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Il vitello e la volpe
Parte prima
In una tipica fattoria, circondata da un bosco rigoglioso e verdeggiante, viveva Vitello con la sua mamma mucca e tutti gli altri abitanti: galline, maiali, cavalli, pecore.
Fin da quando era piccolissimo Vitello amava sonnecchiare all’ombra di una grande quercia posta ai confini della fattoria, proprio accanto allo staccionata. Da qui Vitello poteva osservare tutti gli animali che gli giravano intorno, ma in particolar modo era incuriosito da quelli che provenivano dal bosco.
Tra un pisolino e l’altro Vitello aveva incontrato ricci, cinghiali e falchi.
Tutti animali ben diversi da quelli a cui era abituato.
Spesso Vitello si fermava a parlare con loro desideroso di conoscere com’era la vita oltre lo steccato.
Gli avevano spiegato che anche fuori dalla fattoria c’erano delle regole da osservare eppure Vitello aveva l’impressione che gli animali del bosco avessero una libertà di cui lui non poteva godere.
Non si stava lamentando della vita nella masseria: l’uomo lo trattava bene e trattava bene anche tutti gli altri animali. Avevano sempre da mangiare, avevano acqua fresca da bere però non potevano andare oltre quella staccionata.
Vitello era incuriosito, cosa c’era al di là dei confini della fattoria? Com’era davvero il bosco? Certo gli animali che incontrava alla grande quercia gliel’avevano raccontato, ma vederlo con i propri occhi sarebbe stata tutta un’altra storia.
Un giorno, mentre Vitello sonnecchiava all’ombra della grande quercia, ebbe la sensazione di essere osservato.
Quando tirò su il capo per verificare se davvero qualcuno lo stesse guardando, notò uno strano animale che non aveva mai incontrato, fermo oltre la staccionata, intento a curiosare.
I due si osservarono per parecchio tempo poi vitello cedette alla curiosità e si avvicinò al recinto.
"Ciao, tu chi sei? Non ti ho mai visto e non riesco a capire che animale tu sia." disse Vitello guardando incuriosito l’insolito animale.
La bestiola rimase stupita, a dire il vero un po’ offesa, così rispose:
"Come sarebbe a dire che non mi riconosci? Dovresti sapere chi sono semplicemente guardandomi. Le mie orecchie a punta, il mio muso affusolato, la mia coda lunga e folta, ma più di tutto la mia pelliccia rossastra non ti suggeriscono nulla?"
Vedendo lo sguardo stupito e disorientato di Vitello, l’animale un tantino contrariato continuò:
"Io sono Volpe! La volpe, quella che vive nel bosco, quella furba e intelligente. Come è possibile che tu non mi riconosca? Tutti conoscono la volpe!"
Lo sguardo di volpe passo dall’infastidito al riflessivo e proseguì il discorso come se stesse esprimendo un pensiero ad alta voce:
"Adesso che ci penso, però, guardandoti devo dire che nemmeno io ho mai visto nessuno come te. Non so davvero che animale tu possa essere, casa sei?"
Questa volta fu Vitello a rimanere davvero molto stupito.
Non ci poteva credere, davvero non sapeva com’era un vitello? Veramente non ne aveva mai visto uno? Rimase a dir poco esterrefatto, ma non poté fare a meno di rispondere lasciandosi trasportare dalla incredulità e dal fastidio che ne derivava:
"Come sarebbe a dire che non sai che cosa io sia? Sono un vitello! Sai? Il vitello, il cucciolo della mucca! La mucca, l’animale che fa il latte! Tutti conoscono il vitello, ma dove vivi?"
Volpe ascoltava vitello con grande interesse e curiosità, poi esclamò:
"Vivo nel bosco, te l’ho già detto! Tu stai sempre dentro a questo recinto? Non puoi mai uscire? Mi dispiace per te, anche se devo dire che avere una vita semplice e tanti amici intorno dev’essere piacevole."
Vitello sentì nelle parole di volpe sia desiderio che tristezza. Gli pareva che Volpe invidiasse ciò che vitello poteva avere con tanta semplicità, ma allo stesso tempo aveva l’impressione che detestasse l’idea di essere confinato in uno spazio troppo ben delimitato.
I due continuarono a confrontarsi fino al calar del sole e alla fine della giornata scoprirono di aver guadagnato una nuova e preziosa amicizia.