storie, racconti e altro

Il segreto dell'isola di vetro

Capitolo 8

La tensione nella villa era ormai palpabile. Aurora e Leonardo, dopo aver passato la notte a discutere sulle scoperte fatte e sui prossimi passi, erano tornati nel salone principale per continuare le ricerche. Le ore di sonno rubate al lavoro li rendevano nervosi, e la presenza di Riccardo non aiutava.

Mentre Aurora stava sistemando alcuni documenti sparsi sul tavolo del salone, un rumore improvviso proveniente dall’ingresso principale la fece trasalire. Poco dopo, una figura familiare apparve sulla soglia: era Riccardo.

“Non potevo lasciarvi da soli in questa impresa,” disse lui con un sorriso sicuro. “Ho fatto un paio di chiamate, ma è chiaro che per scoprire la verità devo essere qui, sul campo.”

Leonardo si alzò dalla poltrona accanto alla finestra, fissandolo con espressione scettica.

“Pensavo oggi restassi alla residenza.” commentò Leonardo, con tono gelido.

“Ci sono stato, ma non ho potuto resistere,” rispose Riccardo con un sorriso enigmatico. “Potrei essere d’aiuto,” disse, sfoderando un sorriso. “E poi, sembra che questa storia sia diventata affascinante anche per me.”

Leonardo, irritato, rispose seccamente. “Non siamo qui per il tuo divertimento.”

Aurora, meno rigida, aveva fatto un cenno con la mano. “Sei il benvenuto, Riccardo.”

Ora, nel salone, il silenzio era rotto solo dal fruscio dei documenti e dal tintinnio degli oggetti che Leonardo spostava con gesti bruschi. Riccardo, comodamente seduto in poltrona, osservava con interesse Aurora che esaminava un vecchio registro.

“Posso esserti utile?” chiese Riccardo, avvicinandosi a lei con un sorriso che sembrava fin troppo cordiale.

Aurora si voltò verso di lui, incerta. “Non credo. Almeno per ora.”

“Peccato,” commentò Riccardo, chinandosi leggermente verso di lei. “Se cambi idea, sai dove trovarmi.”

Leonardo, dall’altra parte della stanza, si irrigidì. “Forse sarebbe più utile se Riccardo ci spiegasse esattamente perché è così interessato a ciò che stiamo facendo” disse, il tono duro e diretto.

Riccardo lo guardò con calma, senza scomporsi né rispondere.

Aurora cercò di riportare la concentrazione sul lavoro, ma il suo sguardo tradiva un certo turbamento. Riccardo aveva un fascino che era difficile ignorare e lei lo sentiva sempre più vicino. Eppure, ogni volta che i suoi occhi incontravano quelli di Leonardo, sentiva un legame profondo, fatto di momenti condivisi e di una fiducia costruita con fatica.

Esaminò attentamente l’atto di nascita trovato nella cassaforte. Il documento, ormai ingiallito dal tempo e macchiato dall’umidità, era difficilmente leggibile. La calligrafia elegante si era sbiadita, e, sebbene alcune informazioni fossero ancora distinguibili, il nome del bambino risultava completamente cancellato. Solo il cognome "De Medici" e la data di nascita erano rimasti leggibili.

“È incredibile che si sia conservato così a lungo,” commentò Riccardo, avvicinandosi a lei con aria curiosa. “Anche se, senza un nome, è difficile capire chi fosse.”

Aurora annuì, stringendo il documento tra le mani. “È come se questa villa continuasse a proteggere i suoi segreti,” mormorò.

Leonardo, intento a osservare la scena da una distanza prudente, si avvicinò con il volto serio. “Ma perché nascondere un atto di nascita?”

Riccardo, accennando un sorriso, intervenne: “Forse è la chiave per capire cosa sia davvero accaduto. Ogni segreto ha il suo valore, soprattutto quando viene tenuto nascosto con tanta cura.”

Aurora, guardando i due uomini, percepì la crescente tensione tra loro, ma decise di ignorarla, concentrandosi sul documento e sulla fede d’oro che aveva trovato accanto. Questi oggetti sembravano custodire una storia dimenticata.

Riccardo fu pronto a offrirsi. “Potrei fare delle ricerche. Ho contatti che potrebbero aiutarci a risalire alla storia di questa proprietà e di chi l'ha abitata.”

Leonardo incrociò le braccia, guardandolo con sospetto. “E perché dovremmo credere che tu voglia aiutarci?”

Riccardo gli rispose sicuro. “Perché se avessi voluto ostacolarvi, avrei già avuto l’opportunità di farlo. Sono qui per dare una mano e cercare di ritrovare il quadro, lavoro per il quale vengo pagato e che sembra in qualche modo essere collegato a questa isola e alla sua storia. Non posso tralasciare nulla e la vostra pista sembra collegarsi bene a ciò che sto cercando.”

Aurora sentì la tensione tra i due uomini crescere ancora di più e decise di intervenire. “Va bene, adesso datevi una calmata. Riccardo, occupati delle ricerche. Leonardo ed io cercheremo altri indizi qui nella villa.”

Con un cenno di saluto, Riccardo lasciò la villa. Aurora non poté fare a meno di notare il modo in cui lui si era soffermato a guardarla prima di andarsene.

Rimasti soli, Leonardo e Aurora si misero a frugare nei vecchi cassetti e nelle librerie polverose del salone principale, di ogni stanza della villa. Ogni angolo sembrava nascondere qualcosa, ma niente che potesse fornire risposte concrete.

“Aurora,” disse Leonardo all’improvviso, rompendo il silenzio. “Riccardo. Non è solo un investigatore. È chiaro che ha un interesse personale in tutto questo. Non fidarti troppo di lui,” le disse a bassa voce. “Non è qui solo per le opere d’arte.”

Aurora lo guardò, sorpresa. “Pensi che abbia secondi fini?”

Leonardo annuì lentamente. “E tu?” aggiunse poi, fissandola. “Tu da che parte stai?”

Aurora esitò. “Sto dalla parte della verità, Leonardo. Ma questo non significa che non sappia difendermi.” Si fermò, fissando un vecchio libro di genealogie che aveva appena aperto. “Forse è vero,” ammise. “Ma al momento sembra l’unico disposto ad aiutarci.”

Leonardo si avvicinò, prendendole il libro dalle mani. “Non è solo di risposte che si tratta, vero?”

Aurora lo guardò, sorpresa. “Cosa intendi?”

“Intendo che tra te e Riccardo c’è qualcosa,” disse, il tono più duro di quanto volesse. “E non so se posso fidarmi di te, se continui a lasciarti distrarre da lui.”

Aurora sentì il sangue ribollirle nelle vene. “Distrarmi? Leonardo, sono qui per scoprire la verità. Se non riesci a capire questo, allora forse il problema sei tu.”

I due si fissarono per un momento, poi, con un respiro profondo, Aurora si allontanò. “Andrò a controllare di nuovo nel seminterrato.”

Leonardo rimase lì, immobile, guardandola allontanarsi. Dentro di sé, si chiedeva se i suoi sentimenti stessero rendendo tutto più complicato.

Nel seminterrato, Aurora cercava di mettere ordine nei suoi pensieri. La verità era che si sentiva attratta da Riccardo, ma ogni volta che pensava a Leonardo e al tempo che avevano passato insieme, non poteva ignorare il legame che si era creato tra loro.

La mattina seguente Aurora si svegliò presto, il suono delle onde che si infrangevano sulla scogliera risuonava forte nel silenzio della villa. La sera precedente era stata pesante, piena di tensioni e domande irrisolte. Leonardo e Riccardo erano stati entrambi immersi nei loro pensieri e la presenza di quest’ultimo continuava a creare un'atmosfera carica di sospetti.

Aurora andò nella sala dove si trovava il quadro di Maddalena. Il volto della donna sembrava fissarla con un'intensità disarmante. Cosa stava cercando di comunicare? 

Leonardo entrò nella stanza, il viso segnato da una notte insonne. “Che stai facendo?” chiese.

Aurora stava riflettendo. “Non riesco a togliermi dalla testa che quella grotta, quella mappa… tutto porti a qualcosa di più grande. E Carlo lo sapeva. È per questo che ci ha seguiti quella sera. È stato trovato sulla scogliera, ma non ha detto una parola su cosa ci facesse lì. Non ti sembra strano?”

Leonardo strinse le labbra. “Strano sì, ma non sorprendente. Da quando sei arrivata e abbiamo voluto capire qualcosa di più, Carlo ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo. È evidente che sappia più di quanto voglia ammettere. ”

Aurora non si voltò verso di lui, continuando a riflettere osservando il quadro. “Forse, ma non credo che sia l’unico a ostacolarci. Se davvero c’è un segreto legato a Maddalena e Giacomo, potrebbe coinvolgere altre persone, magari legate al nome De Medici.”

Riccardo apparve sulla soglia, il solito sorrisetto ironico sul volto. “Forse non è il solo, ma chi è Carlo?”

Leonardo lo guardò con freddezza. “Come sei entrato e perché sei sempre così interessato, Riccardo? Sei venuto qui per un’indagine su opere d’arte, ma sembri molto più coinvolto nei misteri della famiglia De Medici di quanto tu non dica.”

Riccardo alzò le mani in segno di resa. “Hai ragione, sono coinvolto. Ma solo perché ogni pezzo di questa storia porta a qualcosa di più grande nella mia. Non sono qui per rubarvi il vostro momento di gloria, se è quello che temi, Leonardo. E sono entrato perché era aperto, dovresti stare più attento, potrebbe intrufolarsi qualche malintenzionato.”

Aurora, irritata dalla tensione tra i due uomini, intervenne. “Basta! Litigare non ci porterà da nessuna parte. Dobbiamo capire chi sta cercando di fermarci e perché.”

Leonardo scrutò il quadro con attenzione. “Forse Carlo può darci qualche risposta, se riuscissimo a farlo parlare. E' chiaramente una pedina chiave in questa storia. Dovremmo trovare il modo di parlargli appena possibile. Non mi fido del silenzio che sta mantenendo da quando lo hanno ritrovato.”

Aurora fissò di nuovo il volto di Maddalena nel dipinto. “Sembra che stia aspettando qualcosa… o qualcuno.”

La villa era immersa in un silenzio irreale quando Riccardo decise di allontanarsi per rispondere a una telefonata. Aurora e Leonardo, tornati nella biblioteca, studiavano attentamente i documenti ritrovati. 

“Questo certificato di nascita è un tassello fondamentale,” mormorò Leonardo, passando il dito sulle lettere ormai sbiadite. “Ma senza un nome leggibile, è come cercare un ago in un pagliaio.”

Aurora lo osservava, il volto segnato dalla stanchezza, ma illuminato da una determinazione che la rendeva ancora più affascinante. “E se fosse un figlio illegittimo? Se Maddalena e Giacomo avessero cercato di nascondere tutto per paura di ciò che ne è derivato? Questo spiegherebbe perché qualcuno stia facendo di tutto per fermarci.”

Leonardo si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro nella stanza. “Ma chi? Chi avrebbe un interesse così grande a mantenere questo segreto nascosto per secoli? Non può essere solo Carlo.”

Proprio in quel momento Riccardo rientrò nella stanza, il cellulare ancora in mano e un’espressione indecifrabile sul volto. “C’è qualcosa che dovete sapere,” disse, chiudendo la porta dietro di sé.

Leonardo lo fissò, sospettoso. “E cosa sarebbe? Qualcosa che hai scoperto ‘per caso’?”

Riccardo ignorò la provocazione. “Ho fatto qualche domanda in giro, a diverse 'conoscenze che si occupano di vendite e acquisti di oggetti d'arte' e ho scoperto che c’è un’asta segreta in programma nei prossimi giorni. E in questa asta stanno cercando di vendere il quadro che sto cercando. Ma non è solo una vendita qualsiasi… è un'asta illegale.”

Aurora lo guardò con preoccupazione. “Un'asta illegale? Ma chi può voler comprare illegalmente un quadro come quello?”

Riccardo si sedette, soppesando le parole. “E' un semplice quadro. E non è un’opera d'arte di grande valore, ma c'è qualcosa di più.

Aurora si avvicinò a Riccardo, gli occhi pieni di interesse. “Come lo sai?”

“È il mio lavoro,” rispose lui con un mezzo sorriso. “Tracce di quest’asta erano già emerse durante le mie indagini sulle opere d’arte scomparse. Ma ora so per certo che riguarda questa famiglia e questa villa.”

Riccardo tirò fuori una fotografia e la posò sul tavolo. Era un'immagine ingrandita di un dipinto antico, quella che aveva già mostrato loro tempo prima. Il quadro non apparteneva a nessuna collezione conosciuta e, apparentemente, non aveva alcun legame con la villa. Un dipinto di una donna, senza un'identità chiara, ma che suscitava un'inquietante sensazione di familiarità.

"La donna ritratta, esperti suggeriscono, molto probabilmente sia un'antenata dei De Medici. Forse Maddalena," spiegò Riccardo, osservando le loro reazioni. "Ciò che è strano, tuttavia, è che il quadro sia stato rubato e messo all'asta da una rete di trafficanti d'arte. Persone che non sembrano interessate alla sua storia o al suo valore artistico, ma solo al suo potenziale commerciale. Qualcuno vuole che questo quadro sparisca."

Aurora si piegò in avanti, scrutando la fotografia con attenzione. 

Riccardo guardò Leonardo. "Qualcuno è disposto a tutto pur di toglierlo di mezzo. Se il quadro viene venduto, potrebbe sparire per sempre. E con esso, la possibilità di scoprire cosa rappresenti davvero."

Leonardo si alzò. "E chi è dietro questa asta?"

Riccardo sbatté il pugno sul tavolo, come se l’intera faccenda stesse iniziando a infastidirlo. "Non lo so ancora, ma se non agiamo in fretta, il quadro finirà nelle mani sbagliate, e non scopriremo mai la verità." Si alzò e tirò fuori un foglio, mostrando l'indirizzo di un magazzino dismesso a pochi chilometri dalla villa. "L'asta è domani sera. Dobbiamo agire prima che sia troppo tardi."

Leonardo lo interruppe, il tono tagliente e ironico. “E come pensi di muoverti? Vuoi forse partecipare all’asta? Ti ricordo che non siamo qui per fare affari, ma per scoprire la verità.”

Riccardo si limitò a scrollare le spalle. “Esattamente quello che sto cercando di fare. Se non vi fidate di me, potete anche lasciare tutto e tornare alle vostre vite. Ma se volete risposte, dobbiamo seguire ogni pista. E questa è la più concreta che abbiamo.”

Mentre i tre discutevano i dettagli del piano, una figura si muoveva nell’ombra fuori dalla villa. Qualcuno stava ascoltando ogni parola, pronto a intervenire.