," disse Elowen, accennando un sorriso. "Conosce la corte meglio di chiunque altro e ha un'ottima memoria per dettagli che molti dimenticherebbero."
Infine, la principessa indicò discretamente Lord Eadric che entrava nella sala, la sua figura austera si stagliava contro la luce delle torce. "E lui è Lord Eadric," disse con un filo di voce, il volto segnato dalla preoccupazione. "È uno dei più influenti alla corte, ma il suo cuore è freddo. Mio padre lo tiene vicino, ma non si fida di lui, e nemmeno io. È ambizioso, e la sua brama di potere lo rende pericoloso."
Giulia e Luca ascoltarono attentamente, memorizzando ogni dettaglio che Elowen condivideva.
"Ricordate," concluse Elowen con un sussurro, mentre l'ultimo ospite prendeva posto, "in questa sala ogni sorriso potrebbe nascondere un coltello, e ogni amico potrebbe rivelarsi un traditore."
Mentre osservava gli ospiti muoversi con grazia tra le tavole imbandite, Giulia fu attirata da un servitore, distinto dagli altri non tanto per l’aspetto quanto per il comportamento. Aveva un’aria furtiva, come se ogni suo passo fosse calcolato per non attirare sguardi indiscreti. Giulia lo seguì con lo sguardo mentre si muoveva agilmente tra i nobili, il suo volto teso, le mani che tremavano leggermente mentre portava un vassoio di calici pieni di vino.
A un certo punto, il servitore si fermò e scambiò uno sguardo rapido e significativo con un uomo in piedi vicino alla finestra, un nobile dall’aspetto severo: Lord Eadric. I suoi vestiti scuri e l'atteggiamento distante lo facevano sembrare un'ombra in mezzo al lusso del banchetto.
Giulia sentì un brivido correrle lungo la schiena. Si fece strada tra la folla con discrezione, cercando di non perdere di vista il servitore. Quest'ultimo, dopo aver scambiato un altro sguardo con Lord Eadric, si allontanò dalla sala principale, dirigendosi verso uno dei corridoi laterali. Giulia, sicura che stesse per succedere qualcosa di grave, decise di seguirlo.
Le torce lungo i corridoi del castello gettavano ombre lunghe e sinistre sulle pareti di pietra. Il silenzio era interrotto solo dai passi veloci di Giulia, che si muoveva con la massima cautela. Ogni tanto il servitore si voltava, ma Giulia riusciva sempre a nascondersi in tempo dietro una colonna o in un'alcova buia.
Dopo aver percorso un lungo corridoio, il servitore si fermò davanti a una porta di legno massiccio. Guardandosi attorno un'ultima volta, aprì la porta e scivolò all'interno. Giulia si avvicinò silenziosamente e si appoggiò alla parete accanto alla porta rimasta socchiusa, tendendo l’orecchio. Le voci all'interno della stanza erano basse, ma distinte.
“Sei sicuro che tutto sia pronto?” chiese una voce profonda e gelida che Giulia riconobbe subito come quella di Lord Eadric.
“Sì, mio signore,” rispose il servitore, la sua voce tremante. “Il vino sarà servito al re come avete ordinato. La pozione è nascosta nel calice destinato al sovrano.”
“Bene,” replicò Eadric con un tono soddisfatto. “Il regno ha bisogno di un leader forte, non di un vecchio debole come Aethelric. Quando il veleno farà effetto, io sarò pronto a prendere il controllo. Nessuno sospetterà di noi.”
Giulia sentì il cuore accelerare. Doveva avvertire il re prima che fosse troppo tardi, ma come poteva farlo senza destare sospetti? Tornò indietro lungo il corridoio il più velocemente possibile, mantenendo però la calma per non far rumore. Una volta raggiunta la sala del banchetto, cercò con lo sguardo Luca, che era seduto non lontano dal trono del re.
Lo raggiunse in pochi passi, e senza esitazione gli sussurrò all’orecchio: “Luca, Lord Eadric sta complottando per avvelenare il re. Il vino è già stato preparato, dobbiamo fare qualcosa!”
Luca, sbalordito, rispose: “Cosa? Come facciamo a fermarlo?”
Giulia, con un’espressione determinata, rifletté per un istante. “Dobbiamo avvertire il re, ma in segreto. Se agiamo apertamente, Eadric potrebbe scoprire il nostro piano e fuggire prima che possiamo fermarlo.”
"Dobbiamo coinvolgere Dama Isolde," disse Giulia a bassa voce, fissando Luca con determinazione. "È una delle poche persone che conosce bene gli intrighi di corte e gode della piena fiducia della principessa. Se le raccontiamo ciò che abbiamo scoperto, saprà come avvertirlo senza destare sospetti."
Luca annuì, riconoscendo che fosse l'unica scelta possibile. "Hai ragione, Giulia. Lei ha l'esperienza e l'intelligenza per gestire una situazione così delicata. Andiamo a cercarla prima che sia troppo tardi."
I due ragazzi si mossero rapidamente tra gli ospiti, cercando di non attirare l'attenzione. Trovarono Dama Isolde vicino a una delle finestre della sala, intenta a osservare con occhio vigile i movimenti dei cortigiani. Quando Giulia e Luca si avvicinarono, la donna li accolse con un sorriso, ma i suoi occhi tradivano un'acuta curiosità.
"Giovani viaggiatori, cosa vi porta da me in un momento così frenetico?" chiese Dama Isolde.
Giulia prese un respiro profondo prima di rispondere. "Dama Isolde, abbiamo scoperto un complotto contro il re. Lord Eadric intende avvelenarlo durante il banchetto di questa sera. Il veleno è già stato nascosto nel vino che gli sarà servito."
Gli occhi di Dama Isolde si strinsero leggermente, e il suo viso si fece più serio. "Siete sicuri di ciò che dite? Accuse come queste non possono essere lanciate senza prove."
"Giulia ha sentito la conversazione con le sue orecchie," intervenne Luca. "Lord Eadric sta tramando contro il re. Non possiamo perdere tempo, dobbiamo avvertirlo."
Dama Isolde rimase in silenzio per un momento, valutando attentamente le informazioni. Poi, con un cenno deciso, disse: "Avete fatto bene a venire da me. Sarò io a portare questo messaggio. Voi rimanete qui e cercate di comportarvi normalmente, non dobbiamo far insospettire nessuno."
Giulia e Luca annuirono, sollevati dal fatto di aver trovato un alleato fidato. Dama Isolde, con la sua solita eleganza, si allontanò discretamente dalla finestra e si diresse verso il passaggio segreto che conduceva alla sala del trono. Prima di sparire tra le ombre del corridoio, si voltò un’ultima volta verso i ragazzi e sussurrò: "Avete fatto la scelta giusta. Il re saprà cosa fare."